l’epistemizzazione del kantismo come esempio di rivoluzione_epistemica
e di analogia_epistemica
[applicazione del paradigma dell’imago_dei]
questo paragrafo illustra il modo
di procedere tipico dell’episteme: poiché l’uomo è a immagine di dio [paradigma
dell’imago dei: gn 1, 26], conoscere l’uomo [kantismo] significa conoscere dio
[kantismo applicato al processo conoscitivo di dio] e l’anima_paradisiaca
[configurazione normale dell’uomo: uomo in paradiso], per tornare quindi
all’uomo, da cui si è partiti. non dunque una teologia negativa [che pure
l’episteme accoglie in quanto paradigma di ricerca positivo], ma una teologia
perfetta, in quanto la conoscenza dell’uomo è perfetta conoscenza di dio. anche
dio ha un noumeno, un fenomeno, i suoi schemi [che sono il verbo] filtrano il
noumeno, e il fenomeno è il “mondo come rappresentazione” [schopenhauer/nella
panteizzazione_cristica del mondo eterno: spinoza], quindi anche la conoscenza
di dio è di tipo “soggettivo”, perché solo il soggetto è sede della conoscenza,
e la conoscenza è solo per il soggetto e del soggetto. una conoscenza divina anche
oggettiva, perché l’intero dell’essere è formalmente tracciato nell’inconscio
di dio, e sostanzialmente esperito nella sua sensibilità: la sensibilità è
stata in dio posta dal principio per questo: per rendersi da dio esperibile
come suo piacere ed estasi [in cristo].
argomentazione
se il principio, che è il puro
esistere, pone dio, allora lo precede, e precede dio anche lo sviluppo
dell’essere dal principio [massima semplicità] a dio [massima complessità],
sviluppo che include una realtà complessa, che è di tale complessità da
precedere evolutivamente quella di dio.
tutto ciò che precede dio è
epistemicamente detto noumeno, cosa in sé e “X_sconosciuta”, che, poiché
precede esistenzialmente il soggetto conoscitore [la conoscenza è solo del
soggetto e nel soggetto, che è dio, è cioè propria del soggetto divino e
avviene in esso, soggetto che è pensiero ed è il pensiero], tale noumeno
[principio e sviluppo, con gli stadi delle ipostasi intermedie: essere e cosmo]
non viene esperito da dio e non dovrebbe da dio essere conosciuto [perché viene
prima della conoscenza, posta da esso/noumeno/principio, che è a priori
rispetto alla conoscenza/soggetto/pensiero/dio].
dio conosce ciò che lo precede,
perché l’intero, che lo precede, si riproduce dopo di dio:
1.] lo conosce come intero
riprodotto al suo interno;
2.] lo conosce come intero
riprodotto all’interno del soggetto del figlio, riproduzione del padre;
3.] lo conosce come intero che è
il soggetto del figlio stesso, che, in quanto identificato all’Intero, è detto
verbo [intelletto] [la ragione di hegel, che è lo spirito_santo, serve al
completamento dell’intelletto_figlio, perché il verbo deve chiudere, in dio, il
ciclo della conoscenza divina];
4.] il verbo non è solo
intelletto [pensiero], ma anche linguaggio, essendo detto “verbo” [= parola]:
dio esperisce a posteriori il principio che lo pone a priori, perché il
principio “scrive” se stesso e il suo rapporto a priori con dio nella parola
del “verbo”, cioè riproduce il rapporto principio-sviluppo-dio nell’inconscio
cognitivo di dio, e la generazione del verbo dal padre è il fattore maieutico
che attiva a posteriori lo schema inconscio, consentendo a dio di leggere nel
conscio tale parola/schema scritta nel suo inconscio, l’inconscio essendo in
dio [e nell’uomo] la realtà mentale che si riferisce a ciò [noumeno] che
precede dio esistenzialmente/ipostaticamente.
nel livello cosmico della realtà_necessaria
[preceduto dal livello del mondo_ontico, che è l’essere, inteso come ipostasi/stadio
dell’esistenza successivo al principio], l’ipostasi del cosmo precede dio
[detto “linea”], ovvero sta “sopra la linea” a priori di dio come
1.] cosmo spirituale/spazio_temporale/trascendente
2.] cosmo
materiale/spazio_temporale/immanente
3.] [per la matrice dimensionale,
esistono anche la trascendenza_materiale e l’immanenza_spirituale, incrociate a
matrice con le altre due dimensioni di cui sopra], …
… mondo_cosmico [noumeno], parte
del noumeno_Intero, al cui centro sta la tecnica/paradiso e dio, al
centro di questa ultima: dio è il centro dell’essere.
