HEGEL
Hegel nasce a Stoccarda nel 1770 e muore a Berlino nel
1831.
La sua filosofia si inquadra nel clima culturale del
romanticismo, di cui è una delle massime espressioni filosofiche, in quanto
pensiero dell’infinito, dello spirito e dell’assoluto. Il romanticismo è
l’atmosfera culturale, che ha attraversato l’Europa del 1800, caratterizzata
dal culto dei classici, delle tradizioni dei popoli e del concetto di
“nazione”, e dall’attenzione ai temi dello spirito, dell’infinito e della
religione.
Hegel muove dal principio secondo cui “ciò che è razionale
è reale; e ciò che è reale è razionale”. Con questa formula egli intende dire
che la razionalità investe di sé l’intera realtà del mondo, e che il mondo è il
dispiegarsi del divino, inteso come Idea o Ragione. Sicchè compito della
filosofia è giungere alla comprensione concettuale (che è, insieme,
autocomprensione dell’uomo e dello Spirito Assoluto, il quale, in ultima
analisi, è l’uomo stesso) che la storia è dominata dalla ragione, che in essa
vive e si incarna.
L’Idea, forma in cui vive l’Assoluto, inteso come spirito
divino, attraverso il momento della Natura, in cui essa esce da se stessa,
ritorna in se stessa dialetticamente come Spirito Assoluto, attraversando le
varie tappe storiche e sociali della sua maturazione ed autocomprensione.
Quest’ultima si completa nel momento della massima eticità, che si realizza
nello Stato. La ragione completa il suo sviluppo storico nell’identificazione
tra l’uomo, lo Spirito Assoluto e lo Stato, il quale è “ingresso di Dio nel
mondo” (si può quindi parlare di una forma hegeliana di “statolatria”).
L’autocomprensione dello Spirito Assoluto avviene attraverso i momenti
dell’arte, della religione e della filosofia, ma solo in quest’ultima esso
giunge al concetto pieno di sé, venendo ad essere superate le precedenti forme
inadeguate del pensiero.
La dialettica è la scienza dell’Idea, il cui sviluppo
avviene per gradi: posto il momento della tesi, l’Idea si incarna in un’antitesi
(come la Natura), per poi rientrare in se stessa nella sintesi suprema
dello Spirito Assoluto. Tesi, antitesi e sintesi sono i tre momenti della
dialettica hegeliana, la quale informa di sé tutti i momenti dello sviluppo
dello Spirito nella storia del mondo.
Con Hegel, pertanto, si può dire che la filosofia cessa di
costituire un mero esercizio astratto del pensiero, e, come Platone e
Aristotele avevano identificato in essa la via per la felicità, torna a
costituire lo strumento necessario attraverso cui l’uomo può giungere a
comprendere se stesso come parte del mondo, e anche come parte “privilegiata”
di esso, destinata all’Assoluto.
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