confronto tra la concezione neoparmenidista della tecnica e la
concezione epistemica di cristo
1.] si è detto in precedenti paragrafi che il
neoparmenidismo è appropriazione delle verità di fede, e loro capovolgimento.
2.] ad esempio, la civiltà della tecnica, definita da
severino paradiso della tecnica, è semplicemente il paradiso che appare sulla terra,
perché il paradiso è la tecnica [concetto questo che severino non può dire, perché per severino il paradiso
non esiste, e quindi il paradiso è per severino solo un “simbolo” di ciò che è
la tecnica, e la tecnica è il simbolo di ciò che i credenti chiamano “paradiso”].
3.] un'altra appropriazione è il concetto di tecnica come
forma di onnipotenza: essa è realmente tale in paradiso. quindi la tecnica come
potenza terrena è ancora forma di paradisizzazione, cioè di appropriazione del
paradiso come proiezione del paradiso in terra.
4.] un altro concetto appropriativo, che costituisce l’argomento
di questo paragrafo, è sempre il concetto di tecnica come potenza.
5.] questa è cristo.
6.] quindi la potenza tecnologica, di cui parla severino, è
l’anticristo, come sostituzione e opposizione a cristo.
7.] cristo è potenza non in senso retorico, così come
severino parla della tecnica come potenza non in senso retorico. cristo è
potenza perché:
a.] opera in dio la panteizzazione.
b.] è lo “strumento” per il padre-creatore per creare [è l’“organon”
per la creazione]. [cristo è logos e strumento di dio, come tecnica – la tecnica
è strumento -, e per questo forse aristotele ha definito “organon” la sua
logica.]
c.] cristo è la sintesi dell’Intero nella forma del soggetto,
come episteme.
8.] severino dice che la tecnica da mezzo diventa fine. appunto, cristo
[che è la tecnica - organica - in dio] è il fine.