QUARTA DIMOSTRAZIONE
Dall’ordine deriva soltanto l’ordine, e dal caos deriva soltanto
il caos. Ma la realtà apparente (ad esempio: una sedia) è mista di
ordine e caos: la sedia serve per potersi sedere (ordine); la sedia
può essere rovesciata (disordine, cioè caos). La realtà apparente
non può quindi essere derivata né dal puro ordine (dal quale deriva
solo l’ordine), né dal puro caos (dal quale deriva solo il caos).
Rimane solo l’ipotesi che la realtà sia derivata da un “principio
misto”, e questo è la volontà, che è ordinata secondo il fine
e caotica secondo la libertà. Ma una volontà, che determina questo
mondo, è Dio.
nota
sulla dimostrazione dim_4
si è riflettuto sul fatto che la dim_4 è una
tra le più efficaci, anche se non tra le più importanti, perché giunge a dio
partendo dal creato [le dimostrazioni più importanti, strettamente scientifiche,
prescindono dal creato e dall’uomo, legando dio alla necessità, che lo
determina], ma in realtà è anche molto importante, perché si apre alla dim_132,
che consente un’intuizione immediata [cioè veloce, non nel senso di non_mediata
speculativamente] dell’esistenza di dio.
alcuni scienziati dicono che tutto è caos,
l’universo, anche se è ordine, deriva dal caos, non ha un senso. questa è
l’origine ex_caos del creato e dell’uomo, che rieccheggia nell’inconscio dell’ uomo_scienziato.
si procede ad analizzare questo pensiero [che si dimostrerà essere una
suggestione]. nella critica alle tesi anti_dimostrative di kant si è distinto
tra causa orizzontale e causa verticale: kant dice che dai fenomeni non si può
uscire per andare alla causa della loro esistenza, l’episteme invece dice che
questa causa [verticale] incide sulla natura [forma] dei fenomeni [causa
orizzontale]: da qui la quarta dimostrazione.
analisi:
1.] gli scienziati atei o agnostici dicono
che l’universo [e gli infiniti universi] è/sono materia [energia] che si
aggrega e si disgrega [la proposizione: “nulla si crea tutto si trasforma” è epistemicamente
corretta secondo la razionalità scientifica, perché alla creazione (che sta
oltre i fenomeni creati) giunge solo la razionalità epistemica], le forme di
tale aggregazione [la vita, gli atomi, ecc.] non sono forme in senso
epistemico_aristotelico, cioè archetipi esistenzialmente connessi [= ipostasi] [dice
l’episteme: ipostasi, cioè forme per struttura, esistenzialmente funzionali
alla necessità, come al suo sviluppo], ma sono mere aggregazioni casuali, per
cui non c’è differenza [qualitativa] tra un sasso, un grumo di sabbia, e un
cervello [si osserva che ciò è vero, poiché tutto ciò è stato creato da dio dal
caos: il fatto è che dio ha plasmato il caos, e il creato è im_piantato sulle
ipostasi della necessità, per cui il creato è stato “formato”/si rileva
difficoltà e ci si apre a nuova teoria: nella realtà necessaria potrebbero
esistere delle basi di pre_impianto del creato, ovvero una matrice (sito)
originaria che filtrerebbe e accoglierebbe ciò che è tratto dal caos secondo le
forme della realtà necessaria, per cui, posta l’indifferenza tra un sasso e
l’anima umana, entrambi creati ex_nihilo ed ex_caos, in tale base di
pre_innesto essi verrebbero a distinguersi come dio dal caos necessario] [si
ricorda che, tutto essendo esistenza, le differenze tra gli enti necessari sono
dovute all’auto_differenza/auto_opposizione dell’esistenza a se stessa: non il
nulla è opposto all’essere, ma l’essere è opposto a se stesso, e la coerenza di
ciò determina il molteplice, gerarchico e ordinato];
2.] tale aggregazione e disgregazione è un
moto orizzontale: anche il big bang, ad una prima analisi, è interpretato come un
moto orizzontale, cioè sono fenomeni “piani” e “lineari”, da cui sembrerebbe
non ci si possa sopraelevare, per uscire dalla natura verso la sua causa
creatrice [verticale], da dimostrare esistente;
3.] la dimostrazione dim_4 ed altre
dimostrazioni
[quelle incentrate sull’uomo come essere parzialmente necessario]
dicono che
l’uomo non può essere il frutto di un’aggregazione
casuale, perché egli [la sua
anima, sede del pensiero e della mente, di cui il cervello è
involucro carnale]
intuisce la necessità, l’esistenza della necessità,
ovvero il principio
parmenideo, che non si limita a constatare
“l’essere_è”, ma dice [questo è
parmenide] “l’essere deve esistere” perché
“l’essere è e non può non essere”;
4.] allora, per identificazione
soggetto/oggetto [interpretazione epistemica di parmenide: “è la stessa cosa
essere e pensare”], perché l’oggetto è pensato dal pensiero, che è il soggetto,
