elementi di teoria epistemica del diritto e dello stato/le condizioni
storiche della democrazia liberale
elementi di teoria epistemica del diritto e dello stato
1.] il diritto nasce …
a.] quando il coordinamento delle
tre volontà delle tre persone divine attua lo sforzo creativo; esse sono
libere, e quindi si auto-coattano,
b.] e, insieme, nel momento in
cui questa co-azione è imposta all’uomo per la sua salvezza.
c.] l’etica è libertà, e il
diritto è etica-coattata e per questo coercitiva, nel senso che è libertà che
viene sottoposta a obbligo di forzo [precetto], a pena di una riprovazione
sociale [sanzione], che è immagine simbolica, e per questo socialmente
efficace, della dannazione.
d.] questo è il senso
essenzialistico del rapporto tra diritto e democrazia liberista: il povero non
viene punito per il fatto di essere povero, ma l’uomo si sente obbligato a
fuggire la povertà, perché la teme come la dannazione, e la democrazia
libertista pone le condizioni sociali [obblighi giuridici], per cui l’uomo può
sentirsi salvo [dalla povertà come dalla dannazione] solo se agisce in senso
produttivo, perseguendo il benessere, che è immagine della salvezza. è questo
il senso profondo, in ottica chiaramente cattolica …
d1.] del rapporto tra calvinismo e
capitalismo, individuato da weber nella sua etica protestante [un’economia,
quella capitalista, che ha plasmato di sé il diritto].
d2.] dell’art. 1 della
costituzione della repubblica democratica italiana, che si dice essere “fondata
sul lavoro”, cioè sullo sforzo imitativo di quello divino creatore, sulla
ricchezza immagine della salvezza, e sulla riprovazione della povertà, immagine
della dannazione, povertà da cui i precetti giuridici intenderebbero difendere
l’uomo.
2.] tuttavia, la democrazia
liberista [erroneamente detta liberale] non corrisponde all’essenza del
diritto, perché in essa esiste la povertà, come anticipazione della punizione
divina, mentre all’uomo non è lecito anticipare il giudizio divino [la società
epistemica esclude di diritto la povertà]. essa tollera la povertà [e la pena
capitale], per consentire ad alcuni uomini [i ricchi] di proiettare nei poveri
la parte negativa della propria predestinazione.
3.] il diritto epistemico supera
il liberismo. per il diritto epistemico, esprimente l’essenza pura del diritto,
ciò che conta nella società è di consentire il perfetto giudizio di dio sul
perfetto sacrificio dell’uomo, giudizio che serve a dio per misurare
l’adattamento dell’uomo al paradiso [selezione], e quindi ogni uomo deve essere
posto nella condizione paradisiaca iniziale del [che è il] benessere perfetto,
per poter adempiere perfettamente [cioè nella condizione divina, iniziale,
dell’assoluta libertà e del pieno benessere] al sacrificio del lavoro
[creazione e salvezza], su cui l’uomo viene giudicato. una derivata conseguenza
di tale concezione è la negazione giuridico-epistemica della pena capitale, che
sottrae l’uomo al sacrificio, sostituendo il giudizio anticipativo dell’uomo
[giudice e società] al giudizio di dio. infatti, ogni uomo che trasgredisce la
legge deve comunque essere riabilitato, perché sempre scopo dell’uomo è
lavorare fino al giudizio. la pena capitale interrompe l’attuazione del lavoro
[sacrificio etico richiesto].
4.] il paradiso è anche il
territorio dello stato [comunismo-epistemico], su cui l’anima-celeste esercita
il suo potere. dalle proprietà di questo potere di ogni anima-celeste
discendono le proprietà della sovranità giuridica terrena. questo potere è …
a.] unico [conseguenza è che lo
stato è universale],
b.] diretto [conseguenza è che la
forma perfetta del potere giuridico è la monarchia],
c.] assoluto [una conseguenza è il
superamento della divisione liberale tra i poteri legislativo, esecutivo e
giudiziario, e ad esempio l’unificazione delle carriere politiche, militari e
giudiziarie].
… la democrazia non è naturalmente
alternativa all’essenza del diritto, essendo essa stessa una essenza, ma la
integra come forma di potere indiretto [potere dell’anima sul paradiso, mediato
dalle altre volontà delle altre anime, o della società-comunione delle
anime-celesti].
