dimensionamento del mondo creato rispetto al mondo eterno e proporzioni
di un’anima-celeste
1.] dio ha creato agendo sul principio, che è l’esistenza
pura. dall’esistenza in sé esce la realtà eterna [esistenzializzazione
dell’eterno dall’essere]. la creatio-ex-nihilo è l’esistenzializzazione della
realtà creata dal nulla, nulla che è una struttura interna al principio. dio si
sacrifica [“lavora”], generando il vuoto [con la separazione di sé dal
principio], e il principio, per compensazione, riempie questo vuoto producendo
nuova esistenza, che è il creato.
2.] la differenza tra le proporzioni dimensionali tra
realtà-eterna e realtà-creata deriva dal diverso rapporto
di queste due realtà rispetto
al principio, determinato rispetto a questo la prima dall’essere,
la seconda
dal nulla [interfaccia dell’essere]. come l’eterno e dio
sono determinati, così
lo è il figlio, “generato” [dall’eterno e in
eterno] dal padre. [gv 17, 5].
3.] il mondo-eterno [il mondo essendo una ipostasi
dell’essere_necessario, che può qui essere identificata al cosmo-eterno] è
costituito da reale [= realtà]-infinitesimale e reale-infinito. anche dio sta
tra questi due poli: la trascendenza di dio è auto-trascendenza, dio è in
estasi per se stesso anche perché è disteso tra dio-infinitesimale e
dio-infinito, e quindi percepisce se stesso come realtà quantitativamente
immensa.
4.] si ipotizza che il creato [reale-creato], anch’esso
posto tra reale-infinitesimale e reale-infinito, sia tale, per cui il più grande
ordine infinito del creato è posto internamente al più piccolo ordine
infinitesimale del reale-eterno, ciò per la condizione di cui al punto 2.].
5.] si ipotizza inoltre che il rapporto tra eterno e creato,
poiché, posto il creato, l’eterno è tale da includerlo, essendo il creato
riproduzione dell’eterno il creato è doppio-creato, tale per cui esiste
all’interno del creato un creato-incluso [inferiore], che riflette, rispetto al
creato-includente [superiore], le stesse proporzioni di cui al punto 4.] poste tra eterno e
creato.
6.] a questo punto, per l’anima-celeste, si ipotizza quanto
segue:
a.] o esiste l’anima-celeste-eterna [ipotesi attualmente preferita],
che si attiva ["vive"] solo dopo la creazione della ad essa corrispondente anima-creata [ciò significa che
l’anima, ad esempio, di un contadino è co-eterna a dio, e si attiva, dopo la
creazione della corrispondente ad essa anima-creata, e l’apocatastasi ascensionale
del creato] [in questa ipotesi l’episteme sarebbe molto vicino al
neo_parmenidismo, e spiegherebbe molto opportunamente le parole di gesù rivolte
agli uomini: “voi siete dei” [gv 10, 34], parole ripetute da severino [“l’uomo è un
dio”], ma in modo improprio [esiste l’uomo, che è un dio, ma l’uomo sarebbe il
solo dio, e dio non esisterebbe];
b.] oppure esiste solo l’anima-creata [che diviene celeste dopo l'apocatastasi], comunque distesa sui
diversi livelli del creato [che, come detto, sono principalmente due: superiore e inferiore].
7.] …
… a.] nell’ipotesi a.] [del punto 6.]], si spiega quanto
detto nel punto 1.] del precedente paragrafo PTF9.html_[…]: per quanto piccola
rispetto a dio, l’anima-celeste [utilizzo di
espressione retorica ...] "racchiuderebbe nella sua mano" il creato [di infiniti ordini
di multiversi], per la condizione di cui al punto 4.];
… b.] nell’ipotesi b.] [del punto 6.]],
l’anima-creata, collocata attualmente anche nel creato superiore
[utilizzo di
espressione retorica ...] "racchiuderebbe nella sua mano" il creato di
secondo
livello [anch’esso costituito da infiniti ordini di multiversi,
di ordine
secondario], per la condizione di cui al punto 5.].
8.] tutto questo tenendo conto che l’universo apparente
attualmente [il cui diametro è costituito tra i 15 e i 50
miliardi di anni
luce, e con il peso della sua massa galattica e stellare], appartiene
al creato di
secondo livello [il livello inferiore del creato]. l'anima dannata,
invece, è piccola, e per questo l'uomo prova
disorientamento per la proporizione immensa dell'universo.
9.] la conseguenza di tali schemi dimensionali è che l’uomo,
anche prima della morte, ha il completo controllo del multiverso a cui appartiene, anche se è un controllo di tipo solo
simbolico [per via della caduta dall'eden].