DIMOSTRAZIONE_55: TRANSITIVA [detta
così nello stesso senso della “mediazione” di cui alla dim_47]
[con problema e sua possibile soluzione]
premessa
questa
dimostrazione riprende gli argomenti della dim_6 e della dim_47, e
sembra
invalidarli [cioè togliere loro plausibilità],
perché essi dimostrano che
esiste Dio come un “Uomo” [soggetto vivente e pensante come
l’uomo] dimensionalmente infinito, ma ciò che
è infinito non per questo [sembra]
dovrebbe essere eterno [immortale]: si potrebbe dire che un essere sia
dimensionalmente
infinito [immenso] e purtuttavia mortale, cioè non eterno.
questa dimostrazione
dimostra invece l’esistenza di un soggetto eterno, ma è in
difetto perché non
dimostra che è infinito [come lo dimostrano le altre due
dimostrazioni]. Le tre
dimostrazioni si completano reciprocamente, solo se si afferma e si
dimostra il
seguente principio [principio della correlazione necessaria
infinito/eterno]:
1.]
poiché ciò che è infinito è anche eterno e
ciò che è eterno è anche infinito …
2.]
… un soggetto infinito è anche eterno e un soggetto eterno è anche infinito …
3.]
… e questo soggetto, se esiste, è Dio.
questo
principio può essere [non ancora dimostrato ma] descritto/reso plausibile
considerando quanto segue:
1.]
l’infinito [la cui esistenza è dimostrata nella dim_3] è legato al principio;
2.]
il principio è eterno, perché “l’essere è e non può non essere” [Parmenide];
3.]
quindi, l’infinito è sempre anche eterno.
problema
[rilevazione di
problema]
il
Creato è infinito ma non è eterno. questo problema è legato al rapporto tra
infinito e principio, e dovrà essere risolto.
soluzione [possibile soluzione]
potrebbe esistere una differenza qualitativa
tra l'infinito_non_creato del reale_in_creato [mondo_divino] e
l'infinito_creato del reale_creato [il Creato] [forse derivante da una
differenza qualitativa delle loro relative esistenze/condizioni
esistenziali]: in questo modo l'episteme può accogliere
l'analogia intesa nel senso tomistico [differenza tra l'esistenza di
Dio e l'esistenza della creatura]. ci si limita qui a porre una
differenza tra i due infiniti.
dimostrazione [Dio esiste come
soggetto eterno]:
1.]
l’uomo esiste;
2.]
la necessità esiste;
3.]
quindi l’uomo, per la mediazione dell’esistenza, a cui sono entrambi identici,
perché entrambi esistenti, è anche identico alla necessità [ed è dubbio che ciò
che esiste, non esista in quanto necessariamente esistente, ma non nel senso di
eterno, bensì nel senso di connesso, nel presente, alla necessità intesa come
carattere di quel principio esistenziale, che non è Dio, e alla cui esistenza
tale essente parcecipa, in quanto ente che esiste: necessità come
esistenzialità presente, non necessariamente (per il Creato) in quanto necessariamente causata
esistente];
4.]
si devono allora trasferire i caratteri dell’uomo [soggetto: vita e pensiero]
alla necessità [= eternità] [in tale trasferimento sta la transitività, e
stanno le dim_6 e dim_47];
5.]
deve allora esistere una necessità [= eternità], che sia vita e pensiero, e
tale è Dio.
nota
la presente
dimostrazione è in tutto identica nella forma alla dim_6
e alla dim_47, ma ora il secondo termine dell’identità
è la necessità [il primo è l'uomo in tutte le tre
dim], e quindi non è
qui dimostrato Dio come soggetto_infinito, ma solo Dio come
soggetto_eterno [perchè la necessità è legata al
tempo e il tempo necessario è l'eternità]: le tre
dimostrazioni si completeranno reciprocamente nella dimostrazione
unitaria
[sintesi di tutte le dimostrazioni], ma già si completano se
è vero il suddetto
principio.
integrazione_X
la dimostrazione presenta un difetto: sono trasferiti alla
necessità, all’eternità e all’infinito anche i caratteri di ogni cosa che sia
una forma ipostatica [non un mattone, ma l’atomo] e gli animali, per cui
dovrebbe esistere, ad esempio, una giraffa con i caratteri di Dio [infinita ed
eterna].
si trascura il problema degli oggetti inanimati [anche gli animali
hanno un anima: ciò che rileva è che essa sia auto_cosciente: questo fa la
differenza tra l’uomo e l’animale, non la presenza di un’anima], perché essi,
anche se assolutizzati, non diventano Dio [in quanto inanimati].
