analisi
della relazione di dominio e sottomissione e del suo rapporto con la
competizione
1.] è possibile che la
struttura gerarchica della comunione delle anime celesti in paradiso sia di
tipo piramidale.
2.] da questo punti di
vista, i "primi posti" [di cui parla il vangelo] sono in numero minore degli "ultimi posti".
3.] gesù espone questa
concezione in alcuni passi biblici: “i
farisei sono soliti occupare i primi posti nelle sinagoghe”; “i primi saranno ultimi e gli ultimi i
primi”; “chiunque non rispetterà
questi precetti e insegnarà a non rispettarli, sarà considerato ultimo nel
regno dei cieli”. questo significa che il regno dei cieli è strutturato
come una gerarchia.
4.] la gerarchia sociale
nella dimensione terrena [ricchi, uomini con potere, uomini con successo,
poveri, classe media], imita la gerarchia celeste.
5.] un uomo di successo non cerca
[consapevolmente] la santità celeste, ma:
a.] l’uomo terreno è
strutturato geneticamente secondo il cielo, per cui successo e santità hanno la
stessa matrice.
b.] per questo la ricerca
del successo terreno è ricerca [inconsapevole] dalla santità celeste, cioè dei “primi
posti” [secondo la richiesa dei figli di zebedeo: mt 20, 20-28].
6.] un uomo è santo se gli
altri uomini lo servono.
7.] gesù serve e non si fa
servire non perché chi è santo serve, ma perché gesù pone il servizio come
condizione per acquisire la santità, intesa dal punto di vista celeste, cielo dove
chi è santo è servito.
8.] la terra imita il cielo,
e lo anticipa [mt 11, 12; mt 13, 44].
9.] quindi l’uomo di
successo si fa servire [perché si crede in cielo].
10.] essere servito, cioè
santo [e quindi anche salvato, cioè protetto dall’angoscia], presuppone l’instaurazione
di una relazione di dominio e di sottomissione:
a.] dominio dell’anima santa
sull’anima meno santa.
b.] sottomissione dell’anima
meno santa rispetto all’anima più santa.
su questa forma di sociologia celeste [che è la
sociologia epistemica] gesù insiste in molti passi del vangelo
[ad esempio, nella lavanda dei piedi: gv 13, 5].
11.] in realtà [si precisa] in
paradiso nessuna anima serve un’altra anima, così come dio dice “vi ho chiamati amici, e non più servi”.
sono i cloni_robot di un’anima [sue scomposizioni ubique] che servono i
cloni_robot di un’altra anima, e reciprocamente, secondo la gerarchia delle
anime.
12.] quindi un uomo di
successo domina e sottomette un altro uomo per simulare la condizione celeste e
quindi così sentirsi santo e più santo, condizione in cui quell’anima lo serve.
13.] è una relazione di
dominio, perché l’anima santa è persona, ma il clone_robot è una macchina.
14.] questo spiega perché nella
relazione di dominio un uomo cerca di “schiavizzare” la
volontà di un altro
uomo, privandolo delle qualità di persona [così negli
uffici e nelle aziende,
dove il potere del “capo” tende a spersonalizzare i
soggetti a lui sottoposti,
cioè a ridurli a macchine esecutrici della sua volontà:
l'uomo sottomesso perde la sua identità e diventa alienato].
15.] il dominio non è il
comando:
a.] nel comando, un uomo dà
ordine a una macchina.
b.] nel dominio, la
relazione è di violenza.
c.] nella dimensione
terrena, un uomo comanda non una macchina, ma un altro uomo, che è persona, e
quindi la relazione è di dominio [comando di un uomo su un altro uomo come se
questo uomo fosse una macchina, ma egli è persona].
16.] la società deve essere
gerarchizzata: la relazione di dominio non è violenta se il subordinato sceglie
[come deve essere eticamente] di obbedire al comando. allora in questo caso, non
c’è più dominio.le
relazioni sociali umane devono essere improntate al giusto ordine e al
reciproco riconoscimento tra subordinanti e subordinati, in cui
è inteso che questa gerarchia non riflette la gerarchia del
cielo [decisa da dio], ma è funzionale ad essa. quindi ad
esempio un capo non darà comandi per primeggiare, ma per
svolgere la funzione di capo a cui è chiamato secondo giustizia
[per merito o privilegio]. il subordinato obbedisce senza sentirsi
inferiore, perchè anche l'obbedienza è condizione
reciproca di giustizia nei rispettivi ruoli a cui si è chiamati.
17.] per il punto 2.], i
"primi posti" della santità sono in paradiso selezionati. ciò spiega perché la
società è competitiva.essendo
il primi posti pochi, e poichè tutti vi ambiscono, gli uomini
competono tra loro, assegnandoli secondo il merito, essendo questo
correlato alle opere, che in paradiso vengono premiate [mt 25, 21].
18.] la santità è quindi correlata
al merito, cioè alle opere. ne consegue che chi meglio opera e lavora, più
acquisisce meriti, e quindi più è santo [santo significa essere vicino a
cristo, e quindi essere potente/in severino è più potente l’uomo che ha la
tecnica, questo perché la tecnica è immagine di cristo].
19.] ciò spiega perché la
democrazia è liberale: il popolo sceglie un tipo di
società in cui la santità [proiettata nel successo
sociale] è
decisa dal merito.
20.] questo ragionamento
sembrerebbe porre il fomdamento paradisiaco della democrazia liberale. ma non è
del tutto così, perché in paradiso:
a.] dio solo stabilisce la
santità, anche in base alla grazia [non è cioè l’uomo che stabilisce la misura
della sua santità: mt 20, 15-16].
b.] la santità dipende anche
dal merito [le opere intese come frutto dei talenti].
c.] ma queste opere [dice
dio] non sono solo di “conquista” della santità con le opere, secondo
giustizia, cioè di potere, ma sono anche opere di servizio, per cui è santa non
solo l’anima che studia e lavora di più, ma a che quella che serve il prossimo
e obbedisce a dio come alle gerarchie sociali.
21.] ciò comporta che la società
cristiana sia strutturata secondo il merito, come ascensione al successo
sociale dal basso, ma anche secondo il privilegio, che discende dall’alto. inoltre
la società e la meritocrazia non possono essere fondate solo sull’economia, cioè
sul mercato, che misura il frutto dei talenti, ma anche sulle strutture
gerarchiche sociali che sono quelle militari, politiche, ecclesiastiche e aziendali, e quindi sullo
stato, sulla chiesa, sull'obbedienza e sull'identità.