proposizioni sul “lavoro” di dio
1.] dio ha creato lavorando e, con ciò, faticando e,
all’interno delle condizioni di validità dell’etica, di cui al paragrafo
PTF8.html_[…], l’uomo non può essere salvato se non si assimila alla condizione
[attuale] di dio [dice gesù: “il padre mio opera sempre e anch’io opero”], cioè
se non lavora, faticando.
2.] ma il creato [di infiniti cosmi] è di dimensioni
infinitesimali rispetto a dio [è come – utilizzo di paragone retorico - se dio
fosse un uomo e tenesse la creazione come un granello di sabbia su un dito, e l’infinitesimale
è più piccolo di un granello di sabbia].
3.] la fatica di dio nel processo della creazione non
consiste nel suo rapporto con il creato, ma nel fatto che la creazione del
creato ha rapportato dio alle strutture dell’essere_necessario [all’interno di
cui il creato viene collocato, e la cui modificazione è stata condizione per la
creazione], la cui inerzialità [resistenza] ha comportato in dio una “fatica”
[il “lavoro”] per creare.
4.] quindi il “lavoro” di dio, di cui al riferimento del
passo biblico gn 2, 2, è determinazione a carattere scientifico.