argomento dimostrativo sul rapporto tra diritto naturale e diritto
positivo/proposizioni sullo stato con elementi di psicologia criminale/la
concezione
epistemica della cibernetica giuridica [elementi di giustecnicismo]
prima parte:
argomento dimostrativo a favore del diritto naturale come vera forma di diritto
1.] …
a.] il diritto positivo è essenziale al diritto naturale.
b.] il diritto naturale non è invece essenziale al diritto
positivo [non ha senso un suggerimento di idealità dal diritto naturale al
diritto positivo, se il diritto naturale non è vera forma di diritto].
2.] …
a.] il diritto positivo può essere componente del diritto
naturale.
b.] il diritto naturale non può invece essere componente del
diritto positivo.
3.] …
a.] se il diritto naturale è vero [è vera forma di diritto],
anche il diritto positivo è vero.
b.] invece, se il diritto positivo è vero [è unica forma
vera di diritto], il diritto naturale è falso [non è autentica forma di
diritto].
4.] …
a.] storicamente il diritto naturale è posto come idea.
b.] anche il diritto positivo è posto come idea.
c.] la primarietà del diritto naturale come vera forma di
diritto, rispetto al diritto positivo, rende valide entrambe le idee, con una
dipendenza del diritto positivo dal diritto naturale.
d.] invece, la primarietà del diritto positivo nega
validità all’idea del diritto naturale.
e.] ma il diritto naturale è posto come idea, e come idea
valida, quindi, essendo valido anche il diritto positivo, la primarietà va data
al diritto naturale, che rende valide entrambe le idee.
5.] questo argomento è speculativamente debole, ma
razionalmente sufficiente. esso intende dire che se un’idea è formulata, ed è
un’idea “positiva” [la validità del diritto naturale come autentica forma di
diritto], essa è vera. non è vera invece l’idea che la nega, se questa afferma
una idea “positiva” [la validità del diritto positivo], aggiungendo però
un’ipotesi non necessaria, che cioè questa è l’unica idea valida, perché in
questo modo si toglie validità alla prima idea:
a.] il diritto naturale conserva la validità del diritto
positivo.
b.] il diritto positivo non conserva validità al diritto
naturale.
integrazione
6.] una fondamentale concezione epistemica sul diritto
naturale chiarisce come il diritto naturale [definito anche diritto
terreno,
essendo la natura il creato, in relazione al giustecnicismo che
è diritto del
paradiso, cioè ultraterreno, essendo il paradiso la tecnica] non
è “diritto tra
le nubi”, cioè astratto e quindi privo di impatto concreto
sulla realtà sociale perché [come si
ritiene] esso non avrebbe la forza di imporsi: la forza dei
sistemi di sicurezza [polizia e forze armate] è la forza del
diritto naturale
inteso come “diritto armato”, perché tutte le forze
di sicurezza dello stato,
se sono mosse dal diritto positivo [cioè obbediscono alla
legge], sono mosse
però sempre da uno “spirito della legge”, che
è l’ideale della giustizia, cioè
del diritto naturale. questo quindi non è un diritto
“innocuo”, ma agisce con
la forza della sanzione. il diritto positivo è lo
“strumento armato” del
diritto naturale per l’affermazione della giustizia e del Bene
nel mondo, per
la difesa e il rispetto delle leggi [l’“ordine”],
secondo l’idea di giustizia.
dietro il diritto positivo sta il diritto naturale che tramite esso
agisce
nella storia. esso agisce contro il “male”, e può
accadere che anche il male si traduca in forma di legge, come forma
diritto “ingiusto”, pseudoforma di diritto come
pura regola sociologica. il diritto non è solo una regola, il
diritto è una regola
che presuppone lo stato [di qui il primato epistemico del diritto
pubblico sul diritto
privato], perché solo lo stato [come ente impersonale] applica
la sanzione,
componente della norma giuridica.
seconda parte: proposizioni sullo stato con elementi di psicologia
criminale
nota introduttiva
queste concezioni sullo stato sono derivate da una riflessione
sulla psicologia criminale. le concezioni seguenti sullo stato sono nuove e
fondamentali in ordine alla ricerca dei fondamenti dello stato e del diritto.
testo
7.] la psicologia criminale può essere credente in dio.
8.] ma essa percepisce lo stato in modo conflittuale.
9.] l’episteme proietta dio sullo stato: come può la psicologia criminale essere credente in dio e non credere
nello stato, se lo stato è proiezione di dio [o di cosmo_adamo], secondo le ipotesi epistemiche ?
