VENTIDUESIMA
DIMOSTRAZIONE [ESCATOLOGICA]
Essa recita: deve esistere una causa che porti l’uomo alla configurazione
definitiva, perché questa è il luogo_naturale di un essere_necessario [che vive
oggi in una configurazione contingente], e tale causa non può essere il
destino. Essa è la volontà di Dio.
Questa dimostrazione riprende la
dimostrazione ottava, in cui si dice che l’uomo, in quanto intuisce la
necessità dell’esistenza_pura [il principio_parmenideo: “l’essere_è”], è essere necessario [… e anche essere_contingente
(perché l’uomo è caduco), per cui deve esistere Dio come solo essere_necessario].
Ora si dice invece che l’uomo è essere_necessario semplicemente perché intuisce
…
… [nota gnoseologica:
l’intuizione è la scintilla della convinzione, ed è la struttura di base del
pensiero, che procede per singole intuizioni, sequenze di intuizioni, sintesi e
sistemi di intuizioni] …
… intuisce la necessità
[qualunque cosa essa sia, anche relativamente a una favola] [il concetto di
necessità può essere intuito solo da un essere_esistenzialmente_necessario/la
contingenza della libera creazione è subordinata alla necessità della sua
progettazione e determinazione, decisa fin dall’eternità/contingente è solo il
momento preciso dell’atto creativo], di cui la necessità dell’esistenza_pura è
un aspetto particolare [o forse ne è il fondamento]. Ma ciò non significa che
l’ottava dimostrazione sia un aspetto particolare della ventiduesima
dimostrazione, si vuole in questa giungere ad altre determinazioni.
La quarta dimostrazione rileva
che la realtà apparente è di tipo misto: ordine e caos, per cui solo Dio può
averla esistenzializzata [e, allora, creata]. Dalla quarta dimostrazione si
ricava il concetto secondo cui la configurazione umana [cosmo_apparente:
configurazione_attuale_ dell’apparire, di cui è un aspetto, ad esempio
simbolico_valoriale, il sistema_copernicano], cosmico_storica_attuale, è
standard_non_normale [tutto ciò che è reale è normale, anche l’errore, ma è
non_normale rispetto ad una normalità di ordine superiore e anche
definitivo_eterno], non solo perché il mondo non dovrebbe apparire [ventesima_
dimostrazione], ma anche perché esso appare come contingente [esempio:
collisione tra le galassie/instabilità/entropia/decadimento energetico
atomico/malattie_genetiche/ecc.]: l’uomo dovrebbe vivere in paradiso …
apertura di macroparentesi [perché lo costruisce, e quindi l’uomo
rivela di essere orientato a vivere in un ambiente “necessario”, e questo
converge verso il paradiso civiltà della Tecnica e speranza nel regno di
Dio/attenzione: il concetto sveriniano di paradiso_della_Tecnica è retorico a
significazione mimetico_nichilistica: epistemicamente, la civiltà della Tecnica
non è “un” paradiso della Tecnica, ma è la riproduzione simulata “del” paradiso
e dell’inferno, realmente esistenti, nell’al_di_là in senso cristiano, cosa che
Severino non ha di certo teorizzato/per lui il paradiso della Tecnica è un
significato di appropriazione categoriale, non di riproduzione scientifica,
perché Severino, negando il Dio_cristiano, nega anche il paradiso_cristiano, di
cui la Tecnica è una struttura (Croce_templare/…_tecniologica)_] [chiusa macroparentesi].
prosegue …
… e non vive in esso [vive in una
configurazione contingente/ad esempio: precarietà del lavoro/… della casa].
Infatti un essere che intuisce la necessità è un essere_necessario, ma un
essere _necessario dovrebbe vivere in una configurazione_necessaria, e già
necessaria [in un sistema geocentrico, ad esempio].
L’uomo_necessario vive in una
configurazione_non_necessaria [e può viverci, perché è anche
essere_contingente]. Allora l’Essere_necessario, cioè Dio, deve esistere
[ventiduesima dimostrazione], perché non solo ha creato l’uomo [quarta
dimostrazione: e lo ha creato in una configurazione in parte contingente], ma
lo deve portare [dimostrazione escatologica] nella
configurazione_necessaria, [= paradiso], in quanto solo quest’ultima è il
luogo_naturale_ normale per un essere_necessario [e l’uomo deve portarsi in
essa anche sulla terra, socialmente nel regno_di_Dio_in_terra, progetto a cui
adempie nel bene e nel male, e anche nel male, nel bene].
posizione di domanda: se l’uomo è
necessario e insieme contingente, perché dovrebbe vivere in un ambiente solo
necessario [= paradiso] per l’eternità ? perché non dovrebbe vivere per
l’eternità nella configurazione_mista_terrena ? possibile riposta: la
verità_del_desiderio fa capire che l’uomo non vuole i propri aspetti
contingenti [esempio edonistico: è meglio infatti godere sempre, che solo qualche
volta], per cui questi ultimi sono non contingenti per struttura, ma anche
tempo, ovvero destinati ad essere separati dall’uomo, il quale è destinato ad
una configurazione solo necessaria.
a questo punto la dimostrazione
deve spiegare perché a determinare il passaggio tra le due configurazioni
terrena e celeste sia Dio e non il destino [Severino]. Non si conosce cosa dice
Severno a questo proposito [probabilmente nel suo libro “La gloria”]. Dalla
conoscenza attuale della sua filosofia da parte del soggetto_espositore, questo
può fare due ipotesi:
1.] Severino concepisce l’eterno
ritorno, e allora la configurazione è sempre mista, e quindi è confutata dalla
verità del desiderio;
2.] oppure egli concepisce il
passaggio [attenzione:non diveniente], senz’altro nel momento della morte, dalla
configurazione mista terrena al cielo, concepito come un paradiso senza Dio,
ovvero come la Gioia e la Gloria garantite a tutto gli uomini e definite come
luogo dell’apparire infinito del tutto o intero: questa è la tesi forte che la
dimostrazione deve confutare.
Purtroppo il soggetto_espositore
non sa se Severino ha già confutato la seguente ipotesi:
ipotesi di confutazione di
Severino associata alla dimostrazione: nulla garantisce all’uomo che, se Dio
non esiste, ciò che aspetta l’uomo dopo la morte sua il prevalere della
configurazione sì eterna, ma associata a un dolore eterno, sperimentato in
forma provvisioria nella configurazione_terrena [inferno].
solo Dio garantirebbe
[metaforicamente] il piacere eterno [gioia e gloria], solo per le anime che in
terra si sono “necessitate” attraverso l’etica, la quale etica è forma di
esercizione della volontà secondo l’ordine, cioè secondo la
configurazione_paradisica, che non esclude il piacere, ma che, prevedendo la
perfetta subordinazione a Dio, deve essere anticipata nella forma
dell’obbedienza [sempre alienante].