sintesi della metafisica
epistemica/con riferimento al neoparmenidismo
1.] il neoparmenidismo oppone l’essere al nulla. esso identifica gli
enti ai concetti, li fissa, e li considera eterni.
2.] nella metafisica epistemica non c’è una opposizione dell’essere al
nulla [nulla può opporsi al nulla, non esistendo il nulla].
3.] si utilizza il concetto di esistenza. questo
concetto consente,
rispetto al concetto di essere, di chiarire la derivazione
dell’essere dall’essere:
ex-sistentia, ex-sistere, dove il “sistere” è
l’auto-derivazione [divenire-primo] dell’esistenza da se
stessa.
4.] il principio cercato dai filosofi greci [archè] è l’essere [come
dice parmenide]. ma questo essere non è un ente monolitico, esso deriva da se
stesso. il principio, in quanto principio, è auto-principio. questo concetto è
la base della costruzione epistemica.
5.] l’essere, che deriva dall’essere, è quindi un doppio essere:
a.] fondamento = auto-fondamento
b.] fondante = fondato [auto-fondamento].
6.] l’essere è quindi altro/distinto da sé.
7.] si genera quindi la differenza dell’essere dall’essere [l’opposizione
severinana tra essere e nulla, interna all’essere].
8.] per i principii di identità e di non contraddizione, questa
differenza comporta la necessità di una coerenza/auto-coerentizzazione dell’essere,
auto-processo che ne determina lo sdoppiamento [origine del molteplice, gerarchizzato][divenire-secondo].
9.] questo processo determina la trasformazione dell’essere in
sostanza, nei differenti enti della realtà necessaria, tra cui è posto dio [la
trinità].
10.] questi enti sono ciò che severino chiama il “tutto eterno”, dai
quali è escluso il creato. il creato viene dopo la considerazione della realtà
necessaria. severino, identificando ogni ente [creato] all’essere eterno,
identifica il creato [la creazione] alla realtà necessaria [nella quale il
molteplice è co-eterno a dio. dio deriva dall’essere, per la sua
coerentizzazione]. in
realtà dio [il soggetto necessario], più che
derivare dalla coerentizzazione del principio [vi deriva il corpo di
dio, inteso come complessificazione delle determinazioni di dio],
è una parte del principio, come auto-identità del
principio entizzata [il principio e l'Intero dell'essere sono l'oggetto
necessario].
11.] il creato non ha la forma della necessità.
esso serve alla
coerentizzazione della volontà creatrice di dio, essendo la
compensazione esistenziale del sacrificio lavorativo di dio,
strettamente finalizzato alla creazione del creato e alla salvezza
dell'uomo.
12.] questa coerentizzazione per l’uomo si compie
nell’etica. l’etica,
la libertà e la volontà umane sono forme del divenire
[divenire-terzo]. il nichilismo è il
peccato [anche proiettato nel pensiero], cioè un divenire
improprio, o più specificamente un’assenza di divenire
proprio, cioè salvifico.
13.] questa assenza è massima nel
neoparmenidismo, nel quale si nega
non solo l’azione virtuosa, ma la libertà e la
volontà stesse, capaci di
compierla, per cui il neoparmenidismo è massima forma del
nichilismo. esso è una costruzione teorica che conduce alla
negazione della responsabilità morale dell'uomo.