considerazioni sulla dichiarazione dominus
iesus: chiesa apparente e chiesa non apparente
1.] il significato della dichiarazione dominus iesus, tenuto
conto di molti fattori, può essere uno solo: la salvezza, che può essere data
anche a un uomo di buona volontà, che non attinge ai sacramenti apparenti
[della chiesa istituzionale apparente], e quindi può essere data anche ad
appartenenti ad ogni altra religione non cristiana, la salvezza passa comunque
attraverso cristo, non inteso come chiesa istituzionale apparente [che non dà a
tutti i sacramenti], ma inteso come chiesa [corpo di cristo] “non apparente”
[chiesa invisibile, chiesa celeste, liturgia cosmica: cristo non appare].
2.] l’episteme aggiunge alcune specificazioni, che mostrano
tutta la completezza di quanto affermato in tale dichiarazione:
a.] esiste un rapporto tra chiesa apparente e chiesa non
apparente: la prima comanda sulla seconda; la seconda agisce anche
indipendentemente dalla prima [cristo dà la salvezza secondo il suo volere,
anche prescindendo dall’azione dei sacerdoti, com’è naturale, se è vero che
ogni uomo di buona volontà può potenzialmente salvarsi].
b.] ecco quindi che comunque la salvezza passa per cristo
[che non appare], e quindi [secondo la dichiarazione] cristo è l’unica via di
salvezza. ma cristo è la chiesa. quindi la chiesa [anche non apparente] è
comunque l’unica via di salvezza.
c.] si aggiunge che questa chiesa non apparente, esistente
con cristo, e quindi anche prima dell’incarnazione storica, è fatta comunque
anch’essa di sacramenti, e quindi esiste, per esempio, l’eucaristia non
apparente, il matrimonio non apparente, ecc.. i sacramenti apparenti attivano
quelli non apparenti, unicamente efficaci.
3.] si precisa che questa concezione, che appare una “novità”,
è in realtà l’ovvia [in senso sillogistico] conseguenza di queste tre proposizioni:
a.] non c’è salvezza senza chiesa.
b.] ma c’è salvezza anche senza chiesa.
c.] devono quindi esistere due chiese, apparente [del clero]
e non apparente [cristo].
4.] con tale concezione, ovvia, e che non aggiunge nulla al
deposito della fede, non si è inteso dire che esiste una chiesa, su cui il clero
non ha il controllo, se non quel cristo, su cui ovviamente il clero non può
avere un totale controllo.
5.] non si aggiunge che anche lo stato potrebbe controllare
la chiesa non apparente. lo stato non ha alcun potere sacramentale. lo ha solo
in paradiso, e ciò è irrilevante per la salvezza storicamente attuale.
6.] lo stato può guadagnare a cristo uomini di buona voontà,
portandoli a cristo anche senza la mediazione della chiesa apparente. anche ciò
è ovvio [perché lo stato educa al bene], e ciò non è inteso in senso
sacramentale.
7.] nella storia della salvezza si deve tendere ad un sempre
maggiore controllo e, quindi, coincidenza, tra chiesa apparente e chiesa non
apparente, perché la prima possa sempre più controllare totalmente la seconda,
e perché gli uomini trovino, come via di salvezza, la chiesa del clero, non
solo in prevalenza, ma in modo esaustivo.
8.] infatti, la chiesa apparente converge sempre verso la
chiesa non apparente, reale “porta del paradiso”, ma ogni uomo, che può
intendere la volontà di dio, deve passare per la chiesa apparente [via
ordinaria alla salvezza], servendo il clero. la chiesa non apparente [cristo] è
più importante della chiesa apparente [il clero], ma rivolgersi direttamente, per
la salvezza, alla prima anziché alla seconda, è via straordinaria della
salvezza, e vale solo per gli uomini inconsapevoli della fede. la salvezza
passa sempre per cristo [chiesa non apparente], ma la via ordinaria alla
salvezza deve passare [sempre più] per il clero [chiesa apparente].
9.] in relazione all’ecclesiologia tradizionale, questo paragrafo ha un significato puramente pleonastico.