“sotto la linea” sta la
riproduzione del mondo_cosmico a priori di dio, come cosmo_eterno secondo
aristotele a posteriori di dio, cosmo [fenomeno] che è parte del fenomeno_Intero.
secondo la gnoseologia_kantiana
l’uomo ha un apparato categoriale [schemi mentali] che filtra come schema della
mente il dato caotico dell’esperienza, dandogli la forma dello schema mentale
umano [ad esempio, lo spazio e il tempo], così formando il fenomeno, che è
quindi il noumeno oggettivo, soggettivizzato. l’uomo non ha esperienza diretta
di come è il mondo in sé [noumeno], ma ha esperienza di come è il fenomeno,
cioè il noumeno filtrato dagli schemi della mente umana.
poiché, secondo l’episteme, in
base al paradigma dell’imago dei, l’uomo è a immagine di dio, la
gnoseologia_epistemica applica il kantismo alla teologia: come si è detto,
anche dio ha un cosmo_noumenico, che lo precede, ed un cosmo_fenomenico che dio
esperisce, e il verbo è l’apparato schematico mentale di dio, che traduce il
noumeno in fenomeno.
per dio il noumeno non è il
principio che aristotele, interpretando talete nella sua “metafisica”, dice
essere secondo talete “corporeo e materiale”: il noumeno è il puro esistere
astratto, che ha una sua “grammatica” rigorosa [detta epistemicamente “logica”:
cioè la struttura ipostatica dello sviluppo del principio, conseguenza del suo
auto_fondarsi], “grammatica” sintetizzata nella complessità “informatica” del
verbo. la carne [seconda natura di cristo] è il luogo del fenomeno materiale a
livello soggettivo, in cui il noumeno a priori di dio si rende a dio esperibile
a posteriori. la differenza sostanziale tra
1.] tra verbo_spirituale e
verbo_spirituale [estasi],
2.] tra verbo_spirituale e
carne_materiale,
3.] e tra carne_materiale e
carne_materiale [piacere], …
… consente al padre [di cui il
figlio è la mente/cervello in forma di “uomo”: una specie di “uomo interamente
cerebrale/cerebralizzato”] di conoscere la “sostanza” del principio come puro astratto.
fino a qui è stato applicato il kantismo alla conoscenza di dio. ma secondo l’episteme
il noumeno ha la stessa struttura del fenomeno: esiste una corrispondenza di
riproduzione tra:
1.] struttura del noumeno e struttura
della mente di dio [apparato categoriale = verbo];
2.] struttura della mente di dio
[apparato categoriale = verbo] e struttura del fenomeno;
3.] struttura del noumeno e
struttura del fenomeno.
si aggiunge quindi un elemento
tratto dall’epistemizzazione dell’hegelismo [= costruzione della realtà secondo
il soggetto]:
1.] il fenomeno [cosmo esperibile
in senso aristotelico] è costruito simultaneamente alla generazione del verbo,
…
2.] inoltre, e precedentemente, il
cosmo_noumenico, che precede dio, è esso stesso finalizzato a dio [secondo
quanto dice il finalismo di aristotele, applicato anche “sopra la linea”:
l’iperuranio platonico è cioè finalizzato al demiurgo]/la struttura del noumeno
del cosmo [cosmo_noumenico] è condizionata e strutturata, nella sua
ipostatizzazione, dalla derivazione di dio dal principio:
a.] la derivazione logica di dio
dal principio precede la derivazione logica del cosmo, posto sostanzialmente tra
il principio e dio;
b.] la derivazione sostanziale
del cosmo dal principio viene ad essere strutturata dalla derivazione logica di
dio dal principio;
c.] ciò significa che lo sviluppo
dell’oggetto, che termina nel soggetto, tiene conto, nel suo percorso, del suo
termine ultimo: dio/tra il principio e dio sta il cosmo di dio, e il cosmo di
dio è il cosmo per dio, cioè costruito finalisticamente per dio dal
principio.