analisi della definizione di dio/differenza tra relazioni pari e relazioni
dispari
1.] dio può essere definito come:
a.] l’identità dell’essere con
l’essere, come identità entizzata/scalata/ontizzata [definizione protologica];
b.] identità psichica [dall’identità
logica e matematica all’identità psicologica, nel senso di “identità” personale:
“io”][definizione ontologica].
c.] funzione soggettiva
dell’essere [definizione proto-ontologica];
d.] nucleo [soggettivo]
dell’essere [definizione ontologica];
e.] soggetto necessario
[definizione proto-ontologica] ;
f.] pensiero necessario
[definizione proto-ontologica];
g.] auto-coscienza necessaria
[definizione ontologica];
h.] affetto e eros assoluti [definizione
ontologica] [a questa definizione appartiene la definizone di dio come “amore”/l’agape
– che è dolore - è una funzione positivamente subordinata all’affetto e
negativamente correlata all’eros, essendo anti-eros o negazione/opposizione all’eros].
2.] la distinzione tra
definizione protologica e definizione ontologica consiste nel fatto che …
a.] la prima è a maggior grado di
astrazione, definendo dio come funzione esistenziale pura, ovvero come funzione
della necessità, esterna a dio [o funzione del principio][funzione in senso
matematico],
b.] la seconda è a maggior grado
di concretezza, definendo dio come funzione esistenzale derivata, ovvero come
funzione di se stesso.
3.] in questa analisi si studia
la prima definizione di dio [definizione protologica pura: punto a.] del punto
1.]].
4.] per fare questo si introduce
la distinzione protologica tra relazione pari e relazione dispari [protologico deriva
da “proton”, principio. la protologia è la scienza del principio, il quale è l’esistenza
pura astratta, definibile come la “pura necessità a esistere”. non si dà una
rappresentazione dell’esistenza pura: essa è la causa che qualcosa debba
esistere, e la prima cosa che deve esistere è l’esistenza stessa, cioè questa
“necessità ad esistere di se stessa”, cioè ad esistere della necessità ad
esistere stessa/questa circolarità ed auto-implicazione dell’essere è l’auto-fondamento,
la cui struttura determina ogni altra realtà necessaria]:
a.] la relazione pari è detta
quella tra essere ed essere [all’interno del principio]: esistenza = esistenza.
la relazione è detta pari, perché i termini dell’uguaglianza tra essere ed
essere sono due, l’essere e l’essere. si scrive: esistenza ] = [ esistenza.
b.] la relazione dispari, anche
detta “scalare”, è detta quella interna a tale uguaglianza, dove i termini
dell’identità ora sono quelli [un termine], che precedentemente erano la
relazione logica di identità stessa. in essere = essere, ora si “scala”, e i
termini della nuova uguaglianza sono = ] = [ =, cioè quella che nella relazione,
di cui al precedente punto a.] del punto 4.], è la relazione di identità [=]
posta tra essere ed essere, diventa ora essa stessa termine di una nuova
identità. si dice per questo che l’identità formale tra l’essere e l’essere
diventa “entizzata” [cioè la relazione logica pura di uguaglianza diventa
termine essa stessa di una nuova uguaglianza]: la pura relazione astratta di
uguaglianza [identità] viene ora considerata come un ente [termine della successiva identità]. la relazione
è detta dispari, perché in essere = essere, l’identità “=” è singola, essendo
una, cioè è un numero dispari.
5.] questa identità, quando, se e
solo in quanto entizzata, cioè divenuta un termine [di una identità], è il proto-dio, la matrice
logica originaria di dio. dio non è l’identità tra essere e essere, ma è questa
stessa identità, quando considerata come un ente, cioè come termine di una
nuova identità, e perciò “scalata” in essa. quindi:
a.] essere ] = [essere, dove “=”
viene segnato come “= (1)”. perciò: essere ] = (1) [ essere;
b.] ora, “= (1)” viene scalato:
da essere ] = [ essere, alla nuova relazione: = ] = [ =, ovvero
“= (1)” ] = [
“= (1)”. l’identità “=”, che prima
era identità dell’essere con l’essere [... essere
] = [ essere: essere uguale ad essere ...], diventa ora un ente,
cioè termine di
una successiva identità: = ] = [ = [... ovvero identità
uguale ad identità ...]. questa
identità, identica a se stessa, è il proto-dio.
6.] il passaggio dal punto a.] di
1.] [dio come identità entizzata] al punto b.] di 1.] [dio come
identità
psichica] si ha nella considerazione che dio, in quanto
identità, pur sempre in
senso logico [sia pure derivata], è “specchio”
[l'identità "assimila", l'identità riflette in se stessa
l'esterno], quindi pensiero riflessivo,
quindi soggetto e perciò “io”, in senso personale.
questo specchio è la coscienza che riflette l'esterno. quando lo
specchio si sdoppia [secondo i due termini dell'identità] e si
"incurva" su se stesso, auto-riflettendosi, esso è dio come
auto-coscienza e consapevolezza ["io-sono"]. si deve
considerare quindi la distinzione tra dio rivolto verso l’esterno
e dio
rivolto verso
l’interno, posta tra i punti a.] e b.] del punto 2.]:
a.] dio come funzione dell’essere
[dio rivolto verso l’esterno: coscienza] è il dio essenza/sostanza, il dio-eros, il “dio dei filosofi” [l’uno-dio], il
corpo di dio [dio in senso pagano].
b.] dio cme funzione di se stesso
[dio
rivolto verso
l’interno: auto-coscienza] è il dio-trinitario-famiglia, il dio-affetto/agape, il cosiddetto “dio della
fede”, dio-spirito [dio in senso cristiano].
7.] i due “dei” sono lo stesso
dio:
a.] il primo è l’involucro
esterno di dio [corpo di dio];
b.] il secondo è il nucleo
interno di dio [anima di dio].