osservazioni sulla terza dimosrazione scientifica immediata di cui al
paragrafo
1.] la terza dimostrazione scientifica immediata
dell’esistenza di dio, nella sua versione breve, recita: “l’oggetto, che è necessario
[l’essere è], non si riprodurrebbe mai dentro/all’interno del/di un soggetto,
se il soggetto non fosse [anche] necessario, e quindi [anche] assolutamente
necessario [dio: soggetto necessario], come l’oggetto [l’oggetto necessario]”.
2.] questa dimostrazione è scissionale: essa parte
dall’uomo, il soggetto che pensa l’essere necessario e all’interno di cui,
quindi, l’essere necessario si riproduce, e traendo alcuni caratteri
dimostrativi dall’uomo, può separarli dall’uomo e attribuirli a dio. quindi la
dimostrazione parte dall’uomo e arriva a dio.
3.] l’uomo pensa la necessità. questa non si lascerebbe mai
pensare da un soggetto, se questo soggetto non fosse [anche] necessario. questo
soggetto è l’uomo [creatura], che quindi [come eterna forma e progetto, ovvero
possibilità di esistenza] è eterno e necessario. ma il soggetto che pensa la
necessità, perché la necessità possa apparire nel suo pensiero, e da esso farsi
pensare, deve essere anche assolutamente necessario. quindi il soggetto, che
pensa la necessità, nell’uomo, deve
essere anche soggetto assolutamente necessario, quindi è dio. ora, prima esso è
dio, e poi è l’uomo. la dimostrazione parte quindi dall’uomo, arriva a dio, e
ridiscende all’uomo.
4.] la dimostrazione dice questo:
a.] si è detto [nel nichilismo] che l’uomo è ente
contingente.
b.] ma la necessità [intuita dall’uomo con il pensiero
parmenideo che l’essere è/esiste necessariamente] non si lascerebbe mai pensare
[solo] da un ente contingente.
c.] ora si aggiunge che, anzi, questo soggetto, nel quale
[nel cui pensiero] appare la necessità, deve essere assolutamente necessario.
d.] ne consegue che il soggetto è, non l’uomo ma dio, e che
l’uomo [anche contingente] può intuire la necessità solo per partecipazione
dell’intuizione di dio [della necessità].
e.] [si ripete che per l’episteme dio non è la necessità, ma
è parte di essa: sta qui la riforma epistemica della metafisica classica.]