considerazioni sul paradigma
della temporalizzazione
1.] l’applicazione
del paradigma della temporalizzazione, cioè del paradigma secondo cui i valori
morali mutano col passare del tempo e delle epoche, è paradossale, e quindi
manifestamente contraddittoria e erronea. per più aspetti:
a.] [primo errore] in realtà, non
si dice che un valore muta rispetto al passato, e poi torna a mutare: muta una
volta sola. ad esempio: se ieri si era casti [se cioè valeva la morale
cattolica], oggi non si è più casti [non si può, non si deve].
ma domani è un
altro giorno: domani non si tornerà ad essere casti. quindi il valore, una
volta mutato, non muta più [muta cioè solo perché fa comodo mutarlo, con la
giustificazione del tempo: “oggi non … come ieri”].
così per la
tecnica: oggi, si dice c’è la tecnica, ma si aggiunge che “la globalizzazione è
irreversibile”. ciò significa che il mutare del tempo è per un solo mutamento,
e non per un nuovo mutamento, come un ritorno al passato. il valore viene mutato, rispetto al tempo,
solo per una volta.
b.] [secondo errore] inoltre non c’è
un terzo elemento: o si è casti o non si
è casti. non esiste un terzo valore.
c.] [terzo errore] un
altro aspetto
contraddittorio: non è vero che ieri si era casti e oggi non si
è casti. “ieri”
non è solo il medioevo o l’ottocento cattolico, ma
è anche lo “ieri” dell’età
antica greca, in cui la castità non era un valore, in quanto
l’edonismo era un
valore positivo pagano [oggi si parla infatti di neopaganesimo]. quindi
“oggi” è il ritorno dell’antico. ma, se il
mutare del
tempo ammette un cambiamento, non è disposti ad ammettere un
ulteriore
cambiamento, cioè il ritorno dei valori cristiani: il tempo e i
valori vengono
associati solo per affermare il valore che più fa comodo, il
piacere.
2.] così si sentono
espressioni come questa: “oggi questo valore morale è un po’ passato, non vale
più “oggi””.
3.] si tratta di uno
schema persuasivo, suggestivo e erroneo, usato per arginare il senso di colpa
[atemporale/strutturale] causato dalla trasgressione del valore morale.
4.] il mutamento è
uno solo e quindi è corretto quanto si è ipotizzato in numerosi paragrafi precedenti: su esso viene proiettata
l’apocatastasi:
a.] il prima/il passato è
la dimensione terrena morale.
b.] l’oggi/il presente e il futuro sono
il paradiso.
c.] il mutamento
epocale storico è il trapasso mortale e la risurrezione dall'al di qua mortale all’al di là del
paradiso.
d.] il paradiso è
disinibizione, e il mutamento del valore serve solo per assecondare il piacere,
cioè la trasgressione amorale [il paradiso è al di là del bene e del male] e
immorale [rispetto alla dimensione terrena].
5.] ma l’uomo è
mortale ed è ancora nella dimensione terrena, quindi è al
di qua del bene e del
male, quindi è sempre un soggetto morale, per il quale valgono
ancora e sempre
i valori morali tradizionali. lo schema "non si è più
come ieri" è una suggestione mentale, proiettiva e erronea.
6.] un riferimento biblico sul paradigma della temporalizzazione può essere il seguente passo: "... penserà di mutare i tempi e la legge" [dn 7, 25]. in questo passo biblico vengono associati il mutamento del tempo e il mutamento dei valori morali.
nota
si osserva che questo errore sta alla base dei pregiudizi e dei
comportamenti di milioni di persone, e che esso colpisce la religione e
in particolare modo la religione cattolica, con espressioni di
questo tipo: "oggi la chiesa non può più porre certi
divieti".
lo si dice in base all'"oggi", cioè al divenire epocale. oppure:
"oggi porre questo divieto non ha più senso", ed espressioni
simili, come se i valori mutassero col tempo [sotto le condizioni sopra
poste: mutano una sola volta, verso il peccato].