proposizioni sul rapporto tra prescienza e creazione
1.] il neoparmenidismo ha
effettivamente individuato una difficoltà nella concezione cristiana di dio.
2.] se dio crea, prima deve poter
avere prescienza di ciò che crea.
3.] ma il contenuto della prescienza
di dio è stato creato ? dovrebbe esserlo, come progetto della creazione.
4.] allora anche in relazione a
questa creazione-prescienza-progetto deve esserci prescienza.
5.] ciò determina un rimando
all’infinito e un paradosso, detto paradosso prescienza-creazione.
6.] severino ripete questo
paradosso in termini diversi, parlando non della creazione di dio ma del
divenire: se dio prevede, allora il divenire dal nulla non è autentico, perché
esso presuppone la sua imprevedibilità, cioè non previsione. il divenire è
divenire dal nulla, e la prescienza di dio riempie questo nulla di una
contenuto [l’essere del futuro].
7.] in precedente paragrafo si è
mostrato che questa critica è inconsistente, distinguendosi tra piano della
prescienza e piano della creazione reale, la quale è reale divenire dal nulla,
mentre nel primo piano la prescienza avviene a livello mentale. il paradosso è
però effettivo, in quanto anche il contenuto mentale della prescienza deve in
un certo senso essere creato, perché altrimenti la previsione di dio ridurrebbe
la creazione a pura azione senza progetto, mentre dio deve poter creare anche
nel progetto. ma se dio crea anche nel progetto, esiste sempre una prescienza
che precede questa creazione-progetto. di qui il paradosso.
8.] la soluzione del paradosso
prescienza-creazione può consistere in due passaggi:
a.] nel riconoscere che anche la
prescienza è una forma di creazione, anche di tipo imprevedibile, ma non nel
senso del neoparmenidismo. imprevedibilità non significa possibilità dell’impossibile.
ciò che proviene dall’inconscio di dio rispetta le leggi del divenire, che sono
le leggi dell’essere e della necessità.
b.] nel non porre in sequenza
temporale [attuata a livello mentale] la prescienza-progetto [prescienza “che è”
il progetto][che è una forma di creazione] con la prescienza “del” progetto,
ciò che si può fare considerando che dio opera nel piano dell’eterno, il quale
non può essere definito [come pure lo si è fatto finora] solo come sequenza di
tipo continuo e infinito di eventi temporali.