proposizioni sulla concezione epistemica dello stato
1.] quando platone assimila lo
stato all’anima, non fa riferimento all’anima di dio, ma all’anima dell’uomo.
2.] per questo non si può
realmente dire che la concezione epistemica dello stato discende da quella
platonica.
3.] certamente nell’episteme l’al
di qua, e anche il suo aspetto sociologico, imitano l’al di
là [dio e il paradiso], ma per platone
questo al di là è l’iperuranio, nel quale egli dice
che non esiste l’idea dell’uomo.
l’episteme sa invece che l’idea dell’uomo è
cristo, per cui l’episteme assimila
lo stato all’anima di dio [macro-organo includente il genere
umano: la comunità delle anime beate], e in particolare
all’anima di cristo.
4.] infatti lo stato è per l’uomo,
che discende da cristo.
5.] ecco quindi che non è
possibile [non è artificioso speculativamente] considerare la chiesa, che è
comunione degli uomini, corpo di cristo, senza anche considerare lo stato anch’esso
corpo di cristo.
6.] se la chiesa, corpo di
cristo, dà nutrimento spirituale all’uomo, ancor prima, ma in misura inferiore,
lo stato dà all’uomo nutrimento materiale, e poiché la vita biologica dell’uomo
discende dal suo innesto in cristo, ecco che lo stato è corpo di cristo.
7.] esso lo è come secondo corpo
di cristo.
8.] lo stato è inoltre corpo
dello spirito santo.
9.] sotto il profilo terapeutico,
pur essendo lo stato inferiore alla chiesa, lo stato è immagine del padre.