fondamenti epistemici della meritocrazia
analisi_1
prima parte
1.] ogni uomo vuole essere il messia [cristo], sia per
sostituzione, sia perché l’anima beata paradisiaca è messianica.
2.] di ciò sono prova le rappresentazioni cinematografiche:
esse, sia esplicitamente, con la figura dell’eroe, sia implicitamente, con la
figura del protagonista, mostrano l’eroe per consentire l’identificazione in
esso del pubblico, cioè di ogni uomo e donna, che così sognano di essere il
messia.
3.] la storia converge verso il messia [gesù cristo], nella parusia.
nota
un film che costituisce un’analisi del messia, chiamato l'"eletto", è la trilogia
“matrix”.
prosegue testo
seconda parte
4.] in paradiso c’è una gerarchia delle anime.
5.] gesù dice che in paradiso “ci sono molti posti” [gv 14, 2]. questa espressione non esprime la
gerarchia tra le anime. altri passi biblici la esprimono. queste
espressioni parlano della gerarchia tra le anime celesti in paradiso [il passo biblico è adattato]:
a.] i figli di zebedeo vogliono essere i primi, i più vicini
a gesù [mc 10, 37].
b.] i farisei e gli scribi cercano i "primi posti" nelle
sinagoghe [lc 11, 43].
c.] molti dei primi saranno ultimi, e gli ultimi i primi
[lc 13, 30][quindi ci sono gli ultimi e i primi, cioè una gerarchia].
d.] tu, quando sei invitato, stai all’ultimo posto [lc 14, 7].
e.] coloro che non rispettano i precetti saranno considerati minimi nel
regno dei cieli, chi invece li rispetterà sarà
considerato grande nel regno dei cieli [mt 5, 19][quindi ci sono gli
ultimi e i primi, cioè c’è una gerarchia in cielo].
f.] in paradiso il più piccolo è più del battista in terra
[mt 11, 11][quindi c’è in paradiso "il più piccolo", cioè c’è una gerarchia].
6.] la gerarchia può essere di eccellenza per una
carica/ruolo, oppure può essere per il ruolo [ad esempio, un generale è il migliore dei colonnelli, per questo
promosso generale, secondo il merito/il generale è più dei colonnelli e il ministro
dell’interno è più dei prefetti e questo per
la funzione ricoperta].
7.] se c’è una gerarchia, ciò significa che, pur essendo
molti i posti in paradiso, per ogni livello essi sono limitati, e quello più
limitato è il posto del messia.
terza parte
7.] questa limitazione dei posti per ogni livello genera
negli uomini la competizione per ricoprirli, essendo per ogni posto più elevato
maggiore il grado di godimento di dio, perché maggiore la vicinanza a dio.
8.] il criterio per la graduazione delle anime celesti è il
merito terreno.
9.] ma …
a.] la gerarchia terrena è stabilita in base a chi è primo
per merito o ricchezza.
b.] la gerarchia celeste è stabilita sia secondo il criterio
del punto a.] del punto 9.], sia secondo il criterio della grazia, della scelta
di dio [libera: mt 20, 15], dell’umiltà, della piccolezza, di chi è ultimo invece che
primo secondo i criteri del “mondo”.
10.] il criterio di cui al punto a.] del punto 9.], non
escluso da quello del punto b.] del punto 9.], è scelto ad esempio dal
calvinismo, che associa la graduazione celeste alla ricchezza terrena, criterio
esplicitamente escluso da gesù: “la vostra vita non dipende dai vostri
beni” [lc 12, 15].
analisi_2
11.] il ponte tra cielo e terra, ovvero la condizione per cui
l’uomo pensa che la gerarchia terrena rifletta la gerarchia celeste, e per il
quale anche l’ateo pensa di avere vantaggio nell’essere primo in terra, perché
crede che ciò sia un bene per lui, è l’inconscio [anello di congiunzione tra
diritto naturale e diritto positivo, posto che si è definito diritto naturale
anche il diritto terreno: natura = creato], inconscio per il quale l’ateo crede
che essere primo sia un bene, perché inconsciamente, come pensa che la povertà
sia dannazione, così pensa che la terra sia proiezione del cielo [anche se non
crede nel cielo].
analisi_3
12.] la sovranità [ad esempio nella democrazia] attribuisce un
potere.
13.] in paradiso l’essenza del potere è il sogno.
14.] in paradiso l’anima celeste fa due cose: contempla dio e
vive come viveva in terra.
15.] la vita come in terra è data dal “sogno a occhi
aperti”.
16.] questo sogno è come nei film: si creano scenari
cinematografici e l’anima vive come protagonista in essi e le altre anime si
prestano come comparse [co-protagonisti].
17.] il contenuto del sogno è essere messia.
18.] l’anima di più alto livello ha solo un sogno più
potente.