La giraffa, dunque, acquisisce il carattere di ente eterno
e infinito, allora si dice questo:
1.] anche se infinita ed eterna, la giraffa rimane priva di
auto_coscienza;
2.] in quanto [senz’altro] infinita e eterna, la giraffa
non è un animale infinito ed eterno, ma è l’infinita ed eterna idea mentale che
Dio ha di essa;
3.] invece, esiste l’Uomo con i caratteri dell’uomo;
4.] questa differenza si giustifica perchè solo nell’uomo
[o meglio nella sua anima auto_cosciente] esiste il pensiero del pensiero e
dell’esistenza [il pensiero astratto, ma ora questo con un significato ben
diverso da quel pensiero “astratto” che gli scienziati potrebbero comunque
attribuire alle scimmie, di cui le ricerca constatano l’intelligenza, e ciò con
provocazione, quando basta semplicemente dire che gli animali sono intelligenti
perché anch’essi a immagine di Dio, essendo lo Spirito Santo l’“animale”
divino], cioè il pensiero dell’astratto in quanto principio;
5.] questo pensiero significa un principio nuovo, che
consente di risolvere la difficoltà emersa nella successiva dimostrazione:
a.] l’uomo, l’Uomo e Dio, in quanto e solo in quanto
pensano l’esistenza, sono di proporzioni infinite ed eterne, fuori dell’idea di
se stessi, anch’essa infinita e eterna [nei differenti ordini], per cui …
b.] … la giraffa, in quanto non auto_cosciente, esiste come
infinita solo come idea [dentro la mente di Dio], e non infinita come
dimensione “esterna” di Dio [cioè non esiste una Giraffa_Dio]:
l’auto_coscienza determina l’espansione dimensionale del
pensiero e del suo corpo, o meglio ne è il presupposto, o meglio ancora, il
carattere parallelo [questa proposizione è un principio_epistemico].
integrazione_Y: ipotesi di confutazione del neo_parmenidismo
l'integrazione_X alla presente
dimostrazione, per la quale ogni essente [creato] si trasferisce
nell'eterno, per la mediazione dell'esistenza e, da questa, alla necessità, che
ne assume i caratteri, porterebbe l'episteme a fondare il neo_parmenidismo
["tutto è eterno"]. si avrebbe così un irrisolvibile paradosso
dimostrativo, perché una dimostrazione comporterebbe un’anti_dimostrazione,
essendo stato indicato nel presente sito che il neo_parmenidismo nega
l’esistenza di Dio [almeno del Dio_Creatore cristiano, o comunque di un Dio
libero/si trascura qui il problema della definizione di un Dio alternativo al
Dio della tradizione cristiana, anche perché l’uomo è un io e un io è libero,
quindi si ritiene sia difficile ovvero problematico definire un Dio che sia
meno dell’uomo, cioè un Dio non libero/la definizione di un uomo non libero è
una definizione che contrasta con la definizione dell’uomo come io
auto_cosciente e persona, ovvero semplicemente con la definizione
“classica”/più comune, normale e probabile dell’uomo].
per evitare questa debolezza/vulnerabilità
paradossale della dimostrazione si introducono i seguenti principii epistemici:
1.] l’eternità di un ente creato [una
giraffa] segue la sua creazione [eternità_potenziale, distinta dall’eternità_attuale:
cioè un tempo illimitato, potenzialmente in crescita continua, ma che ha avuto
un inizio nel tempo dell’eternità senza inizio];
2.] il neo_parmenidismo si potrebbe confutare così:
l’essere necessario è nel senso che essere = è, ma l’uguale, per la riforma del
principio di non contraddizione, comporta la differenza [alterità tra i termini
dell’uguaglianza], quindi essere = è significa: essere] differente_da
[è, cioè essere ≠ è, ma il diverso dall’essere è il nulla, quindi
l’annullamente, nel tempo, dell’essere e il suo venire all’esistenza
dal nulla è condizione di coerenza per la prima identità, che riguarda
l’essere_primo del principio [ipotesi per la confutazione del
neo_parmenidismo];
3.] la polvere è fatta di atomi, che
questa dimostrazione avrebbe eternizzato, invece:
a.] solo gli atomi [la forma ipostatica
connessa allo sviluppo] sono eternizzati come idee e realtà esterna [all’idea];
b.] solo ciò che è funzionale all’uomo è
realtà oltre che idea;
c.] l’atomo e il computer sono funzionali
all’uomo [dimostrato dalla connessione di dipendenza pulsionale], quindi sono
eterni sia come idea della mente di Dio, sia come realtà esterna;
d.] una giraffa è una forma, e quindi è
eterna, ma poiché non è [normalmente: …] funzionale all’uomo [...: non esiste
una pulsione verso la giraffa (si trascura qui l’analisi delle perversioni
sessuali legate al rapporto tra uomo e animali, fondate sul fatto che lo
Spirito Santo è dentro Dio, sua componente, ed è l’animale)_], essa è eterna
come idea ma non come realtà esterna all’idea.
è così evitato il
neo_parmenidismo: l’uomo dimostra Dio, la polvere non è eterna, l’atomo è
eterno come creato [se creato], l’uomo è eterno come creato ma anche come non
creato, perché funzionale a Dio e a se stesso [come invece non lo è l’atomo
creato, rispetto a Dio e all’uomo creaturale], la giraffa è eterna come creata
[incominciamento], e non come in_creata, perché non funzionale a Dio e
all’uomo.