commento ad articolo di severino “oltre i miti. darwin, einstein,
freud. che errori grandiosi” pubblicato sul
corriere della sera in data 23
maggio 2010
1.] in questo articolo appare il generale fraintendimento
neoparmenideista del senso della metafisica.
2.] scrive severino: “…
la filosofia ha voluto giungere in modo incontrovertibile all’affermazione
dell’esistenza del “principio”, ma insieme ha reso estrema la fede che è
radicata nell’uomo più antico: la fede che le cose e l’uomo abbiano bisogno di
qualcosa d’Altro da esse, che le spinga sulla terra e le renda disponbili”.
3.] per severino quindi la metafisica introdurrebbe il
concetto di principio perché le cose non riescono ad essere autosufficienti.
infatti per severino l’essere non è principio, ma è ciascun oggetto/ente, e
questo quindi dovrebbe poter sussistere in modo esistenzialmente
autosufficiente. è severino quindi che fonda la sua concezione dell’essere
sull’isolamento più totale della “cosa”, e questa può stare senza principio
perché in severino la cosa stessa si è identificata al principio, cioè si è
appropriata delle sue proprietà autofondative.
4.] nell’episteme il principio di tutto [anche di dio] non è
l’Essere, ma è l’essere [mentre dio è Dio]. nell’episteme quindi si esprime una
concezione scientifica del principio, che non è l’“Altro” dalle cose, ma
l’“altro” da esse. le cose [e dio] non sono autosufficienti perché l’essere
stesso non si giustifica autonomamente, ma deriva dalle proprietà autofondanti
dell’esistenza, intesa come essere astratto.
5.] successivamente alla spiegazione dell’esistenza della
realtà necessaria e di dio, l’episteme ricorre all’ipotesi di dio per spiegare
[tradizionalmente] l’esistenza del creato:
a.] la realtà necessaria esiste come condizione di coerenza
dell’autofondamento/autofondazione dell’essere astratto.
b.] il creato invece non appartiene a questa [stretta]
condizione, e quindi la sua esistenza non si giustifica da sola rispetto
all’essere necessario, ma necessita di ricorrere all’esistenza della volontà
divina, che lo ha tratto all’esistenza dalla realtà necessaria.
6.] per severino, che censura il concetto di autofondamento
[così ne "la struttura originaria"], l'ente [ogni cosa] esiste
perchè appare, ed esiste in quanto esiste/appare.
7.] nell'episteme, invece, l'esistenza di una cosa non si giustifica da
se stessa, ma essa esiste solo per la coerenza dello sviluppo del
principio. il principio [l'essere], quindi, non viene introdotto per
spiegare il creato, ma per spiegare la necessità, che esiste non
per se stessa, ma per coerentizzazione del principio. per questo la
metafisica epistemica è scientifica: perchè non ricorre
all'"altro" per fondare il creato, ma parte dall'"altro" per
giustificare la stessa necessità, prima del creato e prima di
dio stesso.