19.] i contenuti dei sogni di tutte le anime sono
equivalenti: tutte sognano di essere il messia.
nota [integrazione al
testo]
precedentemente a tali ipotesi si è detto che il potere
della tecnica di cui parla severino è solo un sogno. ora si dice che proprio il
sogno è l’essenza del potere: per questo il sogno realizza il sogno del potere,
cioè il potere attiva il sogno e si realizza nel sogno. si è risposto a questa
domanda: cosa fa l’uomo in paradiso oltre a contemplare dio ? esercita il
potere, perché solo il paradiso è il luogo del potere, e l’uomo vuole il
potere, di cui il potere di godimento è un aspetto. in paradiso l’uomo presumibilmente
crea, secondo nietzsche. ma oltre a questo realizza la volontà di potenza,
sempre secondo nietzsche. ma in che modo, se l’uomo è appagato dalla
contemplazione di dio ? nel sogno, e nel sogno dei film, in cui l’uomo si cala
come protagonista. in paradiso l’uomo crea film di cui egli è protagonista
sognando “a occhi aperti”. l’uomo non è potente con la tecnica nella dimensione
terrena [come crede severino]: ad esempio, severino dice che con la tecnica l’uomo
ha infinita potenza [attribuita da severino impropriamente alla tecnica stessa,
personificata demonicamente], ma l’uomo rimane mortale, quindi non ha in
realtà alcuna potenza. ma la tecnica è potenza per definizione. quindi l’uomo sogna
con la tecnica [e con la forma della modernità, cioè con la presenza delle
macchine] di essere potente. prima si è detto che l’uomo sogna, cioè “crede”,
di essere potente. ora si dice che il sogno [come funzione] si attiva, perché, anche
in paradiso, come in paradiso, è nel sogno che si realizza la potenza, non
potendosi realizzare in altro modo in paradiso [e quindi in terra], perché ogni
altro appagamento fuori del sogno è dato da dio. così si spiega il pensiero di
un poeta tedesco romantico: “è un dio [o "un gigante"] l’uomo quando sogna". il concetto
fondamentale qui esposto è che il sogno non è una funzione che serve per
illudersi, ma è il luogo proprio in cui vivere la potenza, come al cinema, con
l’autoidentificazione.
prosegue testo
20.] in terra l’uomo commette peccato sognando di essere in
paradiso [come avviene nelle diverse forme della paradisizzazione, che sono i processi di disinibizione].
21.] così il ricco.
22.] poiché ogni uomo sogna di essere potente, quindi
cristo, quindi il messia che è cristo, questo sogno si realizza
[sempre nel
sogno “a occhi aperti”] con la competizione, che come detto
è il modo con cui
gi uomini cercano di realizzare la gerarchia terrena e, inconsciamente,
la gerarchia celeste, per avere i “primi posti” [vicini a
dio],
con la competizione perché questi posti sono, per ogni livello
della gerarchia, “pochi”.
23.] inconsciamente, così l’uomo scopre le basi della
predestinazione, socialmente, e proietta la gerarchia terrena nella gerarchia
celeste: “se sono ricco e potente, sono in paradiso più vicino a cristo, cioè
godo di più”.
24.] il ricco realizza massimamente questa funzione, e
quindi massimamente si allontana da cristo [dice gesù: “difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli” [mt 19, 23]].
25.] questo perché dio dice che la gerarchia terrena non
stabilisce il paradiso [“la vostra vita non dipende dai vostri beni [lc 12, 15], … ma dalle azioni, su cui sarete
giudicati” [mt 16, 27]][nel vangelo la "vita" è la vita eterna].
26.] il ricco sogna quindi di essere il messia. così il
popolo [signoria e servitù], che si identifica nel ricco.
27.] il criterio con cui dio stabilisce la gerarchia celeste
[il cui desiderio umano condiziona la gerarchia terrena sottoforma di volontà
di potenza] è anche meritocratico in senso terreno [le opere fruttano i
talenti], ma il concetto fondamentale è che questa gerarchia è stabilita da dio,
non dall’uomo, dio che non si lascia condizionare dall’uomo e uomo che non può
condizionare dio se non secondo i criteri stabiliti da dio e dalla chiesa.
28.] il ricco cioè vuole condizionare la volontà di dio.
29.] in realtà il ricco va oltre questo condizionamento:
pianifica la terra secondo la predestinazione, perché la gerarchia terrena sia
il diretto riflesso della gerarchia celeste [calvinismo]: chi è ricco è il
salvato/beato/santo, chi è povero è il dannato.
30.] ciò contraddice dio, perché l’uomo, ogni uomo, in
terra, è messo alla prova secondo le opere, e al povero, predestinato alla
povertà, è tolta la possibilità di essere messo alla prova da dio secondo i
talenti [merito].
31.] in questo modo il calvinismo si unisce al
neoparmenidismo, perchè la povertà è predestinazione [calvinismo] e destino
[neoparmenidismo], e la libertà [libero arbitrio] non esiste [neoparmenidismo]
o non è funzionale alla salvezza [calvinismo e protestantesimo], quando gesù
dice che l’uomo sarà giudicato dalle azioni.
analisi_4
32.] in paradiso l’uomo [anima_beata] è incastonato rigidamente
al suo livello di beatitudine, e da lì contempla dio e sogna di essere potente
nei film [come messia, cioè come cristo].
33.] la gerarchia è una struttura rigida.
34.] ora questa struttura non esiste.