10.] si pongono quindi i seguenti problemi:
a.] dio lascia libero l’uomo.
b.] se dio è lo stato, e lo stato applica la sanzione con la
forza della polizia, può dio agire contro l’uomo [ogni
applicazione di sazione è una forma di violenza] con la forza della sanzione,
se dio
lascia l’uomo libero ?
c.] la risposta fa comprendere che lo stato non è il cristo
vivente, ma è il cristo che l’uomo, per partecipare alla propria creazione,
deve ricreare con se stesso in paradiso.
d.] quindi lo stato è un “cristo inerme”
[cioè "passivo", privo di volontà e consapevolezza, un corpo senza anima, ma vivo biologicamente],
che agisce con la
forza dell’uomo, che lo comanda da dentro come un robot:
d1.] l’uomo e la comunità sociale, che comandano questo
cristo-robot secondo il diritto naturale, danno vita al cristo della
creazione. essi stabiliscono che questo cristo-stato imponga la
sanzione, perchè è volontà del genere umano.
così dio non la impone. è l'uomo che, attraverso dio, la
impone a se stesso.
d2.] l’uomo, che comanda questo cristo-robot secondo la tecnica
e il crimine, dà vita al cristo della risurrezione, scavalcando il processo
creativo, cioè dà vita al cristo inerziale, che, essendo attualmente cristo in
fase sacrificale, è un cristo sfasato rispetto alle esigenze morali dell’uomo,
di qui l’uomo alienato che agisce su cristo come ente idolatrico: la tecnica e
il regno del male [paradiso anticipato e sfasato rispetto all’etica].
11.] la psicologia criminale agisce costruendo questo
secondo cristo, che è l’anticristo costruito dalla plutocrazia/l’anticristo è
un concetto scientifico, che corrisponde al cristo paradisiaco [inerziale]
calato sulla terra [mentre il cristo della risurrezione non si mostra: gv 16,
10].
terza parte
la concezione
epistemica della cibernetica giuridica [elementi di giustecnicismo]
12.] la cibernetica giuridica può essere definita come il
controllo e comando del comportamento dell’uomo, indotti dalla tecnica, dalla
telematica e dalla cibernetica, controllo e comando che simulano la coercizione
giuridica della condotta umana.
13.] questa è la condizione del diritto in paradiso [=
giustecnicismo]: in paradiso, che è il regno della tecnica, la persona è
libera, il suo corpo è controllato dalla persona. i cloni_robot, associati ad
una anima [= persona], sono controllati da ogni altra anima e da dio.
14.] questo controllo avviene in modo tecnico, ad esempio,
utilizzando una metafora: con i “cavi nel cervello”, come nel film “arancia
meccanica”. questi “cavi” in paradiso non tolgono la libertà al corpo, sono terminazioni
nervose e spirituali. essi tolgono libertà al corpo se appaiono nella
dimensione terrena, secondo il transumanismo, che imita il paradiso.
15.] l’essenza del diritto terreno [naturale e positivo] è
quella di indurre un comportamento obbligato tramite la minaccia di una
sanzione, cioè attraverso il linguaggio giuridico che è parola come tecnica
simbolica.
16.] in paradiso invece il comportamento viene guidato
dall’impluso spirituale [che in terra è l’impulso elettrico], cioè dalla
tecnica [concettuale].
17.] la civiltà della tecnica [con il giustecnicismo]
riproduce la condizione del paradiso in terra, nel regno del male.
18.] nel rapporto tra diritto e tecnica [si fa riferimento
al dialogo tra irti e severino], la natura, che precede il diritto naturale,
deve dimostrare di essere più forte della tecnica. è questo il senso della
steleologia, che fonda la scienza politica e anche il diritto naturale. nel
rapporto di asimmetria e di dominio tra massa e tecnica [paradigma sociologico massa-tecnica], in cui la tecnica
riesce a controllare la massa [= il popolo dei cittadini], quest’ultimo non si
fa dominare dalla tecnica, perché l’umanità evolve verso una crescente
intelligenza collettiva [di cui è una immagine Internet]. appaiono chiaramente nelle giovani generazioni
esemplari di uomini e donne più belli e intelligenti dei loro genitori.
19.] questo è il senso del principio di apocalisse:
a.] la tecnica giunge a un punto in cui si rende possibile
il dominio dell’umanità.
b.] ma l’umanità cresce, secondo l’evoluzione del genere
umano, in intelligenza, e tende così a fuoriuscire naturalmente da questo
controllo.
c.] si giunge quindi a un punto di rottura, in cui la
tecnica non riesce più a controllare la massa, la quale può essere disciplinata
solo dal diritto naturale [giusto], dalla religione e dalla filosofia.