DIMOSTRAZIONE_180:
ARISTOTELICA
la cosmologia aristotelica è ancora valida [con i moti
eterni circolari dei cieli], perché riguarda il mondo eterno divino. ma la
prova aristotelica è comunque soggetta a tre tipi di critiche, che qui si
cercherà di confutare, per renderla valida. essa dice quanto segue: tutto ciò
che si muove, è mosso da altro, e questo da altro ancora; ma qualcosa si muove,
e il rimando all’infinito tra le cause del moto non consentirebbe alcun
movimento; deve quindi esistere un primo motore immobile, che si muove da se
stesso, che trasmette il moto ai cieli e alla materia [che si muovono verso di
esso come l’amante tende all’amato], che è intelligenza, la quale è pensiero di
se stesso.
le tre critiche sono le seguenti:
1.] rilevano abbagnano e fornero che, secondo democrito, la
materia è costitutivamente movimento, il quale quindi spiega se stesso, non
rimandando il moto della materia ad una causa che sia esterna alla materia
stessa.
2.] risulta non consentito il passaggio “qualitativo” da una
concezione quantitativa della materia, che è in moto, ad una concezione [retorica/non
scientifica] della materia come “amante tendente all’amato”.
3.] risulta inspiegato il perché il primo motore immobile
dovrebbe essere un soggetto eterno e necessario che sia pensante e vivente, e
non invece una macchina o un corpo celeste, comunque immoti.
l’argomentazione qui data non può che riguardare l’essere_necessario
[già dimostrato esistente: l’essere_è], nel quale il problema è porvi un
soggetto [se questo esiste, deve essere necessario, quindi è dio], perché il
moto della materia nel cosmo creato apparente è evidentemente non finalizzato
alla vita e quindi a dio. per esempio, se due galassie collidono, e una è la
via lattea, l’umanità si estingue. ad esempio, ancora, un terremoto e un
maremoto sono moti non finalizzati alla vita, quindi né all’uomo né a dio. nel
creato apparente appaiono moti finalizzati alla vita, come i moti cellulari
degli organismi vivienti, e moti casuali. ciò non contraddirebbe aristotele,
che parte semplicemente dalla constatazione dell’esistenza del moto, ma l’episteme
cerca di rendere valida l’argomentazione di aristotele proprio trasformando il
concetto di “amante tendente all’amato” nel concetto di “moto finalizzato alla
vita/al soggetto”.
per l’ipotesi di episteme, che è stata costruita, nella
realtà esistono tre tipi di sostanze: l’esistenza, lo spirito e la materia:
1.] l’esistenza è immateriale e inorganica [essendo astratta],
e contiene le forme di tutto ciò che esiste.
2.] lo spirito converge sull’anima spirituale di dio, anima
organca, vivente e pensante.
3.] la materia [spazio e tempo/cosmo, tecnica e corpo] è
inorganica come l’esistenza, ma è finalizzata allo spirito e a dio, come il
corpo [DNA] all’anima, che in esso, tramite lo spirito, si incarna.
ecco quindi che la materia, in tali ipotesi [appartenenti
alla metafisica_epistemica, che è la dottrina dell’essere_necessario], ha sì il
moto dentro se stessa, ma questo moto esiste finalizzato allo spirito e all’anima,
come l’orologio funziona per se stesso, ma esiste e i suoi meccanismi interni
si spiegano, “per” l’uomo [finalizzati all’uomo]. quindi la materia è posta dalla
necessità [esistenza], e il suo moto è determinato dal motore immobile, che è
dio come soggetto. a questo punto occorre dimostrare che questo soggetto
realmente esiste [nell’essere_necessario]. che cos’è/che cosa può essere il
soggetto rispetto all’oggetto necessario, che è l’esistenza ? esso ne
costituisce innanzitutto la sintesi puntiforme, che poi sarà rivestita dal
corpo della materia. la materia è anche spazio e tempo, come lo spirito è
infinità e eternità, e questi sono i luoghi fisici, rispettivamente, del corpo
di dio e dell’anima di dio. si può ricavare l’esistenza del soggetto attraverso
precedenti dimostrazioni. qui si è mostrato [all’interno della metafisica
epistemica e della cosmologia epistemica] la validità della prova aristotelica:
il moto della materia funziona per se stesso ma esiste come finalizzato al
soggetto, e il primo motore immobile può essere anche un corpo celeste e la
tecnica [il paradiso][una macchina], ma è anche l’anima di dio.