proposizioni su alcuni aspetti della realtà dell’essere creato
1.] la ricerca epistemica si è da sempre chiesta perché
dio
non ha creato l’uomo direttamente in paradiso, in dio, nella
configurazione
definitiva, con un innesto diretto. ciò dimostra che ci sono
limiti all’azione
di dio, limiti costituiti da vincoli; che dio agisce in un contesto, la
necessità, la quale pone a dio questi vincoli di azione/alla sua
azione. la teologia diviene scienza rigorosa, come metafisica
riguardante dio [il soggetto eterno e necessario], anche per lo studio
di questi vincoli.
2.] la riposta che si è data è complessa ma esaustiva:
a.] dio deriva dall’essere e l’uomo, che deriva da dio, deve
derivare anche dall’essere, altrimenti è dissimile da dio. il derivare da dio
non è un pregio, ma un difetto/qui sta uno dei fattori che causano il male.
[alla lontana – impiego di verticalizzazione speculativa -, si intravede l’indipendenza
dai figli dai genitori come maturazione/si intravede che il genitore genera il distacco
del figlio portando il figlio a rapportarsi agli oggetti, dai giocattoli al denaro.
ciò secondo un concetto sano di maturazione, tenuto conto che tuttavia il
completo distacco dal genitore, da parte del figlio, è segno di patologia nella relazione
familiare.]
b.] quindi: l’uomo deve derivare dall’essere, con e senza la
mediazione di dio.
c.] ciò è ottenuto anche [innanzitutto] come processo: dio
crea modificando l’essere necessario, e ci si è chiesti se questa modificazione
è prevista dall’essere necessario, oppure è una prerogativa tutta interna a
dio, che ricava il creato all’interno dello spazio del dolore mentale dovuto
alla creazione per studio con pressione mnemonica [studio delle categorie del
computer-imperuranico, che è l’episteme come libro di dio, il cui simbolo è la
bibbia/quindi la fede è la simbolizzione della ragione, umana e divina, per la
parte divina].
d.] la risposta è che certamente la necessità, in quanto
consente la creazione, sa e permette la creazione in dio. ma poi dio trea dalla
necessità una contingenza, e qui si instaurano le forme miste del creato, fatte
di necessità e di contingenza. un aspetto della contingenza è ad esempio il
fatto che dio crea per salvare [cioè crea per un buon fine], ma non tutte le
creature si salvano [altro aspetto importante: dio non riesce a compiere un
atto solo positivo, evidentemente per l’interferenza di processi necessari che
pongono un limite all’azione di dio].
e.] ma in questo paragrafo l’analisi vuole riguardare le
strutture.
3.] il creato è interno a dio ma dio è disteso e copre gli
inferi eterni. il creato è creato esternamente a dio, tratto dal nulla, quindi
dagli inferi e sospeso su di essi. non sono gli inferi per i dannati, sono gli
inferi eterni per il corpo di dio, struttura positiva dell’essere necessario e
per dio, per il suo corpo.
4.] quindi, dio crea traendo il creato dal principio: come
dio deriva dall’essere, così il creato deriva dall’essere, con la mediazione di
dio [di qui la dissimilazione e il male/verticalizzazione: la dipendenza immatura
e patologica del figlio/creatura dal genitore/creatore].
5.] il creato deriva dall’essere [deriva dal nulla come parte dell'essere], ed è collocato fuori di
dio [l’"isolamento della terra” di cui tratta severino retoricamente].
6.] è collocato fuori di dio …
a.] sia perché il dio creatore crea nella sua estensione
inferica [lo spirito santo procede in uno spazio esterno],
b.] sia perché solo fuori di dio il creato può derivare dall’essere
come dio deriva dall’essere, che è esterno a dio.
7.] una questione fondamentale è capire se l’uomo, con la
sua
contingenza, è "saputo" dalla necessità indipendentemente
da dio [la necessità sa che dio potrà raggiungere i suoi
scopi solo tramite il simbolo della croce, l'incarnazione storica, la
glorificazione di maria, e altre forme ?].
8.] l’uomo come progetto eterno è tale solo nella mente di
dio oppure [come si può concedere al neoparmenidismo] è un progetto eterno anche
rispetto all’essere necessario, che come tale lo ha previsto ? ponendosi in
questo modo limiti alla progettazione [creativa e anche originale] di dio.
9.] un esempio:
a.] napolenone può essere una forma originale.
b.] la spedizione dei mille può essere una forma originale.
c.] il computer della tecnologia umana non è una forma
originale, essendo tecnica proiettiva, proiezione della tecnica eterna.
d.] il fegato e i polmoni possono essere contingenti al
creato sospeso.
e.] invece la mente e il cervello sono forme eterne derivate
da dio, posto al centro dell’essere.
10.] il creato è cioè un misto di forme eterne e forme
contingenti. ci si è chiesti se le forme contingenti sono poste comunque dalla
necessità, o solo da dio e solo, in questo caso, consentite [ma "sapute" dall’eterno
?] dalla necessità.
11.] dio non ha creato l’uomo direttamente in paradiso perché
…
a.] la creazione è distesa sull’uscita di dio da dio e
quindi di dio dal paradiso.
b.] la creazione deve derivare direttamente dall’essere, che è
esterno al paradiso e quindi anche a dio.
12.] [verticalizzazioni ...] ... in ciò l’uomo trova la sua indipendenza, e dio diviene
un “oggetto” [esteriore] da conoscere e da “imparare” ad amare, tramite gli
altri uomini, come dice il vangelo. in ciò l’uomo trova la sua libertà, a cui
porre un limite, ma liberamente e volontariamente, limite dovuto al fatto che l’uomo
è fuori di dio ma deve entrare in dio, e deve esercitarsi ad entrare in dio,
quindi ad obbedire a dio, incominciando ad obbedire ai propri genitori terreni.