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HOBBES
Hobbes nasce a Westport in
Inghilterra nel 1588 e muore a Londra nel 1679. Egli è ricordato soprattutto
per il suo sistema di filosofia politica.
Alla base del sistema politico
di Hobbes c’è la considerazione della natura egoistica e quasi malvagia
dell’uomo, il quale, volendo per sé i beni della comunità degli uomini e
desiderando anche fare ad essi il male, è portato dai suoi istinti alla
distruzione del suo prossimo. Vige nello stato di natura la guerra di tutti
contro tutti. Ma la comunità degli uomini, mossi da tali pulsioni aggressive e
distruttive, si disgregherebbe, e non potrebbero più vivere ed esistere l’uomo,
la società e la civiltà. Ma nell’uomo sta la ragione, la quale è
un’intelligenza pratica, prudente e calcolatrice, che consiglia e consente agli
uomini di vivere in pace tra loro. Infatti, essa suggerisce che, per convivere
e poter realizzare l’altra fondamentale pulsione ed esigenza dell’uomo, e cioè
la volontà di sopravvivere e di vivere nel benessere, gli esseri umani devono
stringere un “patto”, con cui essi rinunciano al loro diritto sui beni degli
altri e trasferiscono la loro volontà di illimitata potenza ad una sola
persona, il sovrano o un’ assemblea.
Ciò porta all’uscita degli
uomini dallo stato di natura e pone il fondamento dello Stato, il quale è quel
“grande Leviatano”, o “Dio mortale”, che, avendo ottenuto dagli uomini, in modo
irreversibile, l’autorità di fare le leggi, garantisce ad essi, con la forza,
la pace e la sicurezza interna alla nazione e la difesa dai nemici esterni.
Il potere dello stato è assoluto
e quasi senza limiti, affinchè esso possa raggiungere il suo fine, cioè lo
stabilirsi della pace e della prosperità tra gli uomini.
Hobbes è un giusnaturalista, ma
è insieme anche un positivista giuridico. Egli è giusnaturalista perché pone
nella natura dell’uomo, cioè nella sua ragione, il fondamento delle leggi
umane. Questa ragione è limitata, ma appartiene alla natura. Egli è altresì
giuspositivista, in quanto afferma che la legge dello stato esige di essere obbedita,
e ad essa stessa appartiene il giudizio sul bene e sul male, per cui l’idea di
giustizia non sta a fondamento della legge, ma la presuppone come superiore
interesse dello Stato, comunque finalizzato al bene dei cittadini.
Nel Leviatano di Hobbes è posto,
quindi, il fondamento dell’assolutismo monarchico.
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