home
page_[...]
S. AGOSTINO
Agostino, nato nel 354 a Tagaste
in Numidia, nell’Africa settentrionale (nell’odierna Algeria), e morto a Ippona
(odierna Bona, in Algeria) nel 430, chiamato il “Platone cristiano”, filosofo
dell’interiorità della coscienza, può essere considerato, insieme a S. Tommaso
d’Aquino, il più grande teologo della storia della Chiesa e uno dei maggiori
filosofi, primo tra i Padri della Chiesa e considerato dalla Chiesa stessa tra
i maggiori santi del Paradiso.
La sua filosofia non appare
sistematica (Agostino non costruisce un “sistema”), ma affronta svariati temi,
con lo scopo di comprendere razionalmente il deposito della fede cristiana.
Circa il problema del rapporto
tra fede e ragione (bisogna prima credere secondo la fede o cercare secondo la
ragione ? la ragione può aiutare la fede
a credere ? la fede, con i suoi dogmi, può illuminare la ragione ?), Agostino
esprime il suo pensiero con le due formule latine: crede ut intelligas (credi
per capire); intellige ut credas (capisci per credere). Con tali espressioni
Agostino intende dire, rispettivamente, che, per poter comprendere
razionalmente il mondo, la ragione deve avere l’ausilio della fede (perché la
ragione umana è debole, e necessita dell’aiuto del dogma, che la porta, ad
esempio, a sapere che Dio, e quindi l’intera realtà, ha una struttura
trinitaria), e che, però, dopo aver aderito alla fede, l’uomo deve anche
giustificarla razionalmente (cercando Dio con la ragione), sia per approfondire
la conoscenza di Dio (perché la fede non offre una rappresentazione della
divinità e del Paradiso), sia per rafforzare le proprie convinzioni di fede.
Come l’uomo conosce ? come egli
esercita la ragione ? L’Iperuranio di Platone diventa in S. Agostino la mente
di Dio, la quale illumina la mente umana. La verità (di Dio e del mondo) sta
nell’uomo, immagine di Dio e della sua mente, ma necessita, per essere
scoperta, dell’“illuminzione” di Dio, perché l’uomo è imperfetto e mutevole, e
quindi ha dentro la verità, ma non è la verità. Ma Dio è anche Amore, e dunque la
ricerca di Dio, che è felicità e salvezza, presuppone anche la carità. Dio è
trinitario, essendo Essere (il Padre), Verità (o Intelligenza: il Figlio) e
Amore (lo Spirito Santo), e poiché l’uomo è immagine di Dio, l’uomo ha
anch’egli una struttura trinitaria, essendo costituito di memoria, intelligenza
e amore, o volontà.
La creazione avviene dal nulla
(creatio ex nihilo), e la materia viene plasmata dalle forme ideali della mente
divina (l’Iperuraio platonico), presenti nel mondo come “semi” depositati da
Dio e che si sviluppano con l’evoluzione. Con il mondo, Dio crea anche il tempo, perché la creazione non è
avventua nel tempo.
Il male non esiste
positivamente: esso è solo privazione dell’essere, e poiché l’essere è il bene,
il male è quindi definito negativamente come privazione di bene. Esso non ha
un’esistenza autonoma. Con il peccato di Adamo, l’umanità intera ha peccato.
Per poter compiere le opere e avere così la salvezza, l’uomo, essendo la sua
volontà resa debole dalla natura peccaminosa, necessita dell’aiuto di Dio, nel
quale consiste la grazia.
Nel libro “La città di Dio”
Agostino fonda per la prima volta nel pensiero una filosofia della storia, cioè
una comprensione globale ed escatologica, in chiave razionale, della storia
dell’umanità. In questa coesistono la “città celeste”, cioè la comunità dei
giusti, e la “città terrena”, che è la società dei peccatori. Il cristiano ed
ogni uomo appartiene ad entrambe le due città, che sono simbolo,
rispettivamente, di una condotta di vita incline alla salvezza e di una
condotta di vita incline al male e al peccato. Un’attualizzazione del concetto
di “città terrena” può essere data oggi da quelle che il Magistero ecclesiale
chiama “strutture di peccato”, cioè la propensione di intere istituzioni
politiche, sociali ed economiche ad assecondare la creazione di una società
pervasa da comportamenti che la Chiesa definisce immorali, come ad esempio la
relazione tra libero mercato e povertà. La globalizzazione non è in se stessa
una “struttura di peccato”, ciò non toglie che alcuni suoi aspetti possano
concorrere ad aumentare il solco che divide i paesi ricchi (come l’America e
l’Europa) dai paesi poveri, come
l’Africa.
La storia dell’umanità e di ogni
singolo uomo è divisa tra le due città, e solo alla fine dei tempi
(escatologia) si avrà il definitivo trionfo della città celeste.
|
|