confutazione della
teoria della tecnica secondo il neoparmenidismo [commento
ad articolo di emanuele severino "capitalismo addio. la tecnica
comanda su tutto il pianeta" pubblicato sul corriere della sera in data 22 novembre 2012]
1.] secondo il neoparmenidismo,
a.] la tecnica è un mezzo e il
bene dell'uomo è il fine;
b.] se scambio il mezzo col fine,
cioè se la tecnica, il suo potenziamento, diventa il fine [e quindi tutto il
potere dell'uomo deve servire l'incremento dello strumento tecnico],
realizzerò, indirettamente il bene dell'uomo, in modo migliore che se il bene
dell'uomo fosse direttamente il fine.
2.] ma – si chiede la ricerca
epistemica - che cos'è l'autentico bene dell'uomo ?
3.] severino [questa è anche la
tesi di galimberti], pur non credendo nel divenire, pare realmente convinto che
la manipolazione della vita [del DNA] condurrà all'immortalità in terra. per
questo la scienza, ad esempio, pratica la manipolazione degli embrioni. essi
sono esseri umani [come dimostra la ricerca epistemica]. quindi questo è già un
esempio di come la tecnica non fa sempre il bene dell'uomo.
4.] invece l'uomo è mortale, il
bene dell'uomo include il giudizio universale e l'immortalità in paradiso, e
come dice la chiesa l'uomo sulla terra è solo “pellegrino”, deve distaccarsi
[come dice gesù] da beni [le ricchezze] che “arrugginiscono” [decadono], e il bene
vero è solo in paradiso.
5.] la tecnica, secondo severino,
"invera" l'uomo, cioè realizza la vera essenza dell'uomo, perchè quel
capovolgimento tra fine e mezzo è interpretato da severino [inconsciamente]
come attuazione in terra dei bisogni anche soprannaturali dell'uomo [appunto,
tra questi, l'immortalità in terra], che invece non può mai verificarsi.
6.] quindi la tecnica diventa [in una lettura
marxista] lo strumento con cui fare il male ai molti [severino nel suo articolo
pubblicato sul corriere della sera del 22 novembre 2012, lo chiama
“deperimento”] per avvantaggiare i pochi, i ricchi, che però nel giudizio
saranno giudicati negativamente, mentre i poveri, oggi schiacciati dalla
tecnica [dal capitalismo, dalla globalizzazione], saranno invece giudicati
positivamente. i poveri e la natura mortale dell'uomo dimostrano che la tecnica
è limitata e non sempre fa in bene dell'uomo. severino nelle analisi trascura
di analizzare non solo l'inferno cristiano, ma l'inferno della tecnica
[povertà, precarietà, distruzione degli embrioni, pena capitale, aborto].
7.] quindi la tecnica non può
inverare l'uomo, perchè la tecnica non può appagarne i veri bisogni, che sono
soprannaturali [l'immortalità, a cui si aggiunge la visione di dio. severino
aveva scritto che "la tecnica può creare anche dio"; ma davvero può
farlo ? il vero dio che è eterno ? creato dall'uomo ? ciò sarebbe paradossale e
contraddittorio]. la visione di dio è il vero bene dell'uomo, e nessun
potenziamento della tecnica, che l'illusione di severino crede infinito, può
sostituirsi ad essa.
8.] ma qual è l'essenza
dell'impostazione severiniana della problematica della tecnica ? essa è questa:
a.] l'uomo ha gli schemi di tutta
la realtà, terra e cielo, dimensione terrena e paradiso.
b.] l'antico corrisponde alla
terra, il moderno corrisponde al paradiso.
c.] con la rivoluzione
copernicana, l'uomo moderno, in quanto “moderno”, percependo la terra come
parte del cosmo, è come trapassato già in paradiso.
d.] lo stesso accade
nell'impostazione severiniana della problematica della tecnica.
e.] il capovolgimento tra fine e
mezzo significa che la tecnica passa dalla realizzazione degli scopi terreni,
alla realizzazione degli scopi ultraterreni soprannaturali, tra cui
l'immortalità, i quali appunto inverano l'uomo, cioè ne realizzano l'essenza.
ma ciò – com'è chiaro – avviene solo nel “sogno”, perchè [è la tesi
dell'episteme] non esiste una tecnica onnipotente, questa è solo un sogno, e
quindi [poiché l'uomo può realmente sognare, come può censurare la morte e –
nella modernità – trapassare in paradiso], ecco che l'asservimento dell'uomo
alla tecnica [il capovolgimento tra mezzo e fine] segna il sogno dell'uomo,
quel blocco, quella censura che porta l'uomo moderno a negare il
soprannaturale, perchè lo ritiene già realizzato nella dimensione terrena.
9.] l'argomento di severino fa
leva sulla riduzione della realtà alla sola dimensione terrena, per cui i
bisogni soprannaturali vengono da lui codificati come onnipotenza della
tecnica. una volta che si include nell'analisi la dimensione soprannaturale
[come fa la ricerca epistemica], allora si spiega il senso del capovolgimento
severiniano tra mezzo e fine, ovvero la riconduzione del soprannaturale [il
fine] alla dimensione del naturale [il mezzo].