DIMOSTRAZIONE_49:
INNATISTICA
si è constatato che durante la messa i sacerdoti assumono
un certo atteggiamento. questo è dovuto a condizionamento. Durante la messa il
sacerdote [come anche un uomo che relaziona ad un convegno, o un avvocato in
aula, o un insegnante in classe] sente su di sé la pressione del
condizionamento dovuto alla presenza di centinaia di sguardi, e in conseguenza
di tale pressione si sente inconsciamente costretto [si può definire inconscia
qualsiasi pulsione o pressione dell’inconscio, a cui non si può opporre un
freno, indipendentemente che di essa si abbia consapevolezza] a recitare un
ruolo, assumendo nel comportamento, nell’atteggiamento e nei lineamenti
dinamici del volto e della voce la relativa maschera. Da dove proviene lo schema
di tale recitazione ? esso è innato: infatti, il prete interpreta il
condizionamento come richiesta da parte dei fedeli che lui assuma un ruolo, una
maschera di recitazione: lui può averla appresa in seminario, ma i fedeli [ciò
che essi inconsciamente esigono dal prete: maschera della celebrazione normale,
del matrimonio, del funerale/è importante l’esempio del prete, non
dell’avvocato o dell’insegnante, perché il prete riguarda Dio e questa è una
dimostrazione] non l’hanno di certo appreso a catechismo da fanciulli. Se il
prete non recitasse, subito i fedeli direbbero: “costui non sembra un prete,
non si comporta come un prete”. Ora: il prete sa qual è lo schema che i fedeli
gli chiedono di recitare, e può, come detto, averlo appreso, ma anche i fedeli sanno
come comportarsi e che cosa si aspettano da lui, ed essi non l’hanno appreso da
nessuna parte [peraltro, nessuno ha dettato al prete il suo “stile” personale,
il suo ascetismo celebrativo, la sua ieraticità mistica]: è quindi uno schema
innatistico, perché non lo si è appreso. Quindi la funzione
penitenziale/adorativa [= religiosa] è già nella mente, e quindi nella mente
c’è già lo schema di Dio, a cui esso si rivolge, perché quel condizionamento
riguarda il sentimento di essere una comunità alla presenza del divino [Freud
direbbe del padre, ed è in errore, perché nessun padre ha mai insegnato ai
figli di essere lui stesso “Dio”]. e poiché la mente è prodotta dalla realtà [a
livello esistenziale prima che materiale], secondo la metafisica_epistemica [che
costituisce la visione/spiegazione della realtà più probabile/plausibile, dato
che assomma in sintesi corente tutte le visioni precedenti], Dio esiste, perché
la mente lo riproduce come schema, da cui discende quello penitenziale, che si
è detto essere innato.