DIMOSTRAZIONE_64:
SEVERINIANA_SECONDA
per la dim_5 [severinina_prima], Dio esiste perché deve
esistere un conscio [= Dio] a cui appaia l’apparire in_conscio dell’in_conscio
dell’uomo, perché l’apparire, anche se in_conscio, è sempre apparire per un
conscio.
Ora, invece, si constata che, poiché “l’essere è e non può non_essere” [Parmenide e Severino] [ma, in
conseguenza di quanto si è detto nell’integrazione_Y della dimostrazione 55,
già si inizia a dire che “l’essere (degli
enti) è, e può anche non essere, affinchè solo l’essere_puro sempre sia e mai
non sia”, o
addirittura anche quest’ultimo può non essere, affinchè sempre esista solo la
prima determinazione della struttura proto_ontica dell’essere in sè], anche
l’apparire conscio dell’uomo deve sempre essere, e poiché l’uomo vede e non
vede, la continuità del contenuto del conscio dell’uomo deve continuare, come
detto, ad apparire, a allora essa appare ad un conscio diverso da quello
dell’uomo, cioè al conscio di Dio, che quindi esiste [come condizione della
continuità dell’apparire appartenente agli occhi dell’uomo].
ciò fa venire in mente l’immaterialismo e
idealismo_gnoseologico di Berkeley, e ora si cerca di vedere se nella sua
filosofia è contenuta una dimostrazione.
Intanto si constata che questa dimostrazione è già
berkeleyiana, ma Berkeley non ha riflettuto sul rapporto tra essere ed ente, in
senso parmenideo, egli ha detto che ciò che scompare continua ad apparire in
Dio, solo per la ragione che viene riportata nella dim_65 successiva a questa.