DIMOSTRAZIONE_127:
EDIPICA_SECONDA
è stato detto che il complesso di edipo, più che fondare
la fede in dio_padre, è causa dell’ateismo, conseguenza della rimozione di dio
come di un rapporto conflittuale con i propri genitori [i quali spesso, con il
necessario divieto, assoggettano i figli anche a umiliazioni. l’ateo non riesce
a pensare dio in modo distaccato, come lo vede aristotele, con lo stesso
interesse scientifico e asettico, cioè, si può dire, positivamente, con cui
aristotele studia gli animali (con distacco scientifico, come fa l’episteme);
l’ateo ha sempre un concetto emotivamente coinvolto, conflittuale e quindi
speculativamente incontrollato di dio, lo sente come un’entità che vuole
umiliarlo (mentre dio è costretto a imporsi all’uomo, per la sua salvezza,
perché il peccato non è solo un’interpretazione di dio, ha anche una natura
“oggettiva”, capace di impedire a dio di salvare l’uomo), oltre che a viverlo
sempre come la chiesa, percepita come imposizione di divieti e umiliazioni]. la
presente dimostrazione riflette sulla struttura della colpa cristiana: senza
timore di dio, senso di colpa e minaccia divina, l’episteme dimostra come non possa
sussistere il cristianesimo, su di essi necessariamente fondato: dio è amore e
l’uomo può positivamente rispondere all’amore facendo il suo dovere, ma può
anche non farlo, perché adulto nel peccato, e il peccato è oggettivo. l’uomo
deve fare il proprio dovere per amore, non per obbedienza: e tuttavia l’uomo
può non fare il proprio dovere. il cristiano sente per questo realmente dio come
colui che lo minaccia e lo può condannare [per correggerne o stabilizzarne la
condotta], e ciò è teoricamente corretto e dimostra l’esistenza di dio: questo
dio non è il riflesso dei genitori. i divieti e le minacce dei genitori solo attivano
lo schema [inconscio e conscio] dei divieti e delle minacce di dio, successivamente
questo schema e questo dio sono indipendenti dai genitori: la loro esistenza
[dello schema divino del divieto e della colpa] dimostra organicamente
[edipicamente] l’esistenza di dio, come idea di dio che fa percepire all’uomo
di essere sul “baratro”, appeso alla mano di dio [nell’episteme, il complesso
di edipo trova come suoi attori gli esseri umani come figli e dio come loro
genitore: i genitori terreni umani vengono strutturalmente dopo; il complesso
di edipo deriva dalla matrice originaria del male, per la quale l’origine
ex_nihilo della creatura sovrappone totemicamente la creatura a dio, ovvero all’origine
ex_existentia di dio].