ovvero per l’identificazione tra anima [creata] e necessità, l’anima è [anche]
necessaria;
5.] quindi nella natura apparente [si specifica
che è quella apparente, perché c’è anche la natura non apparente, creata e non
creata] c’è un essere [creaturale] necessario, e allora tutte le forme della
natura sono [per transitività e riconoscimento intuitivo
gnoseologico_fenomenologico] fenomeni e stati/enti [anche] necessari: il grumo
di sabbia è mera aggregazione, la molecola è mera aggregazione, l’atomo è mera
aggregazione, e anche il DNA, ma la forma di tale aggregazione non è caotica,
bensì archetipica [leggi], ovvero formale in senso esistenzialmente connesso
[ipostatico, per quella presupposta base di pre_innesto del creato nel non
creato];
6.] a questo punto quella teoria degli
scienziati è confutata per la dim_4: dimostrato [punto 3.]] che nella natura
apparente esiste l’ordine [anche gli scienziati lo ammettono, ma lo intendono
come grumo di sabbia], ipostaticamente inteso [un grumo di sabbia non può
pensare [intuire] la necessità, e così identificarvisi] [la dim_4 appunto
presupponeva un tale tipo di ordine], si constata che esiste in essa tanto
l’ordine quanto il disordine, e quindi dio come volontà creatrice esiste: non
può esistere, per assenza di una sua causa [verticale =] esistenzializzante,
cioè ragione/giustificazione di esistenza [si presuppongono qui alcuni assi
della metafisica epistemica, riferentesi all’aforisma di hegel] una realtà fenomenica
mista di ordine e di disordine, che sia causata dal caos [il caos qui come
sfera che causa al proprio interno enti esistenzialmente casuali, e tale sfera
sarebbe simbolicamente il big bang, in seconda analisi, nella sua
interpretazione moderna], e non sia solo totalmente casuale [come dovrebbe
essere in questo caso] ma, come detto, anche ordinata;
7.] solo la volontà è mista, e così il
verbo, inteso come volontà e rappresentazione [come si dirà], ha creato il
mondo [la creazione].
la formulazione della dim_4 ha usato lo
schema che è stato introdotto per neutralizzare gli argomenti kantiani contro
le dimostrazioni:
1.] nella natura apparente, i fenomeni sono
causa [causazioni] orizzontali;
2.] la natura [nel senso di essenza] della
causa verticale [ragione/causa di esistenza] determina il tipo di causa
orizzontale;
3.] quest’ultima [punto 1.]] è di tipo misto
[ordine e caos];
4.] quindi la sua causa verticale [punto
2.]] è una volontà, perché [dim_4] …
a.] … se la causa_v della natura fosse il
caos, tutti i fenomeni nella natura sarebbero caotici [grumi di sabbia, mere
aggregazioni e disgregazioni, ma ciò non può essere per il punto 3.], di cui
sopra, della elencazione precedente che va dal punto 1.] al punto 7.]];
b.] …se la causa_v della natura fosse il
principio, tutti i fenomeni nella natura sarebbero ordinati, e non esisterebbe,
ad esempio, la morte [degli atomi (decadimento entropico) o degli organismi
viventi].
bisognerebbe però dimostrare che un dato
piano di esistenza [ad esempio: il creato] ha una sua causa esistenziale [causa
verticale]. lo si fa richiamando l’aforisma di hegel e la metafisica epistemica
[presupposto delle dimostrazioni]:
1.] ciò che esiste può esistere solo perché
“fa i conti” con la struttura dell’esistenza, cioè della necessità: l’assurdo
non può esistere, e se la follia esiste, esiste solo nel suo “luogo naturale”,
cioè dentro la mente umana;
2.] si richiama, così, quanto detto
all’inizio [“…si dimostrerà essere una suggestione …”]: le teorie degli
scienziati atei e agnostici [come la loro interpretazione del big bang, del
destino del cosmo e il darwinismo, nella parte in cui attribuisce al caso
l’origine delle forme organiche] non sono “scientifiche”, ma sono
“suggestioni”, cioè forme di “follia” e “assurdità” speculativa [con la stessa
forma della “favola”, “fiaba”, o meglio del mito e della fantasia], e il loro
ruolo è quello di costituire una spiegazione della realtà, che sia da un lato
una spiegazione [di qui l’uso dei dati empirici per comprovarle], dall’altro un
meccanismo di difesa, perchè l’ateo è tale in quanto teme dio e la verità [per
fattori inconsci di natura edipica], ma poiché tema anche la natura, cerca di
spiegarla senza ricorrere alla teologia;
3.] in base al punto 1.] e all’aforisma di
hegel, il “luogo naturale” delle fantasie della scienza moderna non è la
natura, che non può essere assurda, ma è solo la mente, suggetionata
dall’errore, che viene detto con la forma, e quindi con la forza, della
verità.