proposizioni sul rapporto soteriologico tra libertà e struttura
nell’ambito della creazione e della storia della salvezza
si è detto che [già uomo prima
della creazione] dio deve incarnarsi nel grembo di maria per acquisire la
specifica informazione genetica [DNA] dell’uomo_creaturale, allo scopo di creare
[o generare] in paradiso la base_genetica_organica della futura strutturale compatibilità divina e
umana [condizione per l’inabitazione dell’anima_beata in dio].
ma dio non avrebbe potuto creare
l’uomo direttamente in paradiso e non avrebbe potuto creare
dentro di sé questa
base già direttamente senza tutto questo processo [che è
la storia della creazione] ? già nel 1991 [da quando è
iniziata la ricerca_epistemica] ci si è chiesti: “perché dio non ha creato l’uomo direttamente in paradiso, direttamente
già salvo, direttamente già inabitato in dio ?”. questa può essere la
risposta:
1.] dio non è solo amore, volontà
e libertà, dio è anche struttura.
2.] questa struttura lega dio
alle altre strutture della realtà_necessaria, che pongono limiti e vincoli alla struttura di dio.
3.] perché una creatura possa
esistere, e quindi necessariamente esistere inabitata in dio [luogo naturale dell'anima_beata], dio deve creare
la stuttura della creatura e legarla a queste strutture della realtà_necessità,
interne ed esterne a dio.
4.] in dio [limitatamente al suo
corpo] il tempo eterno è ciclico [metabolismo organico_biologico
del corpo di
dio: per questo l'uomo presenta un suo metabolismo organico]: sempre il
figlio esce dal padre e rientra nel padre [gv 16, 28], e dio
può creare solo quando il figlio esce dal padre [per quei
vincoli: punto 2.]]: per questo il creato è
inizialmente [adesso] esterno a dio [poi introdotto all’interno
di dio
nell’apocatastasi, nella fase di re_ingresso del figlio nel
padre: 1 cor 15,
24; mt 24, 22].
5.] solo se la struttura della
creatura è altra e indipendente dalla struttura di dio,
l’uomo è libero, e solo
se l’uomo è strutturalmente libero, può inabitare
in dio [per non essere un
“robot”, ma un “uomo di vera carne”: con un
robot dio non può completarsi, con
un "vero uomo" (perché libero), dio può completarsi.
l’uomo arricchisce dio (mt 16,
26 b), perché l’uomo gode di dio, e dio partecipa del
godimento dell’uomo, cioè l’uomo (limitando il
discorso alla felicità e non parlando del senso) dà a
dio una felicità maggiore di quella che dio possiede da solo
senza l'uomo (prima della creazione dell'uomo dio è perfetto,
perchè, inesistendo l'uomo, non sono possibili
confronti)/così le opere dell’uomo non danno
qualcosa a dio, che dio non abbia, ma esse trasformano l’uomo, e
l’uomo, con se
stesso, dà a dio qualcosa che dio non ha prima della creazione:
l’uomo stesso salvato in paradiso e unito a dio] [dio ha creato
l'uomo non per uno scopo altruistico, ma egoistico (anche perchè
essa è costata a dio un sacrificio): se la creazione dell'uomo
non conducesse ad un pieno appagamento di dio, ma fosse stata decisa
solo per l'appagamento dell'uomo, dio non avrebbe creato/da ciò
non segue che l'uomo deve essere egoista: infatti dio trae appagamento
dall'unione con tutte le creature, che lo imitano come dio_amore].
6.] perché la struttura dell’uomo
sia indipendente dalla struttura di dio, questa struttura deve essere
esistenzialmente simile alla struttura di dio: non [solo] fondata su dio, ma fondata
direttamente [su dio e] sul principio.
7.] ma dio trae [ex_nihilo] la struttura
creata [inizialmente dal principio e anche] da se stesso: per la parte in cui la
struttura creata [le "colonne" del creato] dipende ancora da dio prima
dell’apocatastasi, si ha il male nella creazione, per la dissimiltà delle due
strutture creaturale e divina. quella divina è fondata sul principio, quella umana è [ancora] fondata su dio.
8.] quindi, da un lato la
creazione è inizialmente esterna a dio e al paradiso, dall’altro dio non può
direttamente crearsi con l’uomo già inabitato in lui e con il proprio DNA già
fuso/unito con il DNA dell’uomo, perché l’uomo deve essere posto
indipendentemente/come indipendente da dio. sono associate a questo argomento
alcune considerazioni morali: questa indipendenza dell’uomo da dio si riflette ad
esempio sulla necessità delle opere di salvezza [l’uomo deve salvarsi anche da
solo], fatta salva la necessità [anche sufficiente] della grazia divina [a date
condizioni]; il fatto che il figlio deve maturare e staccarsi dal proprio
genitore [per ritrovarlo in paradiso e unirsi con esso].
9.] quindi la teologia epistemica
è una teologia di “struttura”, di
“vincoli”, quasi una forma di “ingegneria”
di dio e del creato [è una "biologia" di dio], e si comprende
quindi come l’episteme si sia positivamente
appropriato della tecnica. una proposizione provocatoria di severino
come “dio
è il primo tecnico” non impressiona più,
perché essa non è retorica, ma è vera:
cristo è la tecnica_organica [verbo e DNA] e per creare dio si
è servito della
tecnica_inorganica [spirituale e materiale] [simboleggiata dalla
croce]. in dio
è la tecnica, e dio crea servendosi della tecnica. quindi la
tecnica [che è anche interamente il corpo biologico di dio, come
dell'uomo, essendo il corpo una "macchina_organica"] è positiva
ed è al servizio dell’uomo come di dio. la “cattiva
tecnica” [la tecnica_violenta,
secondo severino e galimberti] è solo una non corretta
interpretazione
dell’essenza della tecnica.
10.] si comprende così come anche
maria [e l’umanità] abbia dovuto da dio essere
“gettata [e anche abbandonata]
sulla terra”: perché la salvezza presuppone la
libertà dell’uomo, e questa
presuppone l’indipendenza della struttura del creato dalla
struttura di dio, e
quindi la “terra” [il creato] deve essere inizialmente
isolata da dio e dal
paradiso. l’“isolamento della terra”, di cui parla
severino, non è una
interpretazione: dio, per creare l’uomo, ha inseminato se stesso
anche con la
fecondazione artificiale [usata anche con maria] e ha creato la
creazione,
esternamente al paradiso, in una specie di “incubatrice tecnica"
[la creazione è un
processo ingegneristico e tecnologico]. ma ciò che a dio
è lecito, all’uomo [peccaminoso e ancora esterno a dio e
al paradiso] è
proibito: a dio l’uso della tecnica è lecito,
all’uomo questo uso deve
rientrare nei limiti del diritto_naturale e dell’etica_cattolica.