quinta dimostrazione immediata:
dimostrazione semplice, scientifica_terza
premessa
1.] questa dimostrazione è la più immediata e la più semplice, anche se
i suoi presupposti, definiti in modo stretto, richiedono alcuni principii della
metafisica epistemica, la cui validità è intuitiva e accettabile dal senso
comune. qui si individuano nuovi principii.
2.] uno schema mostrerà che l’esistenza, dal
piano dell'orizzonte
esistenziale puro, anche si riduce e si semplifica al proprio interno
[rimanendo inalterata], fino al punto di
dio [dio puntiforme], mentre l’esistenza intera stessa, che si
concentra in dio, rimanendo anche inalterata, e concentrandosi in dio,
produce in dio uno spessore energetico, tradotto in termini dello
spessore esistenziale e energetico di dio, anche causa del piacere di
dio. questo spessore è dovuto al fatto che in dio/nel punto di dio si concentra il tutto [l'orizzonte, rimanendo inalterato].
3.] l’esistenza necessaria [escluso il creato, che prima della
creazione essa non conosce] è un processo complesso e chiuso, che si completa
in dio.
4.] la differenza tra orizzonte e dio è detta
differenziale
esistenziale: dall’esistenza a dio, la prima si riduce, e dio
cresce
corrispondentemente in senso energetico come densità spirituale,
perchè in dio tutta l'esistenza si concentra in un punto.
5.] in altro paragrafo, a cui si rimanda, viene spiegato
il rapporto
tra caos e caso: il caso non esiste come ipostasi: la traduzione
casuale dell’esistenza
viene assunta nell’ipostasi [una delle strutture della
necessità] del caos: il
caos è la traduzione casuale dell’esistenza, o prodotto
[protonico] tra esistenza e caso [il caso è causato
dall'equilibrio dell'esistenza con se stessa, equilibrio che giunge a
una indifferenza nelle determinazioni esistenziali, ai confini
dell'essere].
6.] il caos non può produrre nuova esistenza
[salto/differenziale
esistenziale], ma solo trasformare l’esistenza già data
[al proprio interno]. il
caos non invade l’essere [come dice, retoricamente, il
neoparmenidismo, che non
è scienza, ma retorica e letteratura solo "significativa" in
termini filosofici], ma, secondo lo “spazio” che compete ad
esso nella necessità, determina determinazioni esistenziali
casuali al proprio
interno.
7.] la creazione del creato da parte di dio avviene anche dal caos, ma
il salto esistenziale [differenziale] dal nulla all’essere viene solo filtrato dal
caos, e avviene forse anche al suo interno, ma non avviene sullo stesso piano
esistenziale del caos e della necessità.
8.] la necessità non produce nuova esistenza che sia contingente: tutta
l’esistenza prodotta dall’essere necessario, se nuova esistenza [come la vita
di dio, che è sempre novità di vita, cioè biologia e psicologia della vita/”nuova”
vita in senso sostanziale, non formale: non esistono in paradiso nuove forme, se non in
senso artistico], è esistenza di tipo necessario, e quindi differisce dalla
creazione dal nulla, che è nuova esistenza posta una sola volta ad opera del
sacrificio di dio: traduzione esistenziale [prodotto protonico], da parte della necessità, dal
sacrificio di dio in nuova esistenza.
9.] queste considerazioni [dal punto 1.] al punto 8.]] non sono presupposti
di dio, ma sono determinazioni metafisiche che appariranno vere e comuni dal
senso della dimostrazione sottostante, e da questa verranno richiamate. questo argomento
richiama e completa la dimostrazione dim_4.
dimostrazione
1.] [definizioni equivalenti] …
a.] posto/dato l’uomo, è posto/dato/dimostrato dio.
b.] posta l’esistenza dell’uomo, è posta/dimostrata l’esistenza di dio.
c.] poiché l’uomo esiste, dio esiste.
d.] poiché esiste l’uomo, dio esiste/è dimostrata l’esistenza di dio.
2.] l’uomo infatti a volte “sente” che non potrebbe/dovrebbe esistere.
a volte io mi chiedo: “ma perché esisto ?/... ma io esisto !, ... com'è possibile ?”.
