proposizioni su alcuni caratteri storici della filosofia di severino
[19/08/2008]
nel tempo odierno prevale la convinzione che la tecnica [e
non l’ideologia] possa risolvere tutti i problemi dell’uomo e renderlo felice.
la violenza è un aspetto inevitabile di questa felicità, perché l’uomo è
costitutivamente anche aggressivo. alle ideologie storiche e alla politica
rimangono, rispetto alla tecnica, questi due scopi:
1.] liberare la potenza della tecnica, ovvero promuovere in
ogni sua forma la ricerca scientifico-tecnologica.
2.] gestire la
violenza dell’uomo con la mediazione politica e partitica.
severino è il profeta
della tecnica e il filosofo del futuro. il suo pensiero infatti …
1.] stabilisce il primato della potenza della tecnica, che
genera progresso e violenza, che dà speranza e minaccia.
2.] stabilisce la necessità storica dell’errore dell’evocazione
del divenire, e quindi del futuro ateismo universale e del dominio della
tecnica [aspetto della liberazione della potenza del divenire].
3.] stabilisce la
necessità del prevalere della tecnica su ogni altra forma di potenza e,
tramontato dio, la tecnica come capace di appagare ogni desiderio dell’uomo,
anche spirituale.
4.] tutto questo severino stabilisce presentando la sua visione
del futuro [il paradiso della tecnica, del benessere e della violenza e dominio
assoluti], sullo sfondo dell’eternità di ogni essente e dell’eternità dell’errore
dell’uomo, della violenza dell’uomo e del dominio della tecnica.
dopo aver deresponsabilizzato eticamente l’uomo, liberata la
potenza della tecnica, tolta la religione, l’argomento finale/conclusivo di
severino è che, poiché la massima potenza scaturisce dall’imprevedibilità del
divenire, da essa potrebbe scaturire anche l’annullamento del tutto e di tutta
la gigantesca costruzione tecnologica umana. per questo l’uomo dovrà infine
tranquillizzarsi, scoprendo la filosofia di severino, che pone:
1.] l’eternità del tutto.
2.] l’eternità dell’uomo.
3.] l’eternità e necessità del percorso storico umano [come
nel film 2001: odissea nello spazio, guidato dalla “costante” della tecnica: il
monolite].
4.] la promessa, necessaria, di eterna gioia e gloria per ogni
uomo dopo la morte, e l’incontro dell’uomo, dopo la morte, con l’Intero, con l’eternità
di ogni essente e con l’immagine di se stesso come ente eterno, e vero e unico
dio, destinato a tale immensa, infinita, necessaria e eterna felicità.
la filosofia di severino è quindi …
1.] filosofia del futuro e della tecnica.
3.] filosofia dell’eterno e del destino.
4.] filosofia della gioia e della gloria.
questa filosofia sta nell’inconscio dell’uomo, non solo dell’“uomo
severino” ma di tutti gli uomini e dei giovani, per cui con questa filosofia,
che enuncia l’inevitabilità del trionfo della tecnica, del suo progresso
infinito e della minaccia, violenza e dominio infiniti della tecnica, il
cristianesimo e le altre ideologie devono confrontarsi. si osserva ora quanto
segue: la tecnica e il suo potere, dal punto di vista filosofico, sono una “scoperta”
di heidegger e di severino. ma mentre heidegger cerca eticamente un argine al
potere della tecnica, o almeno il fondamento di un costume che possa far convivere
serenamente l’uomo con essa, severino è invece il filosofo che fonda la massima
liberazione della potenza della tecnica, senza però avere colpa di tale
liberazione, perché per severino la volontà di potenza è un errore, che egli
certamente non vuole commettere, guardando il tutto dal lato dell’eternità
delle cose. severino non provoca la potenza della tecnica, solo la constata. ma
il biologo molecolare, l’ingegnere genetico e l’astronomo non sono filosofi e
non hanno coscienza del potere della “Tecnica”, ma solo delle loro singole “tecniche
specifiche”: essi sono cioè ideologicamente “non consapevoli” [come riconosce
severino]. pur essendo senza colpa, è quindi severino che dà/offre allo
scienziato la “coscienza della tecnica” e del suo potere, potenzialmente infinito
e inevitabile. in questo senso severino è il filosofo del futuro e della
tecnica [proteggendosi da ciò, con l’essere il filosofo dell’eterno e del
destino, di cui egli non ha colpa], perché la tecnica [cioè lo scienziato] prende
coscienza del potere della “Tecnica”, della sua infinità e inevitabilità, proprio
grazie alle tesi di questo filosofo, che quindi è l’ideologo
della tecnica e della civiltà della tecnica.
nota
nel suo libro "il mio scontro con la chiesa",
severino riporta il giudizio di heidegger sulla sua
filosofia [riferito a severino in una lettera a lui indirizzata da
parte di padre antonio meneghetti]: "ma è logico: è la
negazione di qualsiasi trascendenza, tanto più divina ...
oserei dire che il mio "esserci" è assolutizzato in una sfera
immutabile ..." [heidegger].