proposizioni
sul rapporto tra neo_parmenidismo e teodicea
1.] l’effetto scalare
inverso tra virtuale e reale produce nell’uomo l’effetto scalare proiettivo
verso il cielo, nel quale l’uomo moderno si risveglia come un’anima celeste
dopo il giudizio universale, una volta salvata.
2.] così i giovani, che si
identificano alle anime celesti, vivono in internet il ricordo della loro
autobiografia terrena. ma questa non c’è, perché l’uomo terreno si è collocato
in paradiso e quindi non costruisce più la sua identità terrena, di qui la
crisi di identità dei giovani, che sono uomini senza biografia [ciò spiega la
disoccupazione: il giovane “senza futuro” è l’anima celeste – cioè uomo nel
futuro -, che gode della tecnica, ma a cui è reso impossibile vivere una vita
intesa in senso terreno].
3.] la struttura originaria
di severino è la sovrapposizione del creato alla realtà necessaria, e la
sostituzione totemica della prima con la seconda. è cioè il creato che si
considera originario, cioè eterno. questo effetto è dovuto al fatto che il
creato proviene dal principio [l’esistenza] come l’eterno, e il principio
genera il creato come genera l’eterno, facendo così credere al creato di essere
l’eterno.
4.] l’effetto è che l’uomo
si considera subito in cielo [come configurazione standard includente la
configurazione definitiva e creata], e vive la dimensione terrena nella realtà
virtuale, nella quale realmente, in cielo, è calata la memoria biografica della
creazione.
5.] la società è struttura
in elite e popolo. un uomo di successo percepisce se stesso come santo
[canonizzato]. poiché nel sogno dell’uomo moderno egli è già risorto, la
società non è proiezione anticipativa del cielo, ma si considera come il cielo
stesso, e la morte diventa un evento privo di senso, perché l’uomo è come già
risorto. il successo è quindi vissuto non come immagine della santità futura,
ma come la pienezza della santità celeste, già raggiunta e vissuta in cielo.
6.] l’uomo sta sulla terra,
prima della morte.
7.] parallelamente alla
terra, sta il creato non apparente, in cui avviene la salvezza sacramentale
della chiesa non apparente [la potenza della tecnica, che è salvezza].
8.] l’uomo sostituisce la
terra con questa dimensione [la potenza della tecnica secondo severino].
9.] la globalizzazione [imitazione
dell’apocatastasi] porta il creato in cielo.
10.] nella concezione
severiniana della morte, l’uomo si trova già risorto, dopo il giudizio, ogni
uomo come già salvato, e la morte assume il valore della congiunzione
post-apocatastica [che avviene dopo la morte] tra creato e eterno e tra uomo e
dio. per severino dopo la morte ci sono l’Intero e la gioia.
11.] dopo la morte non
avviene l’incontro dell’uomo con dio, ma avviene un processo.
12.] questo è anticipato
correttamente in terra nell’etica e nella liturgia, e sempre in terra
parallelamente a questa in una dimensione non apparente [la liturgia celeste].
13.] la civiltà della
tecnica anticipa tutti questi processi [simulandoli come biografia terrena per
il cielo], collocando l’uomo in paradiso e in dio, e identificando il successo
sociale con la santità e la povertà con la dannazione.
14.] la struttura originaria
è quindi la filosofia per il regno del male, nella cui civiltà della tecnica
l’uomo sperimenta il cielo [mt 11, 12], e in cui la morte [vissuta come dopo la
morte] non è la morte reale nella dimensione terrena, ma è morte intesa come
congiunzione tra uomo e dio. questa congiunzione è simulata nella civiltà della
tecnica, nell’integrazione uomo-computer e uomo-tecnica, la quale è il grande
fratello che imita cristo [che è fratello dell’uomo].
15.] nella terra non
apparente avviene la potenza della salvezza, che l’uomo imita con la potenza
della tecnica. potenza significa integrazione con cristo [secondo la richiesta
dei figli di zebedeo], imitata con l’intergrazione dell’uomo con la tecnica,
definita da severino la potenza.
16.] la tecnica è anche
forma di violenza, come inferno della tecnica, imitazione dell’inferno che
punisce i dannati [proiettati nei poveri socialmente intesi].