posizione di tre problematiche
politiche
A] prima problematica: il cristianesimo come
progetto integrale di società
1.] si dice che la fede è una questione privata. invece la fede, poichè ha una
natura totalitaria/totalizzante, è anche pubblica.
2.] il rapporto tra fede e ragione non è il rapporto tra chiesa e una “cosa”
apparentemente diversa ed estranea ad essa, come la ragione e la natura:
ragione e natura sono creature di dio, a immagine di dio, che partecipano della
sua natura, sono da ricondurre al creatore, derivano da esso, sono simili al
creatore, e sono i luoghi per la piena espressione dell’uomo.
3.] in questo senso la rivelazione si completa nella filosofia, attaccata
dal nichilismo come lo stato lo è dal male [mt 11, 12].
4.] ciò
posto, la fede, come ragione, esprime una visione integrale
dell’uomo e quindi anche della società, suggerendo e
contemplando un progetto
integrale di società e quindi anche un progetto politico, che
sia non solo ispirato dal cristianesimo, ma unica piena espressione
della ragione, la quale è solo cristiana.
5.] ne consegue
che, ad esempio, l’economia non tanto deve farsi
cristiana, ma deve costruire una realtà sociale che può
essere solo cristiana [cristianità universale]. quindi
la fede non è fatto privato, ma, come ragione, unico progetto di
società e
misura della sua veridicità, in ordine al bene integrale della
persona umana.
6.] si è inteso dire che la società è costruita dalla filosofia [come
intesero l’hegelismo e il marxismo, che sono filosofie integrali e "istituzionali" - tale è l'episteme -,
simulazioni della cristianità], filosofia che è espressione della traduzione
corretta della fede nella ragione.
7.] ciò viene specificato dalla sociologia epistemica: sempre l’uomo
costruisce il paradiso, deve farlo tenendo conto del fatto che l’uomo vive
nella dimensione terrena, per cui la tecnica, che è il paradiso, deve essere in
terra mediata dalla politica, che gestisce il conflitto sociale, derivato dal
male.
8.] quindi la fede non partecipa semplicemente all’edificazione della
società, ma, tradotta nella ragione, esprime l’unico possibile progetto sociale
[sociale, politico, giuridico, tecnologico e economico].
9.] è posto il problema del rapporto tra cristianesimo, inteso come
progetto integrale di società, e utopia, che il credente deve rifiutare in
ordine al fatto che il credente deve edificare ciò che può essere edificato, e
non ciò che non può essere edificato. ma ciò che non può essere edificato può
ispirare ciò che può essere edificato.
B] seconda problematica: l’idolatria come [forse
unica] via possibile di uscita dal regno del male
1.] è stata scientificamente definita l’idolatria come l’atto di
rendere culto a un ente diverso da dio [ciò che è moralmente lecito], con
associato, a tale culto, un qualche sacrificio che sia un peccato mortale
[ciò che è moralmente illecito]. sono ad esempio forme di idolatria [e quindi
di peccato]:
a.] il capitalismo, il liberismo, l’economia di mercato, in cui la
contemplazione del meccanismo economico è associata al sadismo verso gli uomini,
imprigionati nel meccasimo economico [sacrificio come aggressività: povertà da
fame e precarietà, durezza del lavoro, mobbing "di struttura"].
b.] la ricchezza, in cui la contemplazione della ricchezza [danaro,
patrimonio, capitale, profitto], è associata ad un sacrificio, che appare ad
esempio nello sfruttamento dei lavoratori, nel furto, nell’omicidio, crimini
perpetrati per conseguire o consolidare la ricchezza.
c.] il piacere,
in cui il sacrifcio in questo caso consiste nella
violenza contro il corpo, in qualunque modo considerata [ad esempio, se
un uomo
peccato contro il proprio corpo, per procurarsi piacere, e
apparentemente non
offende il prossimo, ma però procura dolore, effettivo e
psicologico, a cristo,
che “soffre per i peccati degli uomini”/è stata
spiegata l’origine di questa
sofferenza, nel fatto che il peccato mortale separa l’uomo da dio
ontologicamente, e dio, per riavvicinarsi all’uomo, deve
sopportare il peso “schiacciante”
dell’inerizia delle strutture della realtà necessaria,
sospese da dio per la
conservazone di un creato, non ancora impiantato direttamente sulla
fonte e sul
principio, come in paradiso. ne consegue che il più piccolo
peccato mortale è capace di creare sofferenza nel dio infnito].
2.] l’episteme interpreta la liberazione dal regno del male come un
processo che richiede una qualche forma di idolatria, storicamente contingente,
intesa come peccato psicoterapeuticamente funzionale alla liberazione dell’uomo
dalla possessione, perché sfogo esorcistico della/dalla stessa.
3.] per questo
la storia convergerebbe, in una sua fase [quella attuale], verso
l’idolatria dello stato, come esorcismo simbolico della
civiltà della tecnica.
C] terza problematica: il problema della
gerarchizzazione sociale
1.] l’episteme è politicamente “di sinistra”, perché è consapevole che
dio non vuole certi mestieri umili, che umiliano l’uomo.
2.] l’episteme è politicamente “di destra”, perché è consapevole che
questi mestieri non solo sono storicamente necessari in senso attuale, ma anche
voluti attualmente da dio [come il domestico nella casa del ricco].
3.] si pone quindi il problema politico [problema a determinazione concreta, cioè azione storica] di unire gli ambiti di
riflessione di cui ai punti 1.] e 2.] del presente sottoparagrafo c.].