35.] dio la sta costruendo.
36.] l’inesistenza di questa struttura, di questa gerarchia,
fa sì che anche in terra gli uomini vivano senza struttura [“nomadismo” dei
giovani].
in terra cioè l’uomo è svincolato dalla proprietà, dal
patrimonio, dalla casa, e la competizione, come in paradiso, stabilisce oggi
queste determinazioni, libere e instabili fino alla morte [questo secondo
quanto avviene oggi nel mondo: precarietà].
37.] nella dimensione terrena gli
uomini vivono la gerarchia terrena come sogno della gerarchia celeste,
e la prima come determinazione [condizionamento a dio] della seconda.
per questo l'uomo usa il potere [volontà di potenza] per avere i
"primi posti" [in paradiso] e l'uomo ricco è colui che crede di
averli ottenuti, anche in cielo. è vero che la terra determina i
cielo, e per questo tale determinazione diviene anche esaperata e
violenta, ma lo determina secondo i criteri di dio, palesati dalla
chiesa, e questi criteri vengono capovolti dal male. così, ad
esempio:
a.] secondo il vangelo, io mi privo di un pane e lo dò al
povero, e ritrovo ciò a cui ho rinunciato "cento volte tanto" in
paradiso [mt 19, 27-29].
b.] il ricco invece accumula beni e sottrae ricchezza al povero,
perchè pensa che questa accumulazione terrena di ricchezza sia
la "prova" [o la determinazione] dell'accumulazione celeste. in
questo modo il ricco impedisce al povero di fruttare i propri talenti.
analisi_5
38.] la corretta scienza politica distingue tra terra e
cielo:
a.] l’uomo deve imitare il cielo, ma non deve simularlo.
b.] l’uomo deve uscire dal sogno del paradiso, così il ricco
[signoria] e così il popolo [servitù].
39.] cristo contiene tutti gli uomini. mobile è solo la
chiesa.
40.] come cristo contiene tutti gli uomini, così tutti gli
uomini devono avere un minimo di struttura rigida [reddito e patrimonio].
41.] il cielo è proiezione della terra, ma secondo le opere
di salvezza, non secondo le opere di simulazione del paradiso [ricchezza =
fonte].
analisi_6
42.] tutti gli uomini sono soggetti al disturbo bipolare:
a.] la classe dirigente, esaltata dal potere.
b.] l’uomo comune, che è “uomo comune” per controllare la
propria esaltazione latente.
43.] gesù dice: “il
vino nuovo in otri vecchie le spacca”.
questo significa che l’esaltazione,
il sogno del potere paradisiaco, è il soprannaturale
[“vino nuovo"] che
entra nel naturale della dimensione terrena [“otri
vecchie”], e ciò genera il
disturbo psichico. perché l’uomo sia sano è
necessario che egli esca dal sogno
del paradiso, avuto per superare il senso di morte, cioè dal
sogno che è il
paradiso, e viva nella dimensione terrena come reale dimensione
terrena, in cui
il potere è immagine del paradiso, non sostituto ad esso
[cioè potere naturale-terreno, non soprannaturale-ultraterreno,
come sua simulazione violenta].
analisi_7
44.]
i posti in paradiso per ogni livello gerarchico sono limitati. essi non sono attribuiti secondo la competizione terrena:
a.] l'uomo deve essere posto nella condizione di fruttare i propri talenti.
b.] in questo modo acquisisce merito, e dio ne tiene conto.
c.] è questa la "competizione interiore" di cui ha parlato Papa Giovanni Paolo II.
d.] invece gli uomini in terra agiscono in modo diverso:
d1.] in terra i posti [le cariche] sono limitati [come in paradiso].
d2.] essi sono attribuiti secondo il merito [come in paradiso].
d3.] ma viene interpretata la gerarchia terrena come proiezione della
gerarchia celeste, per cui la tensione a realizzare la prima è
anche violenta [perchè si teme l'irrimediabile per il cielo].
d4.] infine, come già detto in precedenti paragrafi,
l'uomo non solo stabilisce la gerarchia terrena secondo il merito, ma
dà anche la povertà, considerata come proiezione
dell'inferno [infernalizzando il prossimo], perchè separa da
sè la predestinazione negativa, associata insieme a quella
positiva ad ogni uomo.
45.] dio stabilisce la gerarchia celeste, la quale non è
proiezione della gerarchia terrena. per questo ogni uomo deve poter
fruttare i propri talenti non per la determinazione della seconda, ma
per la determinazione della prima, con la competizione interiore. la
competizione esteriore, per la determinazione della gerarchia terrena,
non deve essere esaperata, cioè idolatrica, perchè essa
non determina la condizione eterna. e non deve causare la
povertà, che impedisce all'uomo di fruttare i talenti, per i
quali è giudicato e selezionato da dio. l'uomo che, primo
nella gerarchia terrena, come il ricco, non rispetta questi criteri,
cioè che dà povertà agli uomini, viene considerato
ultimo nella gerarchia celeste, secondo le parole di gesù.
nota
il presente paragrafo riporta i risultati della ricerca epistemica formulati nel mese di agosto 2010.