confronto tra platonismo e episteme, con considerazioni
sull’aristotelismo
l’episteme riprende integralmente
il platonismo, e lo modifica nel modo seguente:
1.] l’essere pone l’uno_bene, ed
entrambi pongono il demiurgo/sequenza: essere – uno – demiurgo;
2.] l’uno_bene è scisso in
uno_matematico [collegato al tao] e nel bene, identificato con il demiurgo, che
è dio: demiurgo_bene = dio_bene;
3.] il demiurgo non è più ipotesi
secondaria, ma è il dio_cattolico, cioè il centro dell’essere ed il centro
psicologico dell’attenzione del credente, detto “dio”, credente che non deve
rivolgersi all’uno, ma solo a dio;
4.] questo dio è trinitario;
5.] tutta la realtà
soprastante/precedente dio [l’essere, l’uno, la diade e le idee] converge su
dio [è cioè finalizzata a dio: lo pone al centro dell’esistenza];
6.] si recupera così lo schema
quadripartito platonico [esistenza di molte realtà eterne e necessarie insieme
a dio/demiurgo];
7.] un opportuno dimensionamento
del cosmo di dio, e della sua creazione [creatio ex nihilo] consente di rendere
rilevante il neo_platonismo epistemico rispetto alla cosmologia contemporanea,
per il ri_orientamento dell’uomo nell’essere.
il rapporto tra platonismo e
aristotelismo [come in figura] …
… corrisponde alle esigenze
gnoseologiche del platonismo epistemico: se l’essere, l’uno e le idee sono
esterne al demiurgo, e lo precedono [e, nell’ottica epistemica, lo determinano
strutturalmente], come può dio conoscerle ? a questa domanda risponde il
seguente sotto_paragrafo:
considerazioni sull’aristotelismo [commento al paragrafo “critica e superamente del platonismo” in “invito al pensiero di
aristotele” di carmelo vigna]
1.] per spiegare adeguatamente il
rapporto tra platonismo e aristotelismo si identifica convenzionalmente il
demiurgo platonico [dio] con una “linea” di orizzonte. si fa riferimento non al
platonismo, ma al platonismo corretto e integrato epistemicamente;
2.] l’essere, l’uno e le idee
platonici stanno sopra la linea;
3.] il cosmo di aristotele sta sotto
la linea;
4.] l’identificazione tra
platonismo e aristotelismo si verifica se si identifica [plotinianamente] il
demiurgo con l’uno_bene [cioè se si sposta la linea all’uno]: in questo modo il
cosmo aristotelico viene portato al livello delle idee, e queste divengono le
forme della realtà;
5.] si è riflettuto su questo
passo del libro di vigna: “… Il
Parmenide … continua però a mantenere il caposaldo vero e proprio del
platonismo, ossia l’esistenza ontologica dell’intelligibile oltre il sensibile”.
si dice quanto segue:
a.] proprio in quanto l’essere,
l’uno e le idee stanno sopra la linea, dio può conoscerle solo nella loro
riproduzione/replicazione sotto la linea, e questo è il mondo di aristotele;
b.] quindi, il mondo sopra la
linea, platonico, esterno a dio, è detto “intelligibile” [non esperibile],
essendo il noumeno [in senso kantiano], il mondo sotto la linea, aristotelico
[con l’essere in quanto essere e il cosmo eterno], interno a dio, è
“sensibile”, essendo il fenomeno, cioè il noumeno duplicato dentro dio come
fenomeno, e così reso a dio conoscibile;
c.] di questo secondo mondo il
dio aristotelico è appunto il motore immobile;
d.] il plotinismo copre questo
secondo mondo, perché le emanazioni sono la trinitarizzazione di dio;
e.] quindi, nel platonismo
l’anima del mondo [coinvoltacon il creato] è adamo, nel plotinismo l’anima del
mondo [coinvolta con l’uno_dio] è lo spirito santo, mentre l’intelletto è il
verbo [= cristo].
