definizione scientifica di
peccato
1.] la ricerca
epistemica non è in grado di dare una definizione scientifica del peccato, ma
può porre determinazioni scientifiche su questo concetto.
2.] si utilizzano
nell’etica epistemica i principii logici di identità e di differenza:
a.] il dovere [etica,
santità] è condizione di assimilazione [= identità] al cristo in fase
attualmente sacrificale.
b.] il peccato è
condizione di dissimilazione [= differenza] dal cristo in fase
attualmente sacrificale.
3.] esiste una condizione
di vita intermedia che non è né dovere né peccato: ad esempio, il riposo, il
divertimento, il nutrirsi. questa condizione [per distinguerla dall’aetica, che
è forma di immoralità] viene qui definita anaetica [in assenza di altro
termine]. quindi il comportamento dell’uomo può essere:
a.] etico [morale],
positivo in ordine alla salvezza.
b.] anaetico [né morale
né immorale], positivo in ordine alla salvezza.
c.] antietico
[immorale o amorale], negativo in ordine alla salvezza.
4.] si pongono
ulteriori determinazioni a carattere oggettivo [e oggettuale: materialità del
peccato].
5.] tutto il cosmo
apparente è per l’anima_beata_paradisiaca un “software”, assimilabile ad un
CD-ROM: quando l’uomo è etico o anaetico viene tracciato su questo CD-ROM e
anche sul CD-ROM, ad esso corrispondente, celeste.
6.] quando l’uomo è
antietico [immorale], la scrittura/tracciatura su questo CD-ROM viene
interrotta: il CD-ROM presenta un difetto e in paradiso non potrebbe
funzionare, per cui l’anima beata in paradiso non avrebbe una biografia
terrena, e deve essere dannata. questa condizione “oggettuale” [riferentesi all’oggetto
del CD-ROM] è conseguenza del peccato.
7.] il male è la
condizione strutturale del peccato, che lo rende possibile. in questo paragrafo
non si espone una teoria del male. la ricerca epistemica ha già formulato
quindici teorie del male [esposte in questa pagina web: […]]
8.] il peccato è
quindi un difetto nel processo di costruzione della biografia dell’anima beata,
biografia che è celeste, ma si costruisce nella dimensione terrena.
9.] dio [cristo]
rimedia a questo difetto, correggendo la tracciatura biografica.
10.] il “sangue” di
cristo che “lava i peccati” del mondo riguarda le dimensione del macro-organo
cristo, che copre il creato.
11.] il peccato dell’uomo
è poca cosa. le dimensione del cosmo sono piccole rispetto a dio. ma il peccato
dell’uomo genera sofferenza in dio, perché dio, per aprire nella necessità lo “spazio”
per il creato e per agire sulla necessità allo scopo di correggere la
tracciatura della biografia difettosa dell’anima che ha peccato, deve faticare
molto:
a.] il cosmo creato è
piccolo rispetto a dio,
b.] ma l’essere
necessario è grande rispetto a dio.
12.] per questo il
peccato dell’uomo [piccolo peccato] crea sofferenza in dio [che è grande:
grande sofferenza in dio]: dio deve, per rimediarvi, agire sulle strutture dell’essere
necessario con uno sforzo aggiuntivo, e lo fa [redime il peccato] solo se da
ciò ne otterrà un vantaggio, come dice una parabola evangelica [segue esegesi
epistemica]: “… un tale aveva un fico piantato
nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. allora disse al
vignaiolo: ecco, son tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non
ne trovo. taglialo. perché deve sfruttare il terreno ? ma quegli rispose:
padrone, lascialo ancora quest’anno, finchè io gli zappi attorno e vi metta il
concime e vedremo se porterà frutto per l’avvenire; se no, lo taglierai”
[lc 13, 6-9]. esegesi epistemica:
a.] dio quindi è
interessato ai frutti prodotti dall’uomo, che arricchiscono dio. questi non sono opere materiali, o
documenti, o preghiere, ma sono la fatica del lavoro e dello studio, del corpo
e dell’obbedienza [a dio e ai genitori]. cioè il sacrificio, più che il frutto
del sacrificio. [nota aggiunta: anche per questo non ha senso proporsi di “cambiare
il mondo”: a dio interessa la fatica, non il risultato.]
b.] il concetto di
fatica è molto preciso: esso è sia dolore che sforzo della volontà, quindi
libertà e volontà nella direzione dell’obbedienza.
c.] il padrone [il “tale”]
è dio padre, il vignaiolo che intercede per l’uomo pigro è dio figlio [cristo].
d.] il concetto di “frutto
per l’avvenire” significa che la fatica terrena serve per ottenere il premio in
paradiso [l’avvenire, il futuro].
e.] il concetto di
fico tagliato significa uomo che viene dannato.
13.] si può
riassumere questi concetti nel concetto secondo cui “amare” [il primo precetto]
significa vincere la pigrizia. questo è ciò che dio chiede primariamente all’uomo.
la fede è necessaria, ma quasi come corollario di questo principio etico
[primato delle opere = carità, sulla fede, secondo san paolo: 1 cor 13, 13].
nota
la ricerca
epistemica non ha compreso il valore delle opere secondo il male, sotto il
profilo salvifico: anch’esse comportano fatica e danno un senso alla vita,
anche se il soggetto agisce contro la volontà di dio e in opposizione a dio.