SESTA DIMOSTRAZIONE (CARTESIANA: questa dimostrazione è
così denominata perchè presuppone
il "cogito ergo sum" di
Cartesio/LUDICA_PRIMA)
Questa dimostrazione presuppone la riforma del principio di non
contraddizione: l’identità presuppone due termini, e quindi la loro
distinzione. Ma la distinzione è differenza, e quindi l’identico
presuppone il diverso. E allora una stessa cosa può divenire in
altro da se stessa e rimanere identica a se stessa nel
contempo, e ciò, consentendo il divenire nel rispetto del
principio di identità e di non contraddizione, confuta la
considerazione secondo cui il divenire non sarebbe possibile, perché
una cosa non può essere diversa da se stessa. Il passaggio dalla
riforma del principio di non contraddizione (per il quale è
impossibile che una stessa cosa sia e insieme non sia nello stesso
tempo ciò che è: e invece è possibile) alla sesta
dimostrazione consiste nella considerazione che una cosa può essere
e non essere la stessa cosa (perché l’identità presuppone la
distinzione e, quindi, la differenza: riforma del principio di non
contraddizione), perché i due termini dell’identità si
sdoppiano,
e nella differenza tra i termini doppi si scarica la differenza tra i
termini originari dell’identità. Ciò posto,
è possibile spiegare la sesta dimostrazione. L’uomo pensa
l’essere. Ma pensare una cosa significa essere (in parte) quella
cosa. Se quindi l’uomo pensa l’essere, l’uomo
è l’essere. Ma se l’uomo è l’essere,
allora l’essere è l’uomo. Ora, l’essere e
l’uomo si sdoppiano (perché l’uomo è
l’essere, e quindi è anche diverso dall’essere, in
quanto è distinto da esso). Ma se si sdoppiano, l’essere
non è solo l’uomo, ma è anche un altro uomo (doppio uomo). E poiché
l’essere è infinito, quest’altro uomo è infinito, e quindi è l’Uomo,
cioè l’Uomo-Dio (Gesù Cristo), Dio.