DIMOSTRAZIONE_134:
DELLA RAPPRESENTAZIONE_QUARTA, FENOMENOLOGICA_TREDICESIMA
la presente dimostrazione [anch’essa avente funzione di accesso
immediato alla certezza dell’esistenza di dio] è sorta in seguito alla seguente
sensazione [fenomenologica]:
1.] sto camminando sul marciapiede;
2.] questo marciapiede è di asfalto grigio/nero: sembra di
materia in_organica;
3.] in realtà, io sto camminando sopra dio [si rileva
difficoltà: pantesimo/si rimanda alla nota della dim_135];
4.] infatti, all’apparire appartiene la percezione, ed
entrambi [apparire e percezione] sono la rappresentazione della realtà;
5.] ma questa [la realtà], in se stessa, come oggettiva, è
astratta [pura esistenza e sua strutturazione];
6.] ovvero, la rappresentazione è solo ed esclusivamente
per il soggetto, e quindi è organica;
7.] ma io non sono l’asfalto/marcipiede: quindi, esso è la
rappresentazione [passiva] di un altro soggetto che, essendo duro, pesante ed
esteso come la strada, la terra e l’universo intero, è senz’altro dio, inteso
come “rappresentazione” [schopenhauer], gigantesca, che si dirà [in successiva
teoria] essere non persona, ma natura [verbo e carne].
nota
caratteristica delle dimostrazioni dim_132 e dim_134 [la
dim_133 essendo una derivazione della dim_132] [e della dim_135] è che esse,
pur immediate, sono in quanto tali “strane”: infatti, un immediato accesso alla
dimostrazione dell’esistenza di dio dovrebbe essere data dai preamboli della
fede [per l’episteme la fede non presuppone l’esistenza di dio, ma la include:
la dimostrazione dell’esistenza di dio serve alla ragione, non alla fede/si
deve credere all’esistenza di dio per fede, non per ragione: la ragione serve
per convincersi secondo se stessa/la fede è sufficiente a se stessa, se e solo
se l’uomo è moralmente buono: la ragione è necessaria, nel senso di ausiliaria
alla fede, laddove il peccato offusca la capacità di percepire la verità, già
intriseca ed evidente nella fede: l’episteme è, dunque, essenziale per il regno
del peccato, non per la chiesa, che è il regno della virtù]. gli argomenti di
tali dimostrazioni [dim_132 e dim_134] sono strani, ma appaiono efficaci. essi
sono eminentemente fenomenologici, pur con la necessaria mediazione
speculativa, invece l’argomento di cui alla dim_4 è piuttosto speculativo,
perché richiede la visione della realtà mista [ordine e disordine], e
presuppone la distinzione e la fondazione speculative della differenza tra
causa verticale e causa orizzontale.