considerazioni sul rapporto tra steleologia e teodicea
1.] la steleologia è stata intuita nel 1992, prima del film
matrix. inoltre essa è stata intuita prima della lettura di putnam [riguardo al
pradigma del cervello nella vasca]. anche la concezione epistemica della tecnologia
virtuale [considerata indipendentemente dalla steleologia], formulata nel 1995
o 1996, è stata pensata prima del film matrix e della lettura di putnam. è
possibile che l’applicazione della tecnologia virtuale alla steleologia sia
stata influenzata dalla lettura di putnam, sempre però prima del film matrix,
che solo ne ha confermato le ipotesi.
2.] il dannato viene fatto cadere nell’inferno a livello
della stele. putnam considera paradossale il suo paradigma, perché la
configurazione androsferica non è controllabile dall’uomo. l’uomo virtuale [apparente]
cerca di controllare la configurazione androsferica, in questo modo:
a.] indossa la tecnologia virtuale.
b.] cala in essa [effetto scalare].
c.] così identifica se stesso [nella realtà virtuale], con
la configurazione androsferica [effetto scalare inverso].
d.] ciò spiega perché nel mondo del lavoro, l’uomo viene
“incastonato rigidamente” nella posizione lavorativa [uomo al computer,
studente sul tavolo, operaio alla catena di montaggio].
e.] con questo effetto scalare inverso, l’uomo si colloca
sul piano della configurazione androsferica, per controllarla.
3.] la violenza della civiltà della tecnica [secondo
severino e galimberti] costituisce una forma di purgatorio e di inferno
anticipati, applicati alla configurazione androsferica: il lavoro diventa una
penitenza, oppure un luogo di sofferenza.
4.] il film matrix, con il suo errore di fondo, conferma
questa teoria. in esso il protagonista scala inversamente nella configurazione
androsferica [si risveglia nella vasca], ma nella vasca l’uomo che si sveglia
non è il cervello di putnam [che, come androsfera, non potrebbe muoversi: è questa
la concezione epistemica, secondo cui l’androsfera è la condizione basica
dell’uomo, uomo che come dio in paradiso non è fatto per muoversi, ma solo per
contemplare], bensì è di nuovo l’uomo virtuale con braccia e gambe, cioè con il
corpo fatto per la realtà virtuale. questo significa che nel film sono messe a
raffronto non le due configurazioni [di dio e dell’uomo], androsferica e
virtuale, ma due realtà virtuali, in cui la prima scala inversamente nella seconda,
per identificare la prima con quella androferica [come nella civiltà della
tecnica], perché nel film il protagonista vuole controllare il destino a
livello stelico, e pensa di poterlo fare solo muovendosi come a livello
virtuale.
5.] nella civiltà della tecnica l’umanità viene imprigionata
nella tecnica come l’androsfera è incastonata nella stele, e con questa
scalazione inversa dal virtuale al reale l’uomo spera di controllare il suo
destino a livello stelico, agendo su di esso come nella realtà virtuale, perché
il concetto che l’uomo ha del controllo è di tipo manipolativo [agendo in
questo senso dio sul destino apocatastico della stele].
6.] secondo il cristianesimo, l’uomo può controllare questo
destino comportandosi in modo virtuoso a livello virtuale.
7.] poiché solo dio controlla il destino del livello stelico-androsferico,
nella civiltà della tecnica l’uomo che controlla la tecnica si sostituisce a
dio.