dottrina del male: quarta teoria_epistemica [le altre teorie al
paragrafo …/m67.html_[…]]
si rileva la seguente disparità
di condizione tra l’uomo e Dio:
1.] Dio necessariamente deve
creare, in un dato momento posto nell’eternità [clinamen creativo]. Egli è libero,
perché può liberamente scegliere, e quindi casulmente ha scelto [giacchè, si
constata, egli ha scelto] il momento in cui creare, con l’atto etico creativo
[sforzo sacrificale: prima la castità, poi lo studio e la crocifissione
tecnologica/dubbio riguardo ad uno sforzo/tensione di tipo fisico_corporeo:
ruolo dell’omologo dell’apparato umano muscolare nella Carne, allo scopo di
attribuire senso valoriale non solo allo studio, ma anche al lavoro fisico
in Dio]. Ma esseri liberi di decidere quando creare nell’eternità, è come [anche
se/ma non è così] essere liberi di non creare: per questo Dio è detto libero;
2.] parimenti, anche l’uomo deve
creare, con la volontà etico_sacrificale [castità e studio], ed è libero di
farlo quando vuole: deve, come Dio doveva creare, e deve, nel senso che solo se
è etico ha la salvezza; ed è libero, perché [si constata] può peccare, ad
esempio di omissione [il peccato di omissione racchiude il senso di tutti i
peccati/per peccato si intende scientificamente un comportamento dell’uomo
differente rispetto alla volontà di Dio, concretamente]. quella che segue è quindi
la grande differenza con Dio, in cui si suppone posta la quarta teoria epistemica
del male, per i suoi presupposti strutturali, ancora di incerta definizione
[cioè non dati: tali presupposti sono la quarta teoria]: mentre Dio deve
creare, ma può creare quando vuole, senza alcuna conseguenza, l’uomo ha un
tempo ristretto per decidere di essere etico [l’etica è la forma
umano_terrena della creazione, per l’uomo, adesso], e poiché, se egli non
decide in tempo [parabola evangelica delle vergini stolte] è/viene
infernalizzato [= dannato], in qualche modo non solo l’uomo deve essere etico
[come Dio deve creare l’uomo], ma [a differenza di Dio] è costretto ad
esserlo:
sia per il tempo ristretto, sia per le conseguenze della
inerzia/disallineamento/disobbedienza, e in questo tempo ristretto e in
tale
forzosa costrizione sta una differenza radicale della condizione
dell’uomo dalla
condizione di Dio, differenza che pone il male nell’uomo [la
precedente differenza, detta s_fasazione, riguardava il momento della
co_azione umano_divina, qui invece si parla del tempo che racchiude
l'azione, e dei limiti di questo tempo: illimitato per Dio, ristretto
per l'uomo].
ciò detto, si aggiunge che,
poiché l’uomo è diverso da Dio in questo senso, egli è forse “spannato” rispetto
a Dio: [si sta qui pensano a Lucifero, le cui “lacrime” sono quelle dette “del
coccodrillo”: piange per la sua angoscia, allo scopo di essere messo in grado
di rimediare, ma, posto in tal grado, mai rimedierebbe …] … se l’uomo fosse
posto nell’eternità come Dio, mentre Dio certamente creerebbe l’uomo, l’uomo
invece mai creerebbe l’uomo [cioè Dio, eticamente], se fosse egli stesso al
posto di Dio, come Dio: cioè, l’inerzia di colui, che viene dannato, è
l’inerzia invincibile di un uomo che mai decide di cambiare, prolungando
all’infinito il tempo della sua adesione etica a Dio [= “conversione”, per
usare un termine tratto dal catechismo]: anche Dio ha davanti a sé un tempo
infinitamente prolungato per decidere di creare, e Dio certamente creerà/invece, a causa del male, se
l’uomo potesse creare Dio [cioè anche fare il suo bene] nello stesso periodo di
tempo che ha Dio [l’eternità], non solo il potenziale dannato non fa il suo
dovere nel ristretto tempo che gli è dato in terra, ma [a causa del male] mai
lo farebbe: perciò Dio fa questo suo calcolo [che forse è citato nel vangelo]:
1.] quello che un uomo non sa
fare [non ha voluto fare] nel breve periodo, …
2.] … egli non saprebbe/vorrebbe farlo
neppure dell’eternità, …
3.] … e quindi è inutile, agli
occhi di Dio, concedere infinite opportunità [che il tempo limitato del processo creativo neppure concede].