proposizioni sull'impostazione epistemica della teologia
1.] la teologia epistemica è consapevole della
problematicità di porre dio come ente che non determina se stesso, ma è
determinato dal principio [l’essere semplice].
2.] tuttavia, appare chiaro quanto segue:
a.] la teologia tradizionale aveva la preoccupazione di
evitare il panteismo, inteso come la “grossolana” [il panteismo epistemico è
complesso] identificazione di dio con un mondo, che è [epistemicamente] non
solo il creato, ma, se inteso come l’universo apparente, perfino una piccola
parte [infinitesimale] del creato. l’episteme non ha questa preoccupazione.
b.] si diceva, infatti, che il mondo è determinato [cioè
creato], mentre dio, diversamente, non è determinato. l’episteme non si
preoccupa di distinguere dio dal mondo, perché il concetto di “creazione”
presuppone un creatore, e quindi la loro differenza.
c.] ciò posto, l’episteme, distinguendo dio dalla sua causa
esterna, si è chiesto la “ragione” [che ne è la dimostrazione] dell’esistenza
di dio. dire che questa ragione è dio stesso equivale a non risolvere il problema,
ma spostarlo dal piano speculativo del pensiero al piano “edificante”. dire che
dio è causa di se stesso non significa dare una risposta al perché dio esiste,
ma solo rendere a dio un “apprezzamento”, che non ha nulla di speculativo.
3.] quando l’episteme individua una causa di dio, esterna a
dio, esso non fa come platone, che considera l’uno superiore al demiurgo. nell’episteme
la causa di dio non ha una natura idolatrica, perché è identificata con l’“essere
semplice”, che è privo di determinazioni, e che quindi non pensa e non sa di causare
dio e l’Intero. l’essere, nell’episteme, essere che è causa di dio, non ha i
caratteri dell’uno di plotino, che richiede adorazione. è un essere che
[utilizzo di metafora] equivale a un muro bianco, o a un asfalto grigio. è la
pura necessità che, determinando se stessa, per coerenza determina anche l’Intero,
e all’interno dell’Intero sta dio, che è il dio cristiano, cioè il creatore del
creato, nuova esistenza rispetto all’essere necessario. poiché dio crea il
creato, con sacrificio, e salva l’uomo, l’uomo deve adorare solo dio. inoltre,
nell’episteme solo ciò che è vita intelligente è detto assoluto ed è da
adorare, e nella necessità solo dio è la vita. l’essere semplice [il principio]
non è vita, e quindi non è detto “assoluto”.