3.] l’uomo quindi non dovrebbe esistere rispetto al nulla, da cui è
tratto, e alla necessità, che da sola non determina l’uomo.
4.] infatti [come riconoscono numerose dimostrazioni, e ora si è in
grado di completare l’argomentazione, secondo i punti della premessa]: …
a.] o l’uomo viene dal caos.
b.] o l'uomo viene dal nulla.
c.] o l’uomo viene dalla necessità.
d.] o l’uomo viene dal cosmo e dall’evoluzione.
e.] o l’uomo viene da dio.
5.] confutazione delle prime quattro ipotesi: …
a.][relativamente al punto a.] di 4.] …] …
l’uomo, che si interroga sul
proprio esistere, si interroga su una esistenza “in
più” rispetto al nulla [e anche alla necessità]:
secondo il punto 6.] della premessa, il caos non può produrre
“salto di
esistenza” [differenziale esistenziale] rispetto alla
necessità, a cui il caos appartiene [il caos è una forma
ipostatica della necessità]. cioè il caos non
può produrre nuova esistenza, ma solo trasformare se stesso in
altro caos, al proprio interno.
b.] [relativamente al punto b.] di 4.] …] … riguardo al nulla, l’uomo non è determinato da solo dal nulla [ma è
creato dal nulla per azione di dio], perché dal nulla non può provenire l’essere
[ex nihilo nihil], senza l’azione di dio. con l’azione di dio, nuovo essere [il
creato] può provenire dal nulla [una sola volta, essendo le forme del creato
non riproducibili continuamente/su questo punto occorre nuova teoria, che non
si è in grado di porre attualmente].
c.] [relativamente al punto c.] di 4.] …] … neppure la necessità
determina l’uomo, perché, come detto nel punto 8.] della premessa, la necessità
produce nuova esistenza ma di tipo necessario, e non contingente: la necessità
è chiusa alla contingenza: la necessità si sviluppa in modo chiuso [aperto solo
replicandosi per la vita di dio/interna al suo spirito]. il
differenziale interno alla necessità conduce a dio e non va
oltre i confini della necessità, rispetto ai quali il creato
è nuova esistenza, non posta dalla necessità.
il ciclo delle determinazioni della necessità si esaurisce
all'interno della necessità stessa.
d.] [relativamente al punto d.] di 4.] …] … su questo punto si precisa
che quando
l’uomo si interroga sulla
propria esistenza, si pone la domanda che leibniz e einstein si sono
posti: “perchè
l’essere anzichè il nulla”]. quindi il salto
esistenziale dell’uomo [nuova
esistenza] rispetto al nulla non riguarda solo l’uomo, ma anche
l'intero cosmo apparente [la cui forma non appare necessaria, e
pertanto rivela la propria non necessità, rispetto ai punti a.]
e c.] del punto 5.] della dimostrazione, precedenti], e quindi
il cosmo non determina né se stesso né l’uomo.
inoltre l’evoluzione può
trasformare gli elementi, o anche porre un differenziale ipostatico, ma
non
di tipo esistenziale, perché quello esistenziale è posto
solo dalla necessità, non dal
cosmo. un processo interno al cosmo [come l’evoluzione]
può trasformare
gli elementi anche in senso qualitativo [si esclude qui l’analisi
dello
spirito: peraltro il DNA è un combinato non qualitativo di
elementi/atomi: è solo un'architettura quantitativa, per quanto
complessa], ma
non può creare nuova esistenza. può creare nuova energia,
ma non la sua esistenza.
la nuova esistenza è il prodotto di un differenziale
esistenziale. l’uomo si interroga sull’esistenza di tutto
il creato, quindi questa
dimostrazione e i punti in elenco al punto 4.] e al punto 5.] della
dimostrazione,
riguardano l’uomo e anche tutto il cosmo apparente.
6.] [relativamente al punto e.] di 4.] …] … l’uomo, quindi, viene da dio, unica ipotesi che può spiegare l’esistenza
dell’uomo e del creato come nuova esistenza rispetto al caos, al nulla, alla necessità e al
cosmo [inteso questo come universo apparente creato].