integrazione del paragrafo PTF150.html_[...] e proposizioni sull’europa
1.] nel paragrafo PTF150.html_[…]
si sono poste le seguenti ipotesi:
a.] il potere serve per ottenere
un vantaggio [natura intrinsecamente egoistica del potere].
b.] il massimo vantaggio è stare
più vicini a dio [cristo] in paradiso. questa è l’essenza della volontà di
potenza. l’interpretazione severiniana della potenza come tecnica conduce l’uomo
alla dannazione, e quindi la tecnica non è potenza e potere.
c.] il potere serve a
condizionare la scelta di dio in ordine alla santità dell’uomo.
d.] gesù dice che questo
condizionamento preuppone il potere come servizio all’uomo.
e.] poiché l’essenza del potere è
egoistica, servire altruisticamente l’uomo significa rinunciare al potere e
agirlo contestualmente, obbedendo a dio e consentendo a dio di esercitare
potere su se stessi e sugli uomini, cioè usare il potere in nome di dio:
rinunciare al potere e trasferirlo a dio, secondo il principio del leviatano di
hobbes.
f.] il concetto giuridico di
potere è la sovranità. nella democrazia il singolo cittadino è il re.
g.] rinunciare al potere
significa, quindi, rinunciare alla democrazia, e insieme agire il potere
democratico della sovranità giuridica in nome di cristo, cioè all’interno di
una repubblica di tipo monarchico [intesa nella concezione platonica], in cui
il re è cristo.
h.] solo così ogni uomo serve gli
uomini, e quindi condiziona la volontà di dio di renderlo santo, in quanto dio
associa la santità al servizio al prossimo, cioè alla rinuncia al potere e all’obbedienza
a dio.
i.] quando gesù dice che “il mio regno non è di questo mondo”non
intende dire che la logica del potere spirituale della chiesa è
diversa
dalla logica del potere temporale dello stato, ma indica allo stato di
seguire
la chiesa, cioè di trasferire la sua sovranità in
paradiso, e quindi si
rinunciare alla sovranità terrena. se infatti la terra è
il regno del "principe del mondo", come può lo stato esercitare
legittimamente il suo potere sulla terra ?
2.] il progetto politico dell’europa
costituisce storicamente un’importante fase della storia della salvezza.
3.] l’economia sociale di
mercato, che l’europa politica asseconda, agisce nell’interesse dei cittadini
socialmente e economicamente più svantaggiati. il potere dell’europa quindi non
si opporrebbe a dio.
4.] eppure sorprende la seguente
coincidenza:
a.] il progetto dell’unificazione
politica dell’europa è storicamente bloccato.
b.] esso è il progetto di
unificazione di una umanità libera e laica.
c.] nel passo biblico gn 11, 7 dio
blocca il processo di costruzione della torre di babele, inteso come processo
di unificazione dell’umanità intorno alla torre, simbolo della tecnica, e
quindi anche dell’economia.
d.] l'europa è una costruzione economica. quando essa è
costruzione politica, lo si intede in funzione dell'economia,
cioè del mercato. all'europa non interessa l'identità
nazionale, interessa la meritocrazia.
e.] nel vangelo si fa riferimento
ad un’altra torre, quella di siloe [che potrebbe essere simbolo della stele]:
lc 13, 4-5.
5.] in tutti i paragrafi si è
mostrato il senso della concezione giuridica dell’episteme:
a.] essendo cristo l’episteme, il
cristianesimo non è innanzitutto una religione, ma è la verità intesa in senso
filosofico, che include l’essenza della religione.
b.] questa verità è totale, e
quindi il cristianesimo è portatore anche di un progetto giuridico [at 1, 6-7].
c.] quindi, non secondo la fede,
ma secondo la filosofia che viene da cristo [nello stesso senso del socialismo,
del marxismo, del capitalismo], il diritto deve edificare in terra il paradiso secondo il cristianesimo.
d.] da questo punto di vista, non
esiste una concezione privata della fede, come non esiste una legittima
autonomia delle realtà terrene rispetto al cielo.
e.] non può cioè sussistere una
europa che non sia cristiana.
6.] l’europa è una democrazia che
libera il potere dell’economia e della tecnica, per strutturare
la società in
base ad un criterio competitivo di merito, che riflette il merito delle
opere
in senso cristiano, efficaci per ottenere la santità, proiettata
nel successo
sociale, immagine della gerarchia celeste delle anime. ma dio dice ai
figli di
zebedeo [mt 20, 20-28], che la gerarchia sociale, misura [inconscia e
proiettiva] della santità celeste, è strutturata
da dio. quindi l’europa vuole condizionare la volontà di
dio. il mercato impone
a dio la determinazione della santità celeste, di cui è
immagine il successo
sociale terreno.
7.] l’europa non prevede la
povertà come proiezione dell’inferno, perché adotta
il modello di economia
sociale di mercato. la ricerca epistemica si trova così di
fronte
all’incapacità di spiegare perché i popoli
dell’europa temono l’europa come
potere capace di assecondare la civiltà della tecnica intesa
secondo la
concezione di severino e galimberti [cioè proiezione anche
dell’inferno della
tecnica], dal momento che la costruzione europea si pone come tecnica
al
servizio dell’uomo [paradiso della tecnica], e non come tecnica
fonte di
angoscia [inferno]. perché quindi i popoli temono l’europa
? forse perché la
gerarchia sociale, stabilita dal mercato, è competitiva [tutti
gli uomini
aspirano ai “primi posti”, di cui parla il vangelo], e
quindi essa si fonda sui
rapporti economici di dominio e di sottomissione, che l’economia
di mercato
[anche se sociale] asseconda. i popoli temono la competizione, che
è rapporto di dominio e sottomissione [ciò che è
socialmente, eticamente e giuridicamente corretto], ma per questo anche
di potenziale vessazione sociale [ad esempio, in un rapporto lavorativo
facilmente il dominio legittimo si trasforma in una forma di violenza].