proposizioni sul rapporto tra diritto naturale e diritto positivo/la
mediazione politica
1.] si è detto che il diritto positivo è il “prodotto”
[rapporto trasformativo e compromissorio] tra diritto naturale e politica.
2.] un esempio è dato dalla legge italiana sull’aborto. essa
è esempio di diritto naturale, perché la legge italiana non consente l’aborto
ma è contro l’aborto. infatti rende illecito l’aborto oltre un certo numero di
settimane. è esempio di diritto positivo, perché anche consente l’aborto, entro
un certo numero di settimane. fa quindi della possibilità di abortire una
questione temporale, e non tipologica con riguardo al rapporto tra esterno e
interno del corpo della donna. ma una pura questione temporale, e non legata
alla forma del feto, significa che la legge è contro l’aborto, e che lo rende
lecito non con attinenza al diritto, e quindi alla giustizia, ma alla politica,
ovvero ad una mediazione e a un compromesso che “sospende” [ma non nega] la
giustizia.
3.] quindi il diritto positivo [posto, effettuale, vigente]
è la politica applicata al diritto naturale [che è il solo diritto], la quale
lo sospende: il diritto positivo è una trasformazione politica del diritto
naturale, e non è quindi un'altra “forma” di diritto rispetto ad esso.
4.] perché la legge acconsente a questa sospensione ?
5.] nell’uomo è il male e il peccato, e vi è anche il
dolore, fattori che conducono l’uomo ad un rapporto di forza contro i suoi
simili.
6.] ciò un tempo [e anche oggi] rendeva lecita la guerra:
questa è combattuta tra uomini, e, ad esempio, l’aborto è una forma di “guerra”
tra uomini, in questo caso tra le donne e la vita emergente.
7.] la mediazione politica è compresa da dio, che tiene
conto del fatto che il peccato a volte nell’uomo è irrefrenabile. ciò che è
compreso può forse essere, in parte, a volte, anche giustificato.
8.] si dice spesso [così si esprimono alcuni cattolici] che
l’aborto è ingiusto, è un crimine, ma è una legge dello stato.
9.] a questo riguardo si sottolinea un aspetto importante
della politica per un cattolico. se l’aborto è consentito dallo stato in quanto
legge democraticamente decisa, il politico cattolico non può fare obiezione di
coscienza [come un medico], ma deve applicare questa legge, perché in realtà un
politico potrebbe [dover] essere solo cattolico, e quindi il politico cattolico
deve assumersi la responsabilità di governare gli uomini, assecondando anche la loro
volontà democraticamente espressa nelle leggi dello stato.