OTTAVA DIMOSTRAZIONE
L’uomo intuisce il concetto di necessità (“l’essere è e non può
non essere”: Parmenide). Quindi l’uomo è la necessità (perché
pensare una cosa – la necessità -, significa essere, in parte,
quella cosa: “è la stessa cosa pensare ed essere”: Parmenide). Ma
l’uomo intuisce anche la contingenza (perché l’uomo può cadere).
Quindi, l’uomo è anche la contingenza. Perciò l’uomo è sia
essere-necessario, sia essere-contingente. L’uomo è necessario
perchè posto dall’esistenza pura, come Dio. Ma l’uomo è creato da
Dio, secondo il Magistero: l’uomo è necessario, nel senso che Dio ha
in progetto di creare l’uomo, e questo progetto è necessario.
Secondo il Magistero, Dio ha creato l’uomo liberamente: questa
libertà sta nel momento della creazione, deciso da Dio
nell’eternità, e non nella possibilità assoluta di non creare, che
non c’è. Quindi, l’uomo non è frutto del mero capriccio di una
volontà divina casuale, ma è creatura necessaria, come forma
dell’assoluto. Infatti, l’esistenza pura ha posto in Dio la
possibilità temporale e la necessità causale, che Dio, da perfetto,
diventi più-che-perfetto con la creazione dell’uomo, il quale non è
poco agli occhi di Dio: quanto più piccolo è l’uomo davanti a Dio,
tanto maggiore è il suo godimento di Dio, e quindi tanto maggiore è
il godimento di Dio, che partecipa del godimento dell’uomo. Ma
poiché l’esistenza pura ha posto l’uomo secondo necessità, essa non
può non aver posto anche un essere, che sia totalmente necessario, e
non anche essere-contingente, come l’uomo, perché l’esistenza pura è
necessaria. L’essere totalmente necessario, con la forma dell’uomo
(decima dimostrazione), cioè essere organico pensante, è Dio, solo
essere-necessario.