ulteriori considerazioni sul
paradigma massa-tecnica: la funzione soteriologica
del controllo totale
prima parte
1.] uno dei primi
schemi epistemici è quello della triangolazione: triangolando su dio, tramite
cioè dio, l’uomo ha il controllo di tutto. anche l’uomo attuale, de-caduto dall’eden.
2.] un concetto
nuovo, qui formulato, è che il ricco si appropria di questa funzione, e la usa:
cerca con la tecnica di controllare tutto [il proprio destino], tutti gli
uomini, proprio perché la salvezza è controllo [sull’esito della propria
salvezza]: come cristo garantisce questo controllo, il ricco se lo garantisce
con l’anti-cristo, che è la tecnica [il grande_fratello]. controllo totale,
quindi tecnocrazia, di cui un aspetto è il capitalismo, inteso come
commercializzazione di ogni aspetto delle vita [ma non per il ricco, che si
colloca in posizione epi-stemica, quindi simulazione di cristo: il ricco è l’anti-cristo,
un modo di esso/l’altro modo è ogni uomo che accetta la civiltà della tecnica, cioè
la modernità, simulazione del cielo: mt 11, 12].
3.] la ricerca
epistemica sa che la civiltà della tecnica è poi controllo e simulazione della
liturgia celeste.
seconda parte
4.] il modo
tradizionale in cui salvare l’uomo dall’inferno e dalla violenza umana e della
tecnica dovrebbe teoricamente essere già dato ed essere sempre lo stesso [non
si può mutare sistema di salvezza a un certo punto della storia]: la fede, il
timore di dio e la minaccia [positiva] del giudizio. così ha sempre agito l’evangelizzazione,
e, sebbene oggi essa sia inefficace [si parla di nuova evangelizzazione], il
sistema di salvezza attuale non può mutare rispetto a quello tradizionale. questo non può
essere integrato.
terza parte
5.] posto il
controllo totale [con il sistema tradizionale di salvezza, con la
triangolazione, con la steleologia, con l’evoluzione], alcuni uomini soffrono
senza [apparentemente] speranza terrena. in realtà essa sempre esiste.
6.] si constata l’esistenza
storicamente data e attuale della sofferenza dell’innocente.
7.] dio ha creato il
mondo, quindi indirettamente ha determinato la sofferenza dell’innocente,
questa condizione.
8.] per questo è
funzionalmente necessaria in ordine alla struttura della soteriologia la
sofferenza di cristo. l’incarnazione è necessaria per ragioni genetiche, la
sofferenza di cristo non era necessaria: si è resa necessaria perché dio,
avendo con la creazione determinato la condizione storica della sofferenza dell’innocente,
l’ha causata lui, e quindi deve necessariamente parteciparvi.
9.] il
neoparmenidismo ha correttamente impostato la seguente questione, e qui si vede
[come su altri temi] la sua appropriazione della verità cristiana e il suo capovolgimento.
10.] l’innocente che
soffre [per il quale non c’è apparentemente speranza terrena: si dimostra che
in realtà esiste anche questa], o è consapevole o non è consapevole:
a.] se non è
consapevole, soffre ma non perde la speranza.
b.] se è
consapevole, …
b1.] severino dice
che la sua sofferenza è trasfigurata da un diverso e più autentico significato
del dolore, cioè dalla gioia.
b2.] l’episteme
conferma questa interpretazione, ma identifica questa gioia nella sofferenza
tradizionalmente intesa, nel senso della sofferenza che è la croce di cristo e
la partecipazione di cristo alla sofferenza dell’uomo innocente.
11.] così ad esempio
i santi gioiscono nel soffrire.
12.] quindi anche
nella consapevolezza è possibile la speranza terrena nella sofferenza, tramite
la fede.
13.] questa “speranza”
è ciò che qui si è definito controllo totale: cioè il fatto che l’uomo vince
sul potere della tecnica e non può mai perdere la speranza [solo il demone è
senza speranza].
nota
il neoparmenidismo è
invece filosofia, non della gioia, ma della disperazione. esso esprime il male.
un’analisi psicoterapeutica del neoparmenidismo conduce alla sua definizione
come di filosofia che nega la dimensione della speranza. questa non è tolta [la
tecnica cioè non vince] perché il neoparmenidismo è in errore.