commento ad articolo di giuseppe de rita “il segreto della nostra
affidabilità si chiama autogoverno policentrico” apparso sul corriere della
sera in
data 4 luglio 2010/implicazioni in ordine alla teoria dello stato e
della democrazia
1.] questo articolo consente alla ricerca epistemica di
mettere insieme alcune sue teorie relative alla teoria della stato e della
democrazia.
2.] ciò che de rita chiama policentrismo decisionale
corrisponde al concetto epistemico secondo cui la democrazia è una forma di
monarchia o di totalitarismo, in cui ogni cittadino è il re o dittatore. quello
che prima era il potere assoluto del re, ore è il potere assoluto del
cittadino.
3.] ciò che de rita chiama organizzazione “orizzontale” del
potere è ciò che nella ricerca epistemica si è definito crisi dello stato come
conseguenza della crisi del “padre” nell’uomo moderno e quindi uccisione
totemica e edipica del padre/di dio, come dello stato.
4.] la struttura “verticistica” del potere è appunto
immagine del potere dello stato come del potere di dio, che l’uomo moderno
uccide togliendogli potere e attribuendolo a se stesso, nella democrazia in cui
“la sovranità appartiene al popolo” [art.1 della costituzione della repubblica
democratica italiana].
5.] ma ciò che de rita considera positivo in questo
policentrismo [si ritiene infatti positivo avere potere] è stato invece
riconosciuto dalla ricerca epistemica come “diffusione del micro potere
sociale” [dove il potere temporale è eticamente proibito da dio all’uomo]:
l’uomo, senza più rendere conto a dio, come allo stato, del proprio
comportamento, utilizza il potere democratico che gli è dato, ad esempio, in
ambito lavorativo, come rapporto datore di lavoro/dipendente subordinato, nel
senso del potere, del dominio, della violenza e quindi della molestia [fine a
se stessa].
6.] inoltre, al potere democratico, diffuso nella società,
corrisponde anche un determinato sistema di verità: il cittadino democratico
non è un uomo senza verità, ma, riconoscendo la propria verità solo come
opinione, il cittadino democratico ha la “sua” verità, non riconosce altra
verità al di fuori di questa, che è la sua opinione, ed è una verità che ne
giustifica i comportamenti immorali, e quindi l’esercizio del potere
[democratico concessogli] come dominio, violenza e molestia. come tale non solo
in ambito lavorativo, ma ad esempio anche come scelta della legislazione sulla
vita [aborto e eutanasia come possibilità di uccisione dei propri genitori
anziani] e evocazione della civiltà della tecnica, dell’erotismo di massa e del
consumismo [che è introiezione del frutto proibito della tecnica/la fonte
edenica].
7.] alcuni "poteri" [economici] riescono a sottrarsi al “potere” del popolo.
8.] possono farlo proprio perché questo potere è
orizzontale, e quindi, non essendo verticale, può dominare solo in un piccolo “intorno
sociale” che circonda l’uomo [la famiglia, il lavoro, la società].
9.] inoltre l’economia si è separate dal diritto e dalla
politica, e domina i comportamenti, proprio per disciplinare la volontà di
potenza del popolo, che si esprime nelle relazioni di lavoro [ciò che de rita
chiama capacità di “relazione”. secondo un concetto comune di “prepotenza”, in
questi rapporti di lavoro i forti sono forti con i deboli, e si sottomettono a
chi è più forte].
10.] a questo concetto di potere orizzontale inoltre
corrisponde il localismo e il federalismo politici, intesi come forme di
tramonto [gotterdammerung] del potere centrale dello stato, cioè di uccisione
[edipica e totemica] di dio/del padre, la cui immagine è proiettata
inconsciamente sullo stato.
11.] unita a questa uccisione sta l’affermazione dello stato
come idolo, per la liberazione del potere democratico del popolo.