considerazioni sull'aborto
1.] l’essenza dell’aborto
consiste nel fatto che …
a.] l'anima, tramite lo spirito, indossa un corpo [il DNA: un grumo di cellule,
pura macchina, dallo zigote al corpo umano completo].
b.] eliminare la vita ad uno stadio del suo sviluppo significa togliere
all'anima lo strumento con cui essa si affaccia [si incarna] sulla terra
[dimensione terrena].
2.] la donna, nel
suo corpo, ha l’utero, che è un contenitore.
3.] la donna esprime
bisogno di piacere.
4.] la donna non ha
consapevolezza metafisica [nessuno che non utilizzi la razionalità epistemica
ha consapevolezza metafisica/la consapevolezza del magistero ecclesiale è o
inconscia, o guidata dallo spirito].
5.] quando la donna trova un ostacolo al suo piacere, lo toglie: per
essa l’embrione è questo ostacolo, è un oggetto che comporta un immenso
sacrificio [partorire un figlio, crescerlo fino a quando diventa un uomo] che,
se non pianificato, deve essere “eliminato”.
6.] per neutralizzare il suo senso di colpa [non esistendo differenza
tra un feto e un bambino partorito, cioè tra vita al di qua dell’utero e vita al di
là dell’utero - dentro e fuori l’utero -, l’aborto è per questo un omicidio], cresce la cultura
dell’aborto, e viene rimossa la razionalità metafisica.
7.] l’aborto riguarda il rapporto tra anima e corpo [secondo
il punto 1.]], e quindi esso è un problema metafisico.
8.] ciò che accade nell'utero, poichè l'utero
[luogo oscuro e nascosto] viene dalla mente associato all'inconscio,
viene rimosso. per questo si nega che l'aborto è un omicidio: lo è, ma
in forma inconscia, cioè negata.
9.] la donna interpreta l’aborto come contraccezione: la soluzione
all’impedimento del suo piacere e alla sua libertà e libera determinazione
[rimossa la questione della vita e dei suoi diritti].
10.] la legge italiana, quando nell’art.1 del codice civile legittima l’aborto,
riconoscendo soggetto di diritto solo il bambino che “nasce” [partorito],
dimostra di essere una legge frutto di cultura senza consapevolezza metafisica
e teologica, ovvera autenticamente giuridica [perchè il diritto è fondato sulla filosofia].
11.] inoltre la cultura dell’aborto [libertà della donna] si unisce
alla cultura della civiltà della tecnica, legata al darwinismo:
a.] si pensa qui alle conseguenze educative su un bambino e poi
adolescente, causate dall’idea che i suoi genitori siano favorevoli all’aborto.
b.] il bambino pensa che sarebbe potuto essere abortito, cioè non amato
e accolto a qualunque condizione.
c.] inoltre che egli è frutto di una selezione, e quindi ha “meriti”, perché
ha superato la selezione della scienza [che ammette al parto solo soggetti geneticamente
sani]. ma la scienza dice che questi sono solo il 2% [o inferiori all’1%].
12.] c’è inoltre la questione dell’omicidio e del senso di colpa. il
fatto che l’embrione sia “piccolo” attiva nell’inconscio una diminuzione del
senso di colpa, e quindi l’incoraggiamento ad essere super-uomini: dice l’uomo
occidentale: “sono favorevole all’aborto e così anch’io posso uccidere, quindi
sono onnipotente”.
13.] ciò si lega alla cultura democratica: questa dà al cittadino la
sovranità, il potere, e il cittadino usa questo potere non a scopi “nobili”, ma
come “potenza” [questo aspetto non è stato analizzato dalla filosofia del
diritto]: sovranità non significa solo diritti civili e libertà di
autodeterminazione, ma equivale al potere del dittatore: sovranità = potere =
potenza = volontà di potenza, e quindi soppressione dei deboli, cioè degli
embrioni e dei feti, con l’aborto.