6.] con attinenza alla critica
aristotelica alla dottrina delle idee, si dice che essa è anche corretta:
a.] nell’episteme le realtà
eterne sono esterne a dio e interne a dio, incrociate a matrice con il loro
essere estese e concentrate [punti_complessi]:
a1.] le realtà esterne a dio ed
estese [sopra la linea] sono le ipostasi del mondo platonico esterno a dio:
spazio, tempo, cosmo, tecnica, ecc.
a2.] le realtà esterne a dio e
concentrate [sopra la linea] sono le idee platoniche, cioè i processori
dell’intelligenza artificiale divina, ciascuno preposto al pensiero della relativa
realtà esterna ed estesa [idea dello spazio, idea del tempo, idea del cosmo,
idea della tecnica, ecc.];
a3.] le realtà interne ed estese
[sotto la linea] sono le ipostasi del mondo aristotelico interno a dio,
duplicazione del mondo esterno, per la sua conoscenza fenomenica: sono
identiche a quelle esterne, ma sono anche sensibili_fenomeniche;
a4.] le realtà interne e
concentrate [sotto la linea] sono le idee secondo s. agostino e secondo
aristotele, cioè l’idea come “ente logico” [vigna], cioè i concetti
dell’apparato categoriale mentale divino [kant].
7.] il rapporto tra aristotelismo
e platonismo è relativo alla questione dell’immortalità dell’anima, che pare
trascurata [nella concezione platonica, simile a quella cristiana] in
aristotele, in cui sembra mancare una prospettiva escatologica:
a.] a platone interessa
distinguere l’idea dalla copia, perché platone identifica un mondo per l’anima
risorta, l’iperuranio [il mondo delle idee];
b.] aristotele è invece come “già
risorto”: per lui il mondo da contemplare è il mondo apparente [che infatti
egli studia con interesse naturalistico]: se esiste in aristotele una dottrina
dell’immortalità dell’anima, da interpretare in senso platonico_cristiano [cioè
escatologico][dottrina che non si è trovata], certamente in aristotele l’al di
là si pone in continuità con l’al di qua: l’anima contemplerà dio come motore
immobile, come fa già nella vita terrena;
c.] ciò significa che aristotele adotta
lo schema tripartito [dio, mondo, uomo], perché per lui il mondo non è una
copia imperfetta dell’idea, ma è esso stesso l’iperuranio [sotto la linea, cioè
incluso in dio]: aristotele è come se vivesse nella condizione in cui vive
l’anima nell’iperuranio secondo platone, prima di cadere sulla terra o dopo
essere risorta in esso;
d.] l’episteme si trova così
nella condizione di dover giustificare la ripresa del platonismo non solo verso
la cosmologia contemporanea, ma anche verso l’aristotelismo:
d1.] nel cristianesimo [e così nell'episteme] il creato ["copia"] non viene
disprezzato come in platone: esso risorge trasfigurato, portato da dio
nell’iperuranio [sito_paradisiaco];
d2.] il mondo sotto la linea è
eterno [non è cioè il creato], per concepire il mondo di aristotele, che non è
quello creato secondo il cristianesimo, e già quello aristotelico è un mondo
che l’episteme deve giustificare;
d3.] ma il mondo platonico sopra la linea è
il mondo per dio, come il creato è il mondo per l’uomo: ipotizzarlo significa
razionalizzare la concezione di dio in termini evolutivi. infatti,
aristotele presuppone il motore
immobile come già dato: l'episteme invece ne spiega l'origine.
nell'episteme l’essere e l'uno sono realtà semplici, e
dio, come motore immobile, è realtà complessa in
quanto evoluta, la cui complessità deve essere razionalmente
spiegata/così infatti
l’uomo, che è a immagine di dio, è
realtà complessa: lo schema quadripartito, distinguendo dio
dalle altre realtà necessarie, e ponendo questa prima di dio e
sopra dio, utilizza tali realtà per costruire la realtà
organica complessa di dio;
d4.] a questo punto, il platonismo [schema quadripartito] è
giustificato, e va giustificato anche l’aristotelismo [mondo
sotto la linea]/lo si è fatto in termini
gnoseologici kantiani: il mondo aristotelico interno a dio è la
riproduzione
fenomenica del mondo platonico esterno a dio, che, in quanto tale,
è noumenico,
e quindi solo [inconsciamante] intelligibile, mentre la sua
riproduzione
fenomenica interna a dio, come mondo aristotelico, consente la
maieutica del
primo, come mondo esperibile in modo sensibile.