posizione speculativa del
concetto di speranza
1.] l’uomo ha la
percezione di non controllare il proprio destino.
2.] ciò viene
amplificato nell’era della tecnica, a causa della tecnica.
3.] il potere della
tecnica non è un concetto astratto che riguarda il futuro: il capitalismo e il
suo sfruttamento del lavoro appartiene alla tecnica; la “schiavitù”
otto-novecentesca della catena di montaggio è un esempio di tecnica data come
capitalismo; gli studi di sociologia industriale, anche detti organizzazione
del lavoro o organizzazione aziendale, che trattano il sistema socio-tecnico, sono
esempi di economia come forma della tecnica e di dominio della tecnica [il
sistema economico, le imprese e il mercato sono forme della tecnica]. il potere
economico è il potere della tecnica.
4.] nel mondo esiste
la povertà. questo è un esempio di mancanza di controllo dell’uomo sul proprio
destino.
5.] ma i santi della
storia della chiesa, che sono i modelli standard del comportamento che l’uomo
deve avere, hanno sempre avuto un pieno controllo della propria vita, come del
proprio destino, ovvero di quello ultraterreno [che è ciò che è importante], a
prescindere dalla capacità di controllare e cambiare il mondo, e lo hanno avuto
anche nella prospettiva del martirio [morte violenta]: un controllo totale
entro i limiti concessi dalla storia.
6.] ne consegue che,
secondo questi modelli comportamentali, l’uomo non ha come scopo di cambiare il
mondo [ha detto Papa Benedetto XVI che il cristiano non deve fare rivoluzioni],
ma solo di vivere in modo eticamente corretto, secondo la fede, per la propria
crescita spirituale davanti a dio.
7.] ciò può essere
fatto entro i limiti concessi dalla storia, anche nella previsione che questi
limiti si restringano sempre di più, ad esempio per il controllo sociale e per
il dominio della tecnica, fino a una eventuale scomparsa della fede [prevista
come scenario storico possibile da gesù, che dice: “quando ritornerò, ci sarà ancora la fede sulla terra ?”.
8.] né il credente
può sconfortarsi se la fede viene meno dal mondo, perché
il destino della fede, cioè il futuro della chiesa [come
ha detto Papa Benedetto XVI quando era Cardinale, nel libro
“rapporto sulla
fede”] è controllato da dio, e il credente deve solo
portare il suo contributo
per la salvaguardia della fede.
9.] da queste
considerazioni discendono le seguenti conseguenze:
a.] finchè esiste l’uomo
libero secondo la coscienza, esiste la speranza.
b.] l’uomo deve
sempre sperare.
c.] quando l’uomo,
manipolato e dominato dalla tecnica, cessa di essere libero secondo la
coscienza, non pensa, e quindi non si pone un problema di disperazione [perdita
di speranza].
d.] l’uomo non deve
cambiare il mondo [se non nell’ottica dell’obbedienza al comando di dio, senza
porsi il problema se questo obiettivo sia una utopia].
e.] l’uomo deve solo
fare il suo dovere, fino a quando la libertà e la capacità lo rendono
possibile.
f.] quindi la
speranza non può mai venire meno:
f1.] se c’è l’uomo,
c’è la speranza.
f2.] se non c’è la
speranza, è solo perché è venuto meno l’uomo.
f3.] non può mai
esistere la condizione dell’esistenza dell’uomo senza la speranza, perché la
speranza è l’essenza stessa della vita secondo la coscienza [morale].