5.] la forma storica che più si
avvicina all’essenza del diritto è il potere di napoleone [soggetto
crono-storico codificato con il nome di “napoleone”/periodo di vita circa 1800
D.C.]. questo potere si caratterizza per questi fattori:
a.] si tratta di una monarchia
“tecnica” [e non ereditaria]. il re [= politico] è un funzionario dello stato,
pagato per svolgere determinate funzioni tecniche di guida dello stato.
b.] questo re non è un uomo
privilegiato, ma proviene dal popolo, dalla gente comune, e non è re nel senso
che attira per se stesso riconoscimento sociale, ma nel senso di “presidente” e
“primo ministro” di una repubblica, dura in carica qualche anno, e il suo
compito è una funzione di governo strettamente scientifica [in questo senso va
letta l’opera giuridica e sociale di napoleone, non volta a costituire un
potere personale sostituentesi a quello di luigi XVI, ma puramente funzionale
al governo, al progresso e al benessere della nazione-francia].
c.] questa forma di monarchia non
è la monarchia storica in senso tradizionale [in cui l’essere re è motivo di auto-referenzialità
giuridica]. nella concezione epistemica dello stato, il re è simile a un
impiegato statale, a un manager o a un professionista, o ad un governatore di
una banca centrale: un uomo che ha studiato [essenzialmente: filosofia,
diritto, economia e psicologia, oltre alle lingue], per svolgere una funzione
tecnica, il quale, una volta cessato il suo ruolo da puro e mero funzionario
statale, cessa perciò stesso di essere “re”. la definizone di “re” è
convenzionale. si tratterebbe di un “monocrate” [definizione scientifica del politico].
d.] il vantaggio del “decisore
unico” [di cui, invece, l’economia politica delinea gli svantaggi] consiste nel
fatto che un unico uomo come unico decisore …
d1.] prende le decisioni più
velocemente e senza contraddizioni e impedimenti nell’azione di governo.
d2.] fa premio l’alta competenza
scientifica, anche guadagnata dai sistemi di supporto [non costituiti da
consiglieri scelti personalmente, ma dall’espressione dell’intero mondo
accademico, che viene gerarchizzato/al mondo accademico appartiene l’auto-referenzialità
come forma di assoluto auto-controllo, discendente dagli attributi intriseci
della cultura accademica, incorrotta e incorruttibile, perché espressione della
“sacralità” del sapere].
d3.] è facilmente individuabile
la responsabilità del politico, punita in via immediata [il comportamento del
politico è controllato (anche in senso psicoanalitico), e sanzionato, dal mondo
accademico].
6.] la concezione epistemica
dello stato può riassumersi con questa espressione:
a.] essa prende il concetto
platonico di “filosofo-re”;
b.] separa la parte filosofica [“filosofo”]
dalla parte politica [“re” = politico/funzionario/monocrate];
c.] la parte filosofica
appartiene al mondo accademico, che produce il sapere e scrive le leggi [potere
legislativo attribuito ai giuristi].
d.] la parte politica appartiene
ai re [politici] [potere esecutivo attribuito ai politici].
e.] il mondo accademico controlla
il loro operato [potere giudiziario attribuito al mondo accademico].
7.] nella concezione pura [scientifica]
del diritto, chi governa non è un uomo eletto dal popolo, ma è l’uomo più
competente, e questo non solo in senso meritocratico [cioè l’uomo che ha
studiato di più], ma anche nel senso di una responsabilità riconosciuta e
attribuita dal mondo accademico, anche in base alle caratteristiche
psicologiche personali del soggetto-politico.
8.] questa concezione non
corrisponde alla tecnocrazia, perché:
a.] il sapere, che fonda il
potere, è sapere filosofico, di cui la scienza è solo una parte.
b.] la tecnica è posta al
servizio dell’uomo e del potere, che la domina, e non già l’uomo e la società
sono dominati dalla tecnica [infatti si è detto che il potere dell’anima è
assouto, cioè superiore al potere della tecnica].
c.] la soluzione dei problemi
dell’uomo e della società richiede sempre una mediazione politica, per la quale
alla sapienza del politico si aggiunge la sua saggezza. proprio questa mediazione
costituisce l’ambito dell’inserimento della democrazia in tale concezione
monocratica del diritto.
9.] per queste tre ragioni la
concezione epistemica del diritto e dello stato non è una tecnocrazia, la quale
è espressione del potere della scienza e della tecnica, ma è piuttosto una
forma di sofocrazia [potere della filo-sofia e quindi anche dell’amore] e di
antropocrazia [potere dell’uomo].
le condizioni
storiche della democrazia liberale
1.] esiste una profonda
razionalità sociale nella determinazione storica della democrazia
liberale e liberista.
2.] ogni democrazia deve
necessariamente essere liberista.
a.] nella democrazia si realizza
la condizione edenica originaria di adamo che attinge all’albero proibito della
vita [legislazioni sull’aborto, sull’eutanasia, sull’eugenetica, sulla pena
capitale, sul capitalismo come sistema che determina povertà e ricchezza, cioè
salvezza e dannazione sociali]: nella democrazia, ogni uomo ha potere e lo usa
per se stesso e anche contro gli altri uomini. la mediazione è svolta a livello
politico e partitico, con effetti catartici dell’aggressività insita nel
popolo.
b.] la democrazia deve essere
liberista, perché quando l’uomo ha il potere politico ha il potere di
distruggere l’altro uomo, allo scopo di appropriarsi della sua ricchezza, e
quindi la conservazione dell’ordine, nella società, deve necessariamente
separare il diritto dall’economia, per trasformare l’economia in un “caos”
[cosiddetta “giungla del mercato”], nel quale deve potersi perdere e scaricarsi
l’aggressività sociale dell’uomo, cercando di acquisire per se stesso
condizioni di vita migliori senza creare danni verso la società tramite l’uso
del potere politico in senso economico.
c.] nella democrazia liberale, in
cui il diritto liberale nell’economia [diritto al lavoro, diritto alla casa,
ecc.] è sostituito dal non-diritto-liberista nell’economia [la “giungla del
mercato”: possibilità della disoccupazione, della povertà, della precarietà del
lavoro e della casa, ecc.], il potere politico deve essere un potere
“apparente” [o economicamente inconsisente]:
c1.] il voto politico dà all’uomo
l’impressione di governare il proprio destino anche in senso economico.
c2.] ma questo potere è
politicamente svuotato di sostanza, perché nella democrazia l’attuazione reale
del potere di ogni uomo in senso economico si tradurrebbe in una lotta di tutti
contro tutti [hobbes] che, se avesse reale potere economico, condurrebbe alla
disgregazione e all’auto-distruzione della società. per questo si afferma la
“giungla del mercato”, come ambiente in cui l’aggressività dell’uomo deve
disperdersi nella lotta contro un destino economico avverso, cioè non
controllabile politicamente.
d.] infine, il potere politico
democratico [il diritto di voto] dà all’uomo l’impressione di aver svolto il
proprio dovere etico per il solo fatto di averlo eserciato tramite la scelta di
voto.
3.] nella concezione epistemica
del diritto e dello stato il cittadino conserva il proprio potere e, nel
contempo, rinuncia ad esso secondo la proibizione edenica divina di attingere
all’albero della vita [gn 3, 24]:
a.] lo conserva e lo esprime,
perché il soggetto-politico-monocratico [decisore-unico] è vicario di ogni
cittadino, e in esso ogni cittadino è rappresentato.
b.] vi rinuncia, attribuendolo ad
una sola persona [attuazione perfetta del principio del leviatano secondo
hobbes: il popolo delega il potere al politico].
4.] il dovere morale, attraverso
cui l’uomo è giudicato e selezionato da dio, non consiste nella scelta politica
[essenza della democrazia], ma nell’esercizio quotidiano della virtù [nello
studio e nel lavoro], la cui espressione lo stato deve consentire a ogni uomo
secondo le migliori condizioni economiche e sociali di benessere psichico e
materiale.
5.] nell’esercizio di tale
dovere, che consiste nel dolore, deve potersi scaricare l’aggressività
dell’individuo, così rivolta contro se stesso. nella meritocrazia della società
costruita secondo la concezione epistemica del diritto, il benessere non è
un’occasione “rara” [scarsa], da assegnare ai pochi migliori, ma viene
attribuito a ogni uomo, proporzionalmente all’esercizio delle sue virtù civiche
[studio e lavoro].
note
1.] classificazione sistemica:
a.] logica/teologia.
b.] logica/teologia/cristologia.
c.] logica/teologia/cristologia/antropologia.
d.] etica/teologia/cristologia/cristologia della creazione/teoria della creazione.
e.] etica/empireologia/tecnologia/diritto/disciplina dello stato.
f.] olistica/empireologia/tecnologia/diritto/disciplina dello stato.
2.] le presenti determinazioni sulla democrazia e sulla democrazia liberale e liberista non sono a carattere essenzialistico.
3.] paragrafo chiuso in data 3/5/2009, alle ore 12:30.