due proposizioni epistematiche: rapporto tra kant e putnam/rapporto tra
gnoseologia kantiana e gnoseologia epistemica
circa il fondazionalismo
metafisico
1.] prima proposizione: solo in
riferimento alla posizione attuale dell’uomo nella mappa dell’essere creato [ma
con dottina generalizzabile per la realtà virtuale creata e non creata, umana e
divina], ma gnoseologia kantiana deve essere integrata col paradigma dei
“cervelli nella vasca” [rapporto tra io_penso e computer, tra dato empirito e
forme a priori dela mente, e input elettrico_sensoriale trasmesso dal computer
e forme a priori del computer;
2.] seconda proposizione: l’esperienza,
in kant, va estesa dalla percezione al linguaggio e quindi allargata a questo:
la gnoseologica epistemica potrebbe cercare [per il fondazionalismo metafisico
e teologico] di trasformare la gnoseologia_kantiana legata alla percezione, in
una gnoseologia_kantiana in cui il linguaggio ha lo stesso ruolo in kant della
percezione:
1.] nella percezione dio potrebbe
essere una forma a priori, ma il dato empirico non trasmette dio;
2.] nel linguaggio, invece, il
dato “dio” [parola_dio] si trasmette.
tutti i testi di filosofia, di
metafisica e di teologia presentano l’ipotesi di dio come credibile, perché
attivano, tramite il linguaggio su dio, il pensiero di dio. il pensiero [come
detto nelle dimostrazioni] è l’identificazione dell’anima_rete al mare_Intero [pensiero
= essere: parmenide], cioè nel pensiero di dio l’anima_uomo fa diretta
esperienza di dio, lo “tocca”, lo intuisce per vi si identifica [a livello di
schema a priori, cioè di idea].