epistemismo e gnosi
per
gnosi si può intendere ogni idea/pensiero/sistema di
pensiero/ideologia
che identifica la salvezza [“io sono salvo, io sono già
salvo, io sono a
posto così ”] esclusivamente con un momento conoscitivo di
tipo “intelletualistico-teorico”
[posto che la salvezza “vera” – quella, per
semplificare al massimo, “cattolica” – è
sempre forma di conoscenza, perché anche il
sacrificio e la virtù appartengono all’esperienza del
soggetto, l’esercizio
della volontà è anch’essa esperienza, e
l’esperienza è forma conoscenza], dove
“intelletualistico” significa:
prevalenza
del sapere teorico
sulla virtù pratica [quest’ultima è data dalle
“opere”: metaforicamente/biblicamente, il “portare la
propria croce”, che significa innanzitutto “fare
–
tendenzialmente - il proprio dovere”].
Ciò detto sembrerebbe che i
contenuti posti in questo sito siano “gnostici”, in quanto intellettualistici,
e tali perché sembrano molto teorici. Ma tali contenuti sono in realtà espressi in un linguaggio elementare. L’epistemismo, definibile non
come l’ambito del sapere vero, essendo tale ambito [metaforicamente] forse una mera
“pretesa”, ma come l’intenzione-veritativa di una ricerca ispirata dal
desiderio più puro, o che tale vorrebbe [appunto intenzionalmente] essere, e
ciò è sufficiente perché lo sia,
ovvero i contenuti espressi in questo sito non sono gnosi perché:
- la ricerca-epistemica non dice
che la conoscenza dell’episteme procura la salvezza;
- ma dice che l’uomo deve fare il
dovere …
- … e può farlo [oggi] se sa
perché farlo …
- … e lo sa [anche] grazie
all’episteme, per cui …
- … l’episteme è quella teoria
generale della realtà che non si sostituisce alle opere [altrimenti sarebbe
gnosi], ma che orienta alle opere [perché ne conosce il senso] …
- .. e appare come razionalismo-assoluto
semplicemente perché, volendo spiegare l’opportunità delle opere, cerca di
farlo in modo [assolutamente] convincente, ovvero in modo da sottrarre l’uomo
al dubbio.
L'episteme vorrebbe dimostrare all’uomo la necessità e/o
opportunità delle opere [cioè volendo dirgli: “porta la tua croce”, che a volte
è anche leggera], e cerca di dimostrarlo in modo che l’uomo sappia veramente
[cioè secondo verità] perché operare il bene e perseguire il Bene. La
ricerca-epistemica vuole essere convincente, e per
esserlo vuole usare tutte le potenzialità speculative del pensiero, ovvero esaurirle: il sapere teoretico spiega all’uomo perché agire, per sé e per gli altri.
Circa la “funzionaltà”
[ipostatica-pragmatico-sacramentale] dell’episteme alla salvezza ...
- l’episteme non serve
[strutturalmente-ipostaticamente] alla salvezza;
- oggi molti uomini
non agiscono più il bene senza un “perché”;
- la ricerca-epistemica cerca di
spiegare questo “perché fare il bene”;
- quindi l’episteme non è
necessario per struttura, ma appare utile per funzione.
Tutto ciò si inserisce sul senso
dell’episteme e sul senso dell’esistenza, a cui appartiene il tema del “conosci